Congresso - convegno

Le nuove tecnologie fanno leva sulle emozioni (che oggi si possono anche misurare). Al Bea Italia 2023 il racconto di Digivents, Yeg! e Laser Entertainment

I partner sono sempre più strutture indispensabili per la produzione e l’evoluzione tecnologica della live communication, che oggi viaggia sull’impiego di piattaforme innovative e tool iper-performanti.

Un viaggio nelle nuove frontiere degli eventi. Oggi i partner degli eventi sono sinonimo di un’innovazione che rivoluziona l’esperienza della live communication creando impatti straordinari e memorabili.

Ne hanno parlato al Bea Italia 2023 Flavio Ventre, Partner & Managing Director Digivents, Andrea Milanino, Digital Strategist Yeg! e Mattia Diomedi, Art director & Visual designer di Laser Entertainment, partendo dal presupposto che oggi e i servizi proposti si fondano su due asset fondamentali: da una parte, apparati ultra tecnologici che ottimizzano e massimizzano la fruizione, dall’altra, la capacità di far leva sulle emozioni che generano esperienze di forte impatto emotivo.

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Ma come le loro offerte contribuiscono a questa rivoluzione sul piano tecnologico ed emotivo?

Digivents, ad esempio, ha sviluppato una piattaforma specifica per la gestione degli eventi che cura in tutte le fasi a partire dalla componente organizzativa fino al live e al post evento. “Nel mondo degli eventi sa che esistono gli EMS, gli Event Management System, che aiutano a gestire gli step della realizzazione di un evento. Molto spesso, tuttavia, si tratta di approcci piuttosto standard e il modello organizzativo è limitato. La nostra piattaforma riesce a evitare una serie di problematiche cruciali”, spiega Ventre. Un esempio pratico? “Prendiamo un evento mediamente complesso, dove qualcuno gestisce un Excel con la lista degli invitati, qualcun’altro gestisce l'elenco degli inviti a una determinata parte degli invitati e magari un'agenzia di viaggi esterni si preoccupa dell'acquisto dei biglietti e dell'alimentazione di tutte le informazioni di viaggio. Immaginate di avere tre file con diverse iscrizioni che vengono aggiornati in differita: finisce che c’è qualcuno che non riceve l'invito o peggio, i biglietti aerei. L’utilizzo di una piattaforma consente di ridurre fortemente - se non addirittura eliminare - questa componente, perché abbiamo un database univoco con integrità di informazioni. Chi aggiorna la piattaforma lavora sugli stessi dati, per cui si può assicurare la tranquillità della correttezza dei dati”.

C’è un’altra funzionalità strategica. “Poter efficientare i processi: prendiamo ad esempio 1.000 persone da portare a Barcellona per un evento. Che succede? Devo mandare 1.000 mail a 1.000 persone diverse. Senza un tool che gestisca tutto in maniera automatizzata, c’è un rischioso margine di errore. Quello che facciamo noi è caricare i 1.000 titoli di viaggio con un unico drag&drop e assegnare i documenti automaticamente alla persona. Sono 10 minuti contro tante ore e possibilità di errore nulla”. Poi, ovviamente, c’è il vantaggio della comunicazione multicananale in una piattaforma univoca e il monitoraggio. “Il terzo step che si può fare con una piattaforma come la nostra è proprio il monitoraggio dei Kpi, garantendo la possibilità di definirli, sia a livello di quantità sia e soprattutto a livello di interesse, interazione, engagement e networking. Questo permette di capire se l’evento sta andando nella direzione desiderata”.

Sapere che i dati non vanno dispersi è un punto importantissimo. “Se consideriamo l’evento come un canale di comunicazione in cui c'è una persona che trasmette un messaggio e c’è un destinatario e l'evento è il contenuto, tutto è molto simile agli altri media tradizionali. L'unica cosa che cambia è che nell'evento c'è una componente umana ed è proprio quella la variabile che rende l'evento perfetto per comunicare determinati messaggi. E non c'è modo migliore di valutare un evento che quello di valutare l'efficacia del messaggio”, spiega Milanino. “Abbiamo visto una piattaforma che crea un funnel dal pre evento al post. D*motion cosa fa? Prende quei dati, li pesa e crea tre pilastri: partecipazione, performance e coinvolgimento emozionale. Poi, al termine dell’evento, racconta ai propri clienti com’è andato l’evento con uno strumento come questo che cattura in tempo reale le emozioni di fronte a un contenuto”.

Non si tratta di un’opinione, ma di un progetto. “D*motion dà la possibilità di poter scegliere cosa fare per migliorare e ottimizzare un evento e poter stabilire quello che è il ROint, Return of Interaction, il primo algoritmo che restituisce il ritorno in termini di interazione. Poiché a oggi l’evento è un mondo di opinioni, il nostro obiettivo è rivoluzionare questo approccio e lo facciamo tramite l'utilizzo Kpi di piattaforme che vengono studiate e un funnel di partecipazione perché se l’evento è un media, il fine è quello che le persone si divertano e creino contenuto. Noi rendiamo le aziende che lavorano in questo mercato business partner degli eventi, il cliente diventa customer based. In sintesi, rivoluzioniamo l’evento grazie ai dati”.

La rivoluzione tecnologica passa anche attraverso Laser Entertainment, partner a servizio degli eventi da 30 anni. “Abbiamo una specializzazione nel multimedia, il nostro core è quello di integrare le tecnologie al servizio della spettacolarizzazione dell'evento e lo facciamo in diverse forme. Prima di tutto, con il laser show, con cui abbiamo realizzato, ad esempio, l’Aida a Verona per il centenario di Verona Opera Festival con un evento che è andato in diretta mondiale con oltre 1.800.000 spettatori nel mondo: con dei laser abbiamo creato spettacolari scenografie luminose di grande impatto e molto coinvolgenti. O, ancora, le coreografie di Waves di Roberto Bolle, dove Roberto fa un vero e proprio passo a due con il laser, che diventa un elemento essenziale della performance. Un’altra tecnologia che utilizziamo spesso è il videomapping, con cui abbiamo realizzato l’evento per Hermes ai Bagni Misteriosi con una proiezione impattante che abbracciava tutto l’evento, immergendo gli spettatori in un viaggio virtuale su una nave”.

Le tecnologie di Laser Entertainment si applicano a tutto il mondo della comunicazione, edutainment compreso. “Come le installazioni che riguardano il mondo dell’arte e dei musei. Per la mostra Solarpunk a Bergamo abbiamo creato un esperimento sociale immersivo per riflettere sui cambiamenti climatici. Al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso abbiamo creato un’installazione interattiva con una proiezione che visualizza i 20 mila manifesti della collezione in una riproduzione randomica, con tag che permettono all’utente di visualizzare le opere. Al Museo di Santa Giulia a Brescia, per la sezione romana, si è puntato su un allestimento con alto contenuto tecnologico per aumentare l’engagement del pubblico: stanze con led, proiezioni mappate e molte altre tecnologie”.

Infine, l’Olobox, esposto al Bea 2023 dove tutti gli invitati hanno provato la sensazione di vedersi in ologramma. “Si tratta di uno schermo trasparente che crea l’illusione dell’ologramma con diversi campi di utilizzo, dall’evento all’advertising, alla telepresenza, alla teleconferenza, all’avatar animato con AI, educational, hospitality, telemedicina… Totalmente customizzabile, si può riempire di qualsiasi contenuto, con la grande forza di visualizzare persone e oggetti a grandezza reale”.

Serena Roberti