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Estate da record per i grandi eventi musicali e Roma batte Milano con 2 mln di biglietti venduti. Spera (Assomusica): "La previsione per il 2022 è di quasi 800 mln di fatturato da bigliettazione più un indotto di 2 miliardi di euro"

Dopo due anni di stop agli eventi a causa della pandemia, secondo quanto certificato da Assomusica una ripresa sprint per la Città Eterna che nel mese di luglio ha riempito le location dei concerti live: da Vasco a Ultimo passando per i Maneskin e per il Jova Beach Party a Cerveteri.

“Una stagione da record, anche perché ne somma di fatto tre”, ha detto all’Adnkronos il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera commentando i dati rilasciati dall'associazione. “Dall’inizio dell’anno ad oggi per concerti a pagamento sono stati venduti circa 8 milioni di biglietti, cifra mai toccata in precedenza. La previsione per il 2022 è di 7-800 milioni di fatturato da bigliettazione più un indotto di 2 miliardi di euro".

L’arrivo della carovana di Jovanotti a Marina di Cerveteri, con due date del suo Jova Beach Party davanti a circa 50 mila spettatori, che si sommano ai 220 mila delle prime 6 date, segna il giro di boa di un’estate record per la musica live.

701 mila spettatori del tour di Vasco, i 600 mila biglietti venduti da Ultimo, i 320 mila di Blanco, i 175 mila di Max Pezzali a San Siro, i 70 mila dei Maneskin al Circo Massimo, lo stadio Olimpico pieno per Francesco De Gregori e Antonello Venditti, la prima data in uno stadio per Alessandra Amoroso, sono il segno di una estate dal vivo destinata a essere ricordata come quella della vera ripartenza, della riapertura alla musica degli stadi e delle grandi arene, dopo 2 anni e mezzo di Covid.

"Roma ha sorpassato Milano, registrando il record di bigliettazione, intorno ai 2 milioni di biglietti venduti, grazie soprattutto agli eventi al Circo Massimo e al Rock in Roma" ha dichiarato Vincenzo Spera. 

Con grande soddisfazione dei responsabili di Rock in Roma. “Il ritorno all’estate dei live, dopo oltre due anni di totale fermo" ha dichiarato all’Adnkronos Maxmiliano Bucci, fondatore del festival romano, "è stato un successo. L’attesa è stata interminabile, anche per i fan, che hanno fatto sì che questa edizione sia stata un’edizione da record. Per quanto riguarda Rock in Roma, la manifestazione avviene quasi per intero all’Ippodromo delle Capannelle, alcuni alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica e i Maneskin al Circo Massimo”.

Una ripresa sprint per la Città Eterna che nel mese di luglio ha riempito le location dei concerti live.

''Finalmente Roma ha recuperato il suo ruolo di Capitale dei grandi eventi, ritornando ad essere la città con più biglietti venduti in Italia" ha detto l'assessore ai Grandi Eventi Alessandro Onorato. "I numeri di questa prima parte di estate, certificati da Assomusica, sono esaltanti: record di presenze, grandi artisti, grande entusiasmo del pubblico e una organizzazione impeccabile. Dal Circo Massimo allo Stadio Olimpico, dall'Auditorium Parco della Musica a Capannelle: la nostra città dispone di location suggestive e prestigiose, che si adattano e valorizzano i diversi generi musicali aggiungendo atmosfere uniche ad ogni performance. Roma è ripartita. Abbiamo creato tutte le condizioni perché artisti ed organizzatori scelgano sempre di più Roma. Questi numeri sono destinati a crescere ulteriormente entro fine stagione. Il calendario di Rock in Roma prevede ancora decine di artisti importanti. A partire da Blanco, che ha fatto registrare il tutto esaurito nelle due date del prossimo 27 e 28 luglio. Senza dimenticare le sei serate sold out con Renato Zero a fine settembre, sempre al Circo Massimo".

"Va anche detto che dal 2012 alla pandemia, la musica dal vivo ha segnato una crescita costante intorno all'8% ogni anni sull'anno precedente. E che il successo di quest'anno non arriva senza mostrare delle criticità e preoccupanti segnali per il settore: la difficoltà di reperire personale e attrezzature per una stagione '3 in 1', l'aumento dei costi di ogni singola voce e, purtroppo, nuove voci e nuove clausole autorizzative variabili nelle diverse località, dal pagamento della metro e dei vigili urbani a carico degli organizzatori a parcelle da capogiro. Insomma non sono tutte rose e fiori", ha sottolineato Spera.

"C’è voglia di stare insieme, partecipando collettivamente ai grandi eventi - ha aggiunto all'Adnkronos Sergio Giuliani, l'altro fondatore e organizzatore di Rock in Roma - si percepisce l’esigenza di trovarsi insieme, ai grandi raduni. A Roma, in particolare, consideriamo anche la crescita degli artisti della nuova scena. Abbiamo sentito la vicinanza delle istituzioni nel comprendere le difficoltà nel far ripartire la macchina organizzativa a pieno ritmo, una macchina complessa che richiede moltissime maestranze. In due anni e mezzo il nostro settore è stato completamente bloccato, è stato difficile ripartire a pieno ritmo. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento di coesione sociale, tra artisti, pubblico, istituzioni; abbiamo percepito solidarietà in una situazione difficile per tutti. Il futuro si prospetta molto interessante, c’è voglia di progettualità", ha proseguito Giuliani.

E se il Ceo di Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana), Enzo Mazza, saluta come "una grande svolta il ritorno di stadi e di eventi pieni di gente: un segnale importante per l’intero settore della musica”, per il presidente dell'Afi (Associazione Fonografici Italiani), Sergio Cerruti, quanto accaduto negli ultimi 2 anni e in questa ripartenza dovrà essere la base per una nuova considerazione da parte del governo per l'industria dell'intrattenimento e per una riforma di sistema. 

"Gli ultimi due anni - ha aggiunto - che non si recupereranno in un'estate. Anche se la voglia di divertirsi è tanta, tanti sono anche i dubbi per cercare di organizzare al meglio degli eventi dove la gente si possa sentire sicura. Ancora in alcune occasioni le persone hanno paura di ritrovarsi, c'è ancora il Covid che circola. Dobbiamo avere regole certe e dovremmo anche avere un governo che purtroppo in questo momento non c'è ma che dovrebbe assicurarci regole chiare ed evitare inutili polemiche e dualismi tra diritto al divertimento e diritto alla salute, entrambi imprescindibili e entrambi sanciti dalla nostra Costituzione. L'industria dell'intrattenimento non si ferma e sono certo che nella prossima legislatura, anche attraverso gli sforzi di tutte le associazioni di categoria riusciremo una volta per tutte a cambiare la percezione dell'impero culturale italiano. Noi siamo una superpotenza culturale e come tale abbiamo il dovere di organizzarci, di strutturarci e di offrire un prodotto di alta qualità e sicuro, non solo agli italiani ma anche ai turisti che frequentano il nostro Paese. Speriamo di poterlo far capire al prossimo governo e che questo comporti l'inserimento dell'industria dell'intrattenimento nelle politiche economiche di questo Paese", ha concluso Cerruti.