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LifeGate: 5 milioni di utenti e raccolta in crescita a doppia cifra nel 2015. Dopo Expo aumenta l'interesse per la sostenibilità, anche in tempo di crisi

Questo il dato più interessante emerso oggi, 31 marzo, nel corso del secondo Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile condotto dal brand con il supporto dell’Istituto Eumetra Monterosa e dei main sponsor CoopLombardiaRicola Unipol Gruppo. È stata fotografata la crescita di conoscenza e consapevolezza degli italiani sui temi della sostenibilità: gli 'appassionati' e gli 'interessati' al tema rappresentano oggi il 62% degli italiani. I dati rilevati dall'indagine parlano di un 'effetto EXPO' in quanto, rispetto all'anno scorso, la gente è più consapevole e aperta alle attività sostenibili e all'acquisto del cibo Made in Italy. In radio aumenta l'ascolto di un pubblico professionista e profondamente informato sui temi proposti. Quanto al fatturato della radio, la quota maggiore arriva da progetti di comunicazione crossmediali ed eventi.
 
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Cos’è cambiato tra il prima e il dopo Expo nel rapporto degli italiani con le principali articolazioni di un approccio sostenibile alla vita?

Una risposta dettagliata è emersa oggi, 31 marzo, dalla presentazione del secondo Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile, l’indagine qualitativa condotta congiuntamente da LifeGate, punto di riferimento per la sostenibilità in Italia, e dall’istituto di ricerca sociale, economica e di opinione Eumetra Monterosa, in collaborazione con i main sponsor Coop Lombardia, Ricola e Unipol Gruppo.

A margine dell'evento, il ceo di LifeGate Enea Roveda (nella foto) facendo il bilancio della società, ha dichiarato ai microfoni di ADVExpress: "Il sistema LifeGate continua a crescere e, attualmente, conta un complessivo di 5 milioni di utenti. La radio e i due portali (.it e .com) rappresentano le colonne portanti di una mission che parla di sosteniblità e consapevolezza. Siamo felici di poter lavorare con partner sempre nuovi, come il caso recente di Nissan".

Sulla scia del crescente interesse sui temi sostenibili da parte di aziende e media, la company ha rafforzato gli investimenti sui canali partendo appunto dalla radio (FM in Lombardia e parte del Piemonte), che concentra sempre più un pubblico di professionisti fortemente acculturati, passando dall'ultimo portale, lanciato in occasione di Expo, pensato per diffondere tanti contenuti esclusivi, per terminare (al momento) con una comunicazione social integrata (Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram e YouTube). A cadenza settimanale si contano tra 300 e 350 mila ascoltatori radiofonici.

"Migliora anche la raccolta pubblicitaria, cresciuta a doppia cifra nel 2015 grazie a un interesse costante delle imprese che lavorano con prodotti e servizi sostenibili - ha aggiunto il ceo -. Siamo l'unico network che focalizza tutte le proprie risorse su queste attività. Un vero e proprio Hub per le principali associazioni e community del settore".

Il brand realizza anche progetti di comunicazione su richiesta dei partner: "L'advertising tradizionale sta morendo - ha sottolineato Roveda -. Non a caso la stragrande maggioranza del nostro fatturato arriva dalla produzione di piani di comunicazione integrati e crossmediali che, spesso, culminano nell'organizzazione di eventi fisici".  

Tra i vari progetti, la scorsa estate LifeGate ne ha realizzato uno per BMW, che prevedeva una prova della vettura elettrica I3 legata al mondo dell'alimentazione: con l'occasione sono stati pensati alcuni weekend a bordo dell'auto, promossi attraverso un minisito ad hoc e le inventory del network, nel corso dei quali gli utenti girando Milano hanno consumato una selezione di prodotti biologici. L'obiettivo, raggiunto con successo, era quello di coinvolgere persone mediamente non interessate, regalando un'esperienza culinaria nell’anno dell'Esposizione Universale da sperimentare anche in famiglia.

Tornando all’Osservatorio presentato oggi, che monitora a cadenza annuale le percezioni degli italiani rispetto ai principali aspetti della sostenibilità attraverso interviste telefoniche, è stato individuato un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione nazionale maggiorenne. In particolare, l’indagine scandaglia le declinazioni del concetto di sostenibilità in termini di livello di conoscenza, atteggiamenti, comportamenti di consumo e di acquisto.

