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Reverse presenta un'indagine sull'utilizzo dei social per la scelta del lavoro
I social media sono oggi una fonte di informazione primaria, non solo per quanto riguarda le tematiche di attualità, ma anche per quanto riguarda la ricerca di lavoro.
Se è vero infatti che le aziende cercano informazioni sui potenziali candidati prima di assumerli, è altrettanto vero il contrario: le persone scelgono l’impresa per cui lavorare anche in base a ciò che pubblica sui propri canali social. È quanto emerso da un’indagine condotta da Reverse (https://reverse.hr/it/), società internazionale di headhunting e HR, secondo cui il 78% di chi cerca lavoro prima di valutare un’eventuale
collaborazione con un’azienda ne analizza i canali social ufficiali e, addirittura, il 65% degli intervistati ha dichiarato di esserne stato influenzato almeno una volta così negativamente da decidere di non inviare il proprio curriculum.
LinkedIn e Instagram: i più analizzati per conoscere i valori aziendali e valutare la cura dei contenuti
Il social per eccellenza in tema di ricerca di lavoro e valutazione professionale resta senza dubbio LinkedIn, analizzato - prima di valutare una collaborazione professionale - dal 92% dei rispondenti al sondaggio, seguito da Instagram, considerato dal 60%. Meno rilevanti a questo fine, Facebook (14%) e TikTok (meno del 5%).
Per farsi un’idea delle imprese con cui hanno a che fare, quasi il 70% dei candidati tiene maggiormente in conto le informazioni emerse dai profili social relativamente alla vita e ai valori aziendali, insieme a tutti quegli aspetti legati al welfare aziendale come caratteristiche della popolazione aziendale (età, diversity, soddisfazione delle persone) e iniziative per i dipendenti, entrambi presi in seria considerazione dal 35% degli intervistati.
Ma non solo. Un ruolo determinante lo giocano anche la qualità e la cura dei contenuti pubblicati, ritenute di primaria importanza da quasi il 60% dei rispondenti.
“Appare ormai sempre più evidente come oggi nel processo di ricerca e di selezione di personale le aziende sono passate da buyer a seller - commenta Daniele Bacchi (in foto), CEO e Co-Founder di Reverse - Sempre più spesso infatti è il candidato che sceglie di lavorare per una certa azienda, tant’è che oggi per l’85% delle aziende italiane trovare e assumere i talenti giusti è diventato molto faticoso. In uno scenario di questo tipo è evidente che diventa fondamentale per le imprese curare ogni aspetto della propria comunicazione e, ancora meglio, fare in modo che i potenziali candidati conoscano l’azienda e la considerino attrattiva ancor prima di ricevere un’offerta di lavoro”.
Analizzati anche i profili personali dei dipendenti
Ma le ricerche non si fermano ai singoli profili aziendali. Più della metà degli intervistati ha dichiarato infatti di aver guardato almeno una volta anche i profili personali dei dipendenti di un’azienda, e il 20% ha ammesso di valutare anche il livello di interazione dei dipendenti con i contenuti pubblicati dall’azienda.
“Quello che da head hunter ci sentiamo di suggerire alle aziende per evitare di perdere i candidati migliori è quindi di curare ogni aspetto - conclude Daniele Bacchi - e di puntare non solo sul benessere delle proprie persone ma anche sulla comunicazione di tale benessere all’esterno. La competizione per i candidati tra le imprese è a livelli mai raggiunti prima e la cura di ogni dettaglio è fondamentale per riuscire ad assumere e trattenere”.
La ricerca di Reverse è visualizzabile a questo link.