Evento di inaugurazione della mostra ‘Milano è Fiera’ a cura di Fandango Club

Fondazione Fiera Milano ha scelto Fandango Club per il concept e la realizzazione dell’evento di inaugurazione della mostra ‘Milano è Fiera’, collocata in largo Domodossola, per oltre 90 anni ingresso principale della Fiera di Milano e oggi porta di accesso a CityLife. Ed è stata proprio la storia, con il suo fascino e la sua magia, a costituire il cuore dell’inaugurazione istituzionale di un luogo che resterà sempre aperto e accessibile alla cittadinanza.

L’evento, che ha visto la partecipazione tra gli altri del presidente di Fondazione Fiera Milano Giovanni Gorno Tempini e dell’amministratore delegato di CityLife Armando Borghi, si è aperto con una performance del maestro Remo Anzovino. Dall’interno di un dome trasparente le note del pianista hanno accompagnato il progressivo illuminarsi delle varie sezioni della mostra, a richiamare simbolicamente il ruolo di incubatore e acceleratore di eccellenze sempre svolto dalla Fiera per la città di Milano.

A dominare il ledwall del palco il racconto per immagini realizzato da Fandango Club con la tecnica del layer lapse, per accostare le immagini d’epoca che costituiscono il cuore della mostra alle riprese realizzate oggi nei medesimi luoghi. Il risultato è un racconto poetico metropolitano, che riprende lo studio prospettico e di costruzione dell’inquadratura degli scatti esposti, con l’intento da un lato di omaggiarne il valore storico e artistico e dall’altro di rielaborarli con una tecnica moderna e sperimentale.

Gli oltre 150 ospiti hanno potuto visitare l’esposizione dialogando idealmente con la musica del maestro Anzovino per poi terminare la serata con un aperitivo a tema natalizio firmato da Mirtillo catering, il brand food e banqueting del Gruppo Fandango Club. Le operazioni di ingresso e accreditamento degli ospiti sono state gestite in maniera digitale da The Rocks, IT company del Campus tramite la app My Check in.

Mattatore della serata sul palco, il presentatore e artista Matteo Zurawski. Alla regia, infine, Gianlorenzo Mortgat.

MG