Introdotta da Roveda e illustrata dal sociologo Renato Mannheimer, la presentazione ha messo a fuoco gli scostamenti rispetto all’edizione 2015, realizzata all’inizio del semestre di EXPO. Se prima dell’Esposizione Universale emergeva un approccio tendenzialmente positivo degli italiani ai temi della sostenibilità nonostante la crisi, rilevando atteggiamenti di consumo e di acquisto consapevoli da parte di una quota consistente della popolazione (23%), in questa edizione il trend appare ancora più evidente.

Non solo la percentuale degli italiani convinti che della sostenibilità non si possa fare a meno anche in tempo di crisi è salita dal 27% al 37%, così come è passata dal 17% al 22% la quota di coloro che ritengono sia una tendenza da cavalcare, ma soprattutto è cresciuto il livello di comprensione dei 'vocaboli' della sostenibilità. Da quest’ultimo punto di vista, è possibile quindi parlare di un 'effetto EXPO'.

La massa di informazioni veicolata attraverso l’Esposizione Universale, infatti, si rispecchia nell’aumento del 5% della familiarità con concetti quali sviluppo sostenibile, sostenibilità ambientale, energia sostenibile, sostenibilità sociale, sostenibilità economica, mobilità sostenibile, città sostenibile, turismo sostenibile, alimentazione sostenibile e casa sostenibile. L’energia rinnovabile è il concetto più popolare, con il 40% del campione che ne ha sentito parlare e saprebbe descriverne il significato (+8% rispetto alla prima edizione dell’Osservatorio).

“Siamo di fronte ad un cambiamento significativo e sempre più rilevante della nostra cultura sociale - ha affermato Mannheimer -. Esaurite le 'vecchie' ideologie, L’attenzione alla sostenibilità sta diventando sempre più uno dei valori portanti del pensiero collettivo e dei comportamenti che ne seguono". 

clicca per ingrandireDal quadro generale tratteggiato dall’Osservatorio emerge che circa 2/3 degli italiani collocano il tema della sostenibilità davanti alla crisi economica. Alla domanda "In un momento di crisi economica, le persone hanno cose più urgenti di cui occuparsi della sostenibilità?", infatti, il 27% risponde di non essere d’accordo: il 18% in più rispetto al dato dell’anno scorso. Gli 'appassionati' e 'interessati' ai temi della sostenibilità, sono saliti al 62% contro il 43% rilevato nella prima edizione.

“La sostenibilità è diventato un tema sentito e centrale, i risultati dell'Osservatorio sono un’importante tappa di un percorso di cambiamento già in atto che non si fermerà - ha puntualizzato Roveda -. Unendo il 29% di appassionati e il 33% di interessati, infatti, si raggiunge una quota maggioritaria della popolazione adulta del Paese.”

Il secondo Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile fotografa ulteriori aspetti che confermano la crescita di una diffusa consapevolezza ambientale coerentemente tradotta nell’adozione di pratiche 'virtuose'. L’86% degli intervistati, infatti, dichiara di fare sempre la raccolta differenziata (+18% rispetto al 2015) e il 36% evita di utilizzare l’auto ogni qual volta sia possibile (+24%).

Inoltre, crece del 21% la quota di italiani che dichiara di consumare alimenti a km zero, che si attesta al 33%. Rilevante anche l’incremento in doppia cifra nell’indice di disponibilità all’acquisto di beni sostenibili. Il 61% del campione, infatti, acquisterebbe elettrodomestici a basso consumo anche a fronte di un prezzo superiore, il 61% lampadine a LED per illuminare casa e il 26% è disposto a spendere di più per comprare energia da fonti rinnovabili.

Non passa inosservato l’effetto EXPO sul cibo, riflesso nella preferenza accordata dal 52% degli intervistati all’acquisto di prodotti a km zero e nel 47% che privilegia i prodotti da agricoltura biologica. A parità di sostenibilità, inoltre, l’80% degli intervistati dichiara di preferire l’acquisto di prodotti Made in Italy.

Secondo le rilevazioni LifeGate ed Eumetra Monterosa, poi, al primo posto tra le motivazioni figura il senso di responsabilità per le generazioni future (85% delle indicazioni), seguita dalla ricerca del benessere e dall’amore per l’ambiente (81%).


Alessandro Rimi