Scenari

Comunicare Domani. Secondo il Media Hub UNA il mercato adv nel 2025 chiuderà a +3,2% (11,9 mld) e nel 2026 a +4,5% (12,5 mld). L’Experiential Marketing vale altri 5 miliardi e cresce a doppia cifra trainato da eventi e sponsorizzazioni

Il mercato pubblicitario italiano chiuderà il 2025 raggiungendo 12 miliardi di euro. Un quarto degli investimenti proviene dagli Small Business, che spingono soprattutto le piattaforme digitali: senza il loro contributo il mercato scende a 9 miliardi e la crescita si riduce al +0,9%, quasi piatta come il PIL. Il video resta dominante (54% degli investimenti, con la TV a 4,2 miliardi), mentre l’Advanced TV sale a 700 milioni. Il 2026 si prospetta più brillante: i grandi eventi sportivi porteranno un “boost” da quasi un miliardo, con il mercato advertising tradizionale atteso a +4,5% e l’experiential marketing a +6,9%.

In un’Italia che continua a muoversi a passo lento sul fronte economico, con un PIL previsto quasi fermo e un sentiment dei consumatori che non recupera da anni, il mercato della pubblicità riesce ancora una volta a sorprendere. È lo scenario delineato da Federica Setti, portavoce del Media Hub di UNA, nel suo intervento a Comunicare Domani, dove – tra Shakespeare e Aldous Huxley – ha raccontato come la comunicazione stia riuscendo a crescere in un “Nuovo Mondo Coraggioso”, proprio laddove l’economia fatica.

Caratterizzato da un ritmo a due velocità – un primo semestre brillante, un’estate più debole, un autunno complicato per alcuni mezzi – il 2025 si chiuderà infatti con un risultato positivo, tutt’altro che scontato: +3,2% sul totale investito, per un valore complessivo di 12 miliardi di euro. Una performance significativa, considerando che l’anno precedente aveva beneficiato dell’effetto eventi e di un mercato particolarmente dinamico (+7%).

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Dentro questi 12 miliardi, però, c’è una componente che cambia profondamente la lettura: lo Small Business, l’universo delle imprese con meno di 50 dipendenti che costituiscono il 95% del tessuto produttivo italiano, che da sole generano un quarto della spesa pubblicitaria totale, con una concentrazione fortissima sulle piattaforme digitali. Senza il loro contributo, il mercato scende a 9 miliardi e la crescita rallenta drasticamente al +0,9%, molto più vicina alla stagnazione dell’economia nazionale. È anche grazie a questa spinta “dal basso” che lo share digitale continua ad aumentare.

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Il cambio di prospettiva con cui UNA analizza l’andamento del mercato riguarda però anche il modo in cui si osserva la comunicazione: Setti ha ribadito infatti ancora una volta come parlare di mezzi sia sempre più riduttivo. Sono i formati a definire la struttura del mercato. E qui il video continua a essere il linguaggio dominante: oltre la metà degli investimenti pubblicitari è destinato a contenuti video, quasi 6,5 miliardi di euro. La televisione rimane la colonna portante, con circa 4,2 miliardi raccolti nel perimetro allargato che include lineare, calcio sulle piattaforme e tutta l’Advanced Tv. Quest’ultima, in particolare, è il vero motore di trasformazione: oggi pesa 700 milioni, e la sua crescita è destinata ad accelerare ulteriormente con l’arrivo di nuovi player nel 2026.

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 Il video online mantiene un ritmo sostenuto, pur risentendo dell’attrazione esercitata dalle CTV. Nel frattempo l’ecosistema del “mondo testo”—che comprende display, search, stampa e out of home—conferma la sua polarizzazione: display e search sommano ormai l’80% del totale, con la search che continua inesorabilmente a crescere mentre si prepara a un cambio di paradigma guidato dall’AI e dai modelli conversazionali. L’OOH sorprende con una crescita a doppia cifra, sostenuta dall’anticipazione dei Giochi di Milano-Cortina e dalla sua componente digitale.

Anche l’audio mantiene una sua centralità: la radio continua a registrare ascolti molto alti nel giorno medio e intercetta 460 milioni, mentre il digital audio—ancora piccolo, ma in forte crescita—comincia a conquistare soprattutto i più giovani, replicando in parte quanto già accade nel video.

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Accanto al mercato advertising tradizionale, Setti richiama l’attenzione su un’altra dimensione che cresce in modo ancora più vigoroso: l’experiential marketing, che porta il mercato della comunicazione complessivo oltre i 16 miliardi di euro. Sponsorizzazioni (in larga parte sportive), eventi, branded content e influencer marketing non sono più nicchie, ma componenti strutturali. Il comparto vale circa 5 miliardi, cresce in modo solido e prosegue a doppia cifra su molte delle sue voci, con gli eventi a guidare l’accelerazione e l’influencer marketing che ha già raggiunto il 10% del totale.

 

IL SIGNIFICATO STRATEGICO PER LE AZIENDE

Dall’analisi del Media Hub UNA emergono sostanzialmente tre direttrici chiare per brand e marketer:

  1. Il video è il linguaggio universale della crescita.

L’espansione dell’Advanced TV e delle CTV riscrive le logiche di allocazione e richiede strategie video end-to-end.

  1. Il digitale non è più un canale: è un’infrastruttura di mercato.

Lo Small Business spinge le piattaforme GAMT (Google, Amazon, Meta e TikTok), ma l’evoluzione della Search impone nuovi modelli operativi basati su AI e conversazione.

  1. L’experiential torna centrale nella costruzione delle brand.

Sponsorship, eventi e creator economy sono ormai pilastri della relazione con il pubblico, soprattutto per generazioni che vivono “in presenza” e “in streaming” con pari intensità.

 

UN PRIMO SGUARDO SUL PROSSIMO ANNO

Lo sguardo al futuro è improntato a un moderato ottimismo: il 2026 sarà un anno di grandi eventi sportivi – dalle Olimpiadi invernali a Sanremo, dai Mondiali di Calcio alle discipline che l’estate 2025 ha riportato al centro dell’attenzione come Tennis, Pallavolo e Ciclismo – e questo porterà un “boost” vicino al miliardo di euro. Le prime stime parlano di un +4,5% per il mercato adv tradizionale e di un +6,9% per la componente experiential. In particolare, televisione e OOH dovrebbero beneficiare a pieno del momentum sportivo, mentre il digitale continuerà a crescere in modo più equilibrato.

La pubblicità, in altre parole, continua a confermarsi un settore anticiclico, capace di assorbire shock e reinventare linguaggi, formati e investimenti. Se l’economia italiana procede con cautela, la comunicazione mostra invece una vitalità alimentata da innovazione, piattaforme, video e nuove forme di presenza nei territori fisici e digitali delle persone. “Il nostro settore continua a mostrare capacità di adattamento e forza, anche in contesti incerti – ha commentato Federica Setti –. L’evoluzione dei formati e l’espansione dei nuovi player digitali ci mostrano un mercato in trasformazione, dove il coraggio e la visione saranno fondamentali per affrontare un futuro che, pur imprevedibile, resta ricco di opportunità”.

 

Tommaso Ridolfi