
Evento sportivo
A Roma la presentazione del 109° Giro d’Italia 2026 e del Giro d’Italia Women 2026. Alessandro Onorato: "Vogliamo che il Grande Arrivo nella Capitale diventi tradizione. L’indotto 2025 è stato di 2,1 miliardi"
All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone sono stati svelati i percorsi del 109° Giro d’Italia 2026 e del Giro d’Italia Women 2026, due eventi che attraverseranno non solo lo sport ma anche cultura, territori e nuovi orizzonti economici.
Il vernissage – condotto dalle voci di Pierluigi Pardo e Barbara Pedrotti – ha riunito un parterre d’eccezione: campioni, istituzioni, aziende partner e personalità del mondo dello spettacolo, tutte accomunate da una parola chiave: passione.
L’obiettivo dichiarato dal team organizzativo è chiaro: un Giro capace di fondere tradizione e innovazione. Il direttore tecnico Mauro Vegni ha sottolineato come il percorso 2026 sia «moderno ma intriso di memoria storica, con tappe più corte ma insidiose, sette arrivi in salita, un’unica cronometro più lunga del passato e un’alternanza studiata per premiare coraggio e tattica».
Parole simili da parte dell’AD della divisione grandi eventi RCS Sports & Events, Paolo Bellino, che ha definito i campioni «l’essenza dell’evento» ma anche la corsa «una piattaforma mediatica unica, capace di attraversare oltre 500 comuni e 5000 km di produzione televisiva tecnologicamente avanzata».
Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha parlato del Giro come di «un patrimonio nazionale che ha seminato storia, gesti eroici e ora guarda a una nuova generazione di talenti italiani», richiamando l’importanza dell’apertura internazionale dopo il passaggio in Albania nel 2025 e la nuova partenza dalla Bulgaria nel 2026.
A confermare il respiro geopolitico dell’evento anche il vicepremier Antonio Tajani, che ha ufficializzato la nomina del Giro d’Italia come «Ambasciatore dello Sport Italiano nel Mondo». «Non solo sport – ha detto – ma una piattaforma straordinaria di diplomazia, innovazione, ingegno e promozione del Made in Italy».
La grande novità del 2026 sarà la Grand Départ in Bulgaria, annunciata dal premier bulgaro Rosen Zhelyazkov: «Per il nostro Paese sarà un’occasione imperdibile per mostrare storia, tradizioni e capacità organizzativa. Lo sport unisce cultura, dialogo, amicizia e rispetto».
Tra gli ospiti più attesi, le stelle del pedale.
Il recente vincitore del Giro 2025, Simon Yates, ha raccontato il suo legame emotivo con la «tappa dolorosa ma iconica del 2018 al Colle delle Finestre», rivissuta con brividi anche nel 2025: «Quando ho visto il Finestre sul percorso 2026 ho pensato: “Oh no, di nuovo…”, ma sono pronto a reagire ancora. Il Giro per me è speciale». Analizzando il 2026, Yates ha citato il «durissimo Blockhaus» e la tappa alpina di Aosta come snodi cruciali.
Dal fronte italiano, uno dei simboli globali del ciclismo, Vincenzo Nibali, ha confermato: «Il primo arrivo in salita al Blockhaus sarà subito decisivo e l’ultima settimana tra le Dolomiti il vero crescendo di difficoltà. Aosta richiederà grande squadra e grandi gambe. Il vero cuore del Giro resta la sfida dell’uomo contro natura e fatica».
Per le Women, l’eroina azzurra Elisa Longo Borghini ha parlato di «emozione indescrivibile nel vincere davanti alla famiglia per due anni consecutivi» e ha indicato la Rivoli–Sestriere come uno dei suoi grandi obiettivi: «Il Finestre è iconico, mi alleno spesso lì. La tappa di Saluzzo sarà ancora più speciale perché passerà da Osasco, il paese di mio marito, e so che ci sarà tanto tifo».
A dare concretezza economica alla Corsa Rosa ci ha pensato l’editore e presidente del gruppo, Urbano Cairo, che ha ricordato l’impatto diretto sull’export italiano: «Oltre 2,5 miliardi di euro di contributo alle esportazioni, 16 partenze dall’estero: una vetrina straordinaria».
Sul fronte Made in Italy e business, il presidente dell’agenzia governativa per l’export ICE, Matteo Zoppas, ha svelato dati record: 800 milioni di audience globale, 18 milioni di contatti unici esteri, 1,5 milioni di clienti abituali generati e oltre 2 miliardi di euro di nuovo business.
A ribadire l’importanza culturale e territoriale dell’evento anche i vertici istituzionali dello sport e del giornalismo:
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Il numero uno dello sport olimpico italiano, CONI, attraverso le parole del presidente Luciano Buonfiglio: «Il ciclismo è parte della storia d’Italia e la crescita del movimento femminile è motivo di orgoglio nazionale».
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Il ministro Abodi ha aggiunto che la collaborazione europea non si ferma allo sport ma sostanzia nuove partnership istituzionali.
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Parole di storia e umanità dal direttore de La Gazzetta dello Sport, Stefano Barigelli: «Nel 2026 celebreremo 130 anni di avventura insieme al Giro».
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Centralità delle donne e dei giovani evidenziata da Cordiano Dagnoni e da Lega del Ciclismo Professionistico, rappresentata dal presidente Roberto Pella: «Il Giro si regge su 4 pilastri: campioni, istituzioni, territori e internazionalizzazione».
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Strategia organizzativa e promozione dei piccoli comuni ribadita dall’assessore di Roma Capitale, Alessandro Onorato: «Vogliamo che il Grande Arrivo nella Capitale diventi tradizione. L’indotto 2025 è stato di 2,1 miliardi secondo le stime di Banca Ifis».
Tra salite simbolo come il Blockhaus, le Alpi di Aosta, i panorami dolomitici e il gran finale ai piedi del Colosseo, l’edizione 2026 promette un Giro duro, spettacolare, umano. Un’edizione che – come ha ricordato Tajani – «pedala verso il futuro con il cuore nella leggenda».
L’Italia si prepara. Il mondo osserva. La Corsa Rosa prende la rincorsa. E questa volta partirà da un nuovo punto sulla mappa, per continuare una lunga storia di fatica, imprese e rinascite.

