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Artisti scaligeri in quattro monografie grazie a Fondazione Cariplo, Pirelli & C. Real Estate e Provincia di Milano
I quattro volumi curati da Vittoria Crespi Morbio sono dedicati a Piero Fornasetti, Piero Zuffi, Paolo Landriani e Jean Cocteau.
Grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, Pirelli & C. Real Estate e il patrocinio della Provincia di Milano, anche quest’anno gli Amici della Scala, associazione di mecenati che, dal 1978, operano a favore del Teatro alla Scala, della musica, del teatro, dell'arte e della ricerca, pubblicheranno quattro nuove monografie della collana, avviata nel 2002, dedicata agli artisti, scenografi e costumisti alla Scala.
I volumi, curati da Vittoria Crespi Morbio, in uscita a ottobre, saranno dedicati a due importanti esponenti del Novecento italiano: Piero Fornasetti e Piero Zuffi e, grazie ad accurate ricerche negli archivi milanesi da parte dell’autrice, a Paolo Landriani e Jean Cocteau.

Piero Fornasetti (Milano, 1913 – 1988) fu artista capace di esprimersi in svariate forme d’arte, oltre che come scenografo e costumista, e i suoi interventi nei settori dell’arredamento e della moda sono fra i fondamenti della scuola milanese del design, che ha raggiunto grande fama dagli anni Sessanta. In qualità di scenografo e costumista realizzò l’allestimento in prima assoluta di Amelia al Ballo di Giancarlo Menotti (1954, direttore Nino Sanzogno).

Pietro Zuffi (Imola, 1919), è stato scenografo e costumista nei grandi teatri di Milano dal secondo dopoguerra. Il suo gusto rigoroso quanto fortemente epressivo ha portato l’impronta della creatività più attuale anche sul palcoscenico della Scala, dove suoi apparvero gli abiti di Maria Callas ne La Vestale di Spontini e nell’Alceste di Gluck. I suoi allestimenti d’impronta architettonica prevedono strutture fisse, cambiamenti a vista, assenza di sipario: una visione moderna di fare spettacolo che rende omaggio con spirito creativo alla tradizione del teatro elisabettiano e nipponico.

Paolo Landriani (Milano, 1757 – 1839) fu pittore, docente nell’Accademia di Brera, membro della Commissione d’Ornato che decideva il volto della nuova Milano. E’ stato lo scenografo principe del Teatro alla Scala per il ventennio che va dalla nascita della prima Repubblica Italiana al termine del secondo Regno d’Italia. Proprio in quel periodo nacque la realtà e la leggenda della grandiosità degli spettacoli scaligeri. Al ritorno degli austriaci, Landriani fu messo da parte, poi dimenticato. Questa monografia intende saldare un debito che Milano aveva nei suoi confronti.

Jean Cocteau (Maisons-Lafitte, Seine- et-Oise, 1889 – Milly-la-Foret, Fontainebleau, 1963), lavorò per il Teatro alla Scala nel 1959. Narratore, drammaturgo, poeta, cineasta, pittore, fu per molti decenni una delle personalità più influenti della cultura europea, un vero arbitro delle oscillazioni del gusto, dei comportamenti trasgressivi, un maestro della critica delle ipocrisie. Realizzò allestimenti di vivace originalità sulle musiche del XV e XVI secolo (La dame à la licorne, allestita postuma nel 1965) e sulle note di Francis Poulenc (La voix humaine, 1959, con Denise Duval).
I volumi, curati da Vittoria Crespi Morbio, in uscita a ottobre, saranno dedicati a due importanti esponenti del Novecento italiano: Piero Fornasetti e Piero Zuffi e, grazie ad accurate ricerche negli archivi milanesi da parte dell’autrice, a Paolo Landriani e Jean Cocteau.
Piero Fornasetti (Milano, 1913 – 1988) fu artista capace di esprimersi in svariate forme d’arte, oltre che come scenografo e costumista, e i suoi interventi nei settori dell’arredamento e della moda sono fra i fondamenti della scuola milanese del design, che ha raggiunto grande fama dagli anni Sessanta. In qualità di scenografo e costumista realizzò l’allestimento in prima assoluta di Amelia al Ballo di Giancarlo Menotti (1954, direttore Nino Sanzogno).

Pietro Zuffi (Imola, 1919), è stato scenografo e costumista nei grandi teatri di Milano dal secondo dopoguerra. Il suo gusto rigoroso quanto fortemente epressivo ha portato l’impronta della creatività più attuale anche sul palcoscenico della Scala, dove suoi apparvero gli abiti di Maria Callas ne La Vestale di Spontini e nell’Alceste di Gluck. I suoi allestimenti d’impronta architettonica prevedono strutture fisse, cambiamenti a vista, assenza di sipario: una visione moderna di fare spettacolo che rende omaggio con spirito creativo alla tradizione del teatro elisabettiano e nipponico.
Paolo Landriani (Milano, 1757 – 1839) fu pittore, docente nell’Accademia di Brera, membro della Commissione d’Ornato che decideva il volto della nuova Milano. E’ stato lo scenografo principe del Teatro alla Scala per il ventennio che va dalla nascita della prima Repubblica Italiana al termine del secondo Regno d’Italia. Proprio in quel periodo nacque la realtà e la leggenda della grandiosità degli spettacoli scaligeri. Al ritorno degli austriaci, Landriani fu messo da parte, poi dimenticato. Questa monografia intende saldare un debito che Milano aveva nei suoi confronti.
Jean Cocteau (Maisons-Lafitte, Seine- et-Oise, 1889 – Milly-la-Foret, Fontainebleau, 1963), lavorò per il Teatro alla Scala nel 1959. Narratore, drammaturgo, poeta, cineasta, pittore, fu per molti decenni una delle personalità più influenti della cultura europea, un vero arbitro delle oscillazioni del gusto, dei comportamenti trasgressivi, un maestro della critica delle ipocrisie. Realizzò allestimenti di vivace originalità sulle musiche del XV e XVI secolo (La dame à la licorne, allestita postuma nel 1965) e sulle note di Francis Poulenc (La voix humaine, 1959, con Denise Duval).

