Evento culturale

Torna a Milano il festival transdisciplinare firmato BASE e dedicato alla creazione contemporanea. Il tema dell’edizione 2024 è The Convivial Laboratory: Abitare l’inabitabile

L’edizione di quest’anno riflette sul tema della convivenza attraverso il filtro delle pratiche performative. Arte, teatro, musica, design e arte urbana, discipline che sconfinano in cerca di nuovi punti di vista.

Dal 3 al 13 ottobre 2024 torna per la sua quarta edizione FAROUT Live Arts Festival, la manifestazione dedicata alle arti performative contemporanee prodotta da BASE Milano e ospitata nei suoi spazi.

Curato sin dalla sua prima edizione da Linda Di Pietro, il festival trae simbolicamente il nome dall’oggetto spaziale conosciuto più lontano dal Sole: una distanza che immagina necessaria a svincolarsi da traiettorie prestabilite per offrire un punto di osservazione inedito, da cui rileggere il rapporto tra centro e margine in un’ottica non convenzionale, secondo nuove prospettive estetiche capaci di definire la complessità contemporanea.

Dal 2021 BASE si afferma come voce nel panorama della creazione contemporanea e con FAROUT punta l'attenzione sullearti del vivo, dall'installazione all'arte pubblica, dalla danza al teatro, mantenendo sempre un focus sulla dimensione performativa e transdisciplinare.

Nel farlo, eccede i limiti e i vincoli imposti dallo spazio teatrale tradizionale per abitare tutti gli spazi dell’hub culturale, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più ampio e di radicarsi nella geografia urbana della città di Milano; per questo, anche quest’anno, il festival sconfina dai suoi perimetri per creare ponti con i quartieri limitrofi di Barona e Giambellino. 

Il titolo dell’edizione 2024, The Convivial Laboratory: Abitare l’inabitabile, da un lato presenta questa edizione come secondo capitolo di una riflessione avviata in occasione della Design Week sul tema del diritto alla casa e dell’abitare; dall’altro, getta le basi per un’indagine sulla sfera della convivenza e sulla sua radicale riorganizzazione, al fine di generare un cambiamento sempre più necessario. Così, nella visione della direttrice artistica Linda di Pietro, le crepe luminose di questo mondo in perenne trasformazione diventano un invito per artisti e pubblico a esplorare nuove forme di abitare e coesistere, nella città, con il corpo, sul pianeta. 

Accanto al festival, una “scuola” del convivialismo offrirà momenti di formazione e confronto per immaginare un futuro condiviso.