Evento culturale

IF! Italians Festival. La communication è live. Ma perché il mondo dei creativi non se ne accorge?

Nonostante oggi le aziende abbiano bisogno di una comunicazione che offri una brand experience coinvolgente, manca ancora nel settore una conoscenza appropriata del mondo degli eventi. Questo è quanto è emerso durante la tavola rotonda intitolata “La pubblicità è morta. Meno male che la communication è live”, con Salvatore Sagone (ADC Group), Alfredo Accatino (Filmmaster) e Andrea De Micheli.

“La parola evento non ha più senso di essere utilizzata. Dall'avvento del digitale la comunicazione è un flusso continuo, e l'evento non è più qualcosa che avviene in un momento e in un luogo preciso, ma un'esperienza che vive in un lungo lasso di tempo, sia nella sfera fisica che in quella digitale”. Con queste parole Salvatore Sagone, presidente ADC Group, ha dato il via alla tavola rotonda intitolata “La pubblicità è morta. Meno male che la communication è live” durante la seconda giornata di If! Festival, il 29 settembre a Milano. A partecipare alla discussione Alfredo Accatino, direttore creativo e partner Filmmaster Events, e Andrea De Micheli, presidente Casta Diva Group.

“Le aziende hanno bisogno oggi di qualcosa di molto più forte della comunicazione classica – ha continuato Sagone -: la nuova frontiera è la brand experience, che trova la sua realizzazione nella live communication. Non è un caso che in Italia il mercato degli eventi – o meglio, della live communication – raggiunga più di 1 miliardo di euro, sui 7 totali investiti in comunicazione. Una cifra dunque importante che indica la direzione verso cui si sta andando”.

Partendo dalla propria esperienza personale di ex pubblicitario, Alfredo Accatino ha poi posto l'accento sulla mancanza di conoscenza da parte degli operatori del settore di comunicazione in materia di eventi. “C'è una modifica totale del mondo della comunicazione nella direzione della live communication, ma spesso chi lavora in questo settore sembra non saperlo – ha esordito -. Perché questo è l'unico segmento di questo Festival a essere dedicato agli eventi? Il settore è appiattito sulla pubblicità e non alza lo sguardo per capire che il mondo va da un'altra parte. Oggi tutto è entertainment: la cultura, la musica, il turismo. Noi di Filmmaster stiamo ad esempio lavorando con alcune nazioni per rivitalizzare il marketing turistico, che in Italia, con le città d’arte che abbiamo avrebbe un enorme successo. Come italiani abbiamo grandi potenzialità creative, e se ci muoviamo con l'incoscienza e la passione che ci caratterizzano possiamo vincere. Alziamo la testa e guardiamo più lontano!”.

Concorda con Accatino sulla mancanza di attenzione agli eventi Andrea De Micheli, che sostiene che lo stesso If! Festival potrebbe dare più spazio al mondo degli eventi. “Oggi che non esiste più la divisione fra atl e btl – ha spiegato -, gli eventi hanno assunto una crescente importanza perché il rapporto one to one è molto più sincero e interattivo. Oggi quello che una volta si chiamava btl è per le aziende la parte più importante della comunicazione. Eloquente di questa evoluzione è quello che disse il fondatore di Red Bull: “non siamo più una società di bibite energetiche, ma una communication company'”.

Allo stesso tempo, anche il concetto stesso di evento sta mutando negli anni: mentre i puristi considerano immancabile nell'evento la dimensione fisica, sono sempre più frequenti le realizzazioni di eventi solo digitali. Lo sa bene De Micheli, che con Casta Diva Group ha realizzato il video ‘Flights’ per il quotidiano economico argentino El Cronista, per Samsung  'Hearing Hands' e per l'associazione turca Eçadem ‘One smile is enough to change our world’: eventi divulgati tramite video che hanno raggiunto milioni di visite Youtube e che sono stati pluripremiati ai festival internazionali, primo fra tutti l'EuBea. “Ma al Bea Italia Hearing Hands era stato stroncato perché ‘non evento’ – precisa De Micheli -. Questo fa capire quanto il nostro Paese sia distante dalla mentalità internazionale”.

E sul talento degli italiani aggiunge: “Mentre nel settore prettamente pubblicitario gli italiani non si distinguono particolarmente, il contrario succede in tutti gli altri ambiti: dalla fotografia alla scenografia, ai costumi. Nel mondo degli eventi essere italiano è un valore aggiunto, perché sappiamo divertire gli altri e noi stessi”.

Un’osservazione interessante finale è quella dal pubblico di Sergio Tonfi, ex manager in Philips, oggi in Superbrands, che dalla sua lunga esperienza nel mondo aziendale ha dichiarato: “Due parole sotterranee in questo lavoro sono passione e coraggio, che purtroppo in azienda sono in via di estinzione. E se mancano sia nel mondo dell’adv che in quello degli eventi non sarà facile fare cose belle”.

 

Ilaria Myr