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Space Available Here. Yesterday, i finti Abbonati ed il vero Gidello (ovvero, la differenza tra vero e verosimile la fa la creatività)

Nella sua rubrica Pasquale Diaferia riflette su verità e fake news. "Se vogliamo che le nostre idee siano amate, dobbiamo produrne in grande quantità di sempre nuove, sempre più originali, sempre più vere anche nella loro falsità. Perchè dire la verità è ancora più decisivo. Soprattutto per noi creativi. Soprattutto in tempi di Fake News".

”Di alla ragazza che ami che la ami. E di sempre la verità.”

E' la battuta chiave di "Yesterday", il nuovo film di Danny Boyle. La pronuncia un John Lennon settantottenne e “verosimilmente redivivo”, colto nel suo buen retiro sull'oceano dal protagonista della pellicola: uno sconosciuto musicista che, dopo un black out mondiale, scopre che nessuno ricorda più le canzoni dei Beatles, tranne Lui. E su questo privilegio costruisce una carriera fenomenale, basata sul falso più puro, ma che tutti colgono come verosimile: Yesterday l'ho inventata io.

Si potrebbe dire che non è originale, l'idea del film: ricordiamo tutti un Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere” sedurre una bella fanciulla “inventando” su due piedi la melodia di Michelle, sempre dei Beatles, dopo essere finito nel 1200 con il partner Benigni attraverso una altrettanto improbabile macchina del tempo.

Eppure, la differenza tra fiction e realtà nella nostra vita si riduce sempre più drasticamente, complice sopratutto il vivere in tempi in cui il falso, di cui le fake news sono solo una parte, è quasi più interessante della verità vera.

Fa sorridere per esempio la scoperta di questi giorni di quasi 5 milioni di accessi fraudolenti alle pay tv, con oltre 700mila italiani a rischio di costosissimo procedimento penale per aver usato con regolarità tessere e Usb card tarocche: soddisfavano la propria voglia di partite di calcio e di serie di culto. Fa un po' meno ridere se si pensa che il mercato delle tv a pagamento non riesce a superare il muro dei 5 milioni di abbonamenti ufficiali: è la dimostrazione che l'attuale sistema misto di pagamento (canone della tv di stato a cui si aggiungono i costi per il Pay per view) rappresenta un modello che ormai una quota altissima di consumatori considera insostenibile. 

Insomma, il prezzo della droga televisiva è superiore alle disponibilità della classe media del paese. 

Insomma, le tessere saranno tarocche, ma la gente ha reale voglia di seguire serie tv di culto e grande sport. 

Ma è il prezzo ad essere realmente tarocco, ingiustificato rispetto alla realtà di altri paesi, dove gli OTT dominano il mercato e permettono l'acquisto di singoli pezzi di informazione ed intrattenimento a tariffe nelle disponibilità di ogni consumatore. Quei falsi abbonamenti soddisfano quindi le reali esigenze del mercato. Il Marketing editoriale e la politica dovrebbero comprendere che quelle azioni legali vanno contro le necessità dei consumatori. E, se non ricordo male, grandi rivoluzioni sono nate quando qualcuno ha voluto far pagare troppo quello che per molti era una necessità: gli Stati Uniti sono nati da una rivolta fiscale contro le tariffe del the inglese, più recentemente i gilet jaunes per l'aumento del gasolio. Chissà che una vera rivoluzione non sia alle porte, visto che non si potrà continuare a perseguire milioni di italiani che vogliono acquistare, al giusto prezzo, un prodotto che invece viene commercializzato in regime di monopolio.

Fa poi davvero allegria scoprire che, in un mondo di falsi abbonamenti tv, vince la creatività che rende vero quello che non esiste. Qualche giorno fa, sugli scaffali di una famosa catena di GDO venivano vendute, a prezzo scontato, confezioni di alcuni misteriosi prodotti: Luvetti, Bradelli e, sopratutto, Gidelli.

Foto diffuse sui social, in cui utenti chiedevano lumi su queste confezioni, firmate da un'azienda altrettanto misteriosa, Agnosis. Commenti stupefatti, diffusione virale, addirittura hostess che nei corridoi del supermercato fermavano i clienti, segnalando che i Gidelli a quel prezzo erano un'opportunità da non perdere. E davanti all'aria perduta di chi non riusciva a trovare nella sua memoria lo scaffale in cui era depositato quel nome, la spiegazione, semplice semplice, arrivava dalle parole di un premio Nobel, Rita Levi Montalcini: “Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all'Alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi.” 

Un'operazione di comunicazione, firmata Superhumans, per la Fondazione EBRI alla ricerca di donazioni a favore della ricerca sull'Alzheimer, per la quale purtroppo ad oggi non esiste ancora una cura (qui il video da condividere).

Una malattia, un mondo a sé, in cui un malato di Alzheimer è circondato di oggetti comuni che diventano via via sempre più sconosciuti e improvvisamente appaiono astratti: un disturbo chiamato proprio “agnosia”. Con un colpo di creatività, proprio il concretizzarsi di un Gidello vero, in una confezione vera, in un supermercato vero, ricorda a noi che siamo fortunati perchè non siamo malati. Ma ti mette di fronte alla sofferenza incomprensibile di chi malato lo è, per davvero.

Applaudiamo l'agenzia romana per aver lanciato con successo la campagna (in poche ore ha raggiunto decine di testate ed è diventata subito virale in rete).

Al tempo stesso, prendiamo atto del fatto che non tutto il fake viene per nuocere. 

Come i "falsi veri" abbonamenti alle pay tv ci richiamano alla necessità di uscire da un sistema radiotelevisivo ancora ancorato a monopoli di altri tempi, in cui la tecnologia e l'offerta non erano guidate dalla democratica tecnologia digitale, allo stesso modo il "vero falso" Gidello ci richiama al dovere di affrontare gradi temi partendo dalla nostra consapevolezza individuale.

Esattamente come il vero falso Lennon di Danny Boyle ci ricorda che non basta amare il nostro lavoro di creativi. Se vogliamo che le nostre idee siano amate, dobbiamo produrne in grande quantità di sempre nuove, sempre più originali, sempre più vere anche nella loro falsità.

Perchè dire la verità è ancora più decisivo.

Soprattutto per noi creativi. Soprattutto in tempi di Fake News.

Pasquale Diaferia (twitter @pipiccola)