Scenari

Per un manager su due la tecnologia ha un impatto positivo sul fattore umano in azienda

I risultati della survey condotta da WOBI e Manageritalia in occasione del World Business Forum 2017, in programma a Milano il 7 e l’8 novembre, rivelano gli atteggiamenti dei manager italiani a cavallo tra presente e futuro, in un mondo che avanza ma che vuole rimanere umano.

L’innovazione tecnologica ha un impatto positivo sul fattore umano: oltre il 51% dei manager intervistati dichiara infatti di aver visto nascere nuove opportunità all’interno della propria azienda, mentre solo il 16% crede che questa abbia tolto spazio alle persone.

Un tema, quello della tecnologia e il fattore umano nel business, a cui WOBI ha voluto dedicare l’edizione 2017 del World Business Forum, che si terrà a Milano il 7 e l’8 novembre. Per l’occasione WOBI, in collaborazione con Manageritalia, ha condotto una survey volta a indagare l’importanza che il fattore umano riveste nelle aziende e come esso si collochi rispetto all’utilizzo della tecnologia. Un campione di oltre 500 dirigenti di imprese italiane ha così espresso la propria opinione, evidenziando speranze e timori d’oggi e di domani. Le aziende si trovano ad affrontare una realtà in movimento, dove le tecnologie si stanno sempre più affermando, talvolta, a discapito del fattore umano.

Secondo la maggioranza (circa l’80%) dei manager intervistati le società per cui lavorano mettono, in modo più o meno deciso, le persone al centro del proprio contesto aziendale; la perfetta integrazione tra fattore umano e fattore tecnologico rappresenta in generale la soluzione più idonea per lo sviluppo del business sia nel mondo di oggi (39%) che in quello futuro (38%). Rimane indubbio quindi che l’importanza delle persone sia tutt’ora fondamentale all’interno di un azienda. I vantaggi sono legati innanzitutto a fattori estremamente umani come la creatività (37%) e l’empatia (35%) seguite dal problem solving (12%) e dall’intraprendenza (9%). Non a caso, dalla ricerca, emerge che i settori dell’industria in cui il fattore umano è maggiormente rilevante, sono proprio quegli ambiti in cui queste caratteristiche la fanno da padrona: Comunicazione (30%), Salute (20%), Moda e Arte (17%). Rimangono tuttora alcuni timori legati all’aumento del rischio di errori (28%) e alla incertezza sui risultati delle performance (29%), elementi “facilmente evitabili” con l’utilizzo di sole tecnologie in ambito aziendale.

“La ricerca condotta con Manageritalia offre degli spunti estremamente interessanti” ha commentato Francesco Manzullo, Direttore Marketing WOBI Europe. “L’Italia rimane un paese con forti potenzialità, con manager ‘rinascimentali’ che vogliono il fattore umano al centro dei  propri business ma che al contempo trovano talvolta difficoltà nell’implementarlo. Per queste ragioni WOBI è sempre più convinto a proseguire sulla strada intrapresa 14 anni fa con il World Business Forum a Milano, per sostenere e stimolare l’innovazione e le idee rivoluzionarie nel tessuto imprenditoriale italiano”.

“I manager intervistati – ha affermato Guido Carella, Presidente di Manageritalia - hanno una visione delle nuove tecnologie positiva, le vedono come alleate delle persone e dell’organizzazione aziendale. Questo ci rassicura sulla rivoluzione in atto. Infatti, nuove tecnologie e intelligenza artificiale sono, e devono essere, alleati e supporti di un nuovo lavoro dove all’uomo resta la parte più intelligente e creativa. Se le aziende, spinte e guidate dai manager, penseranno e agiranno così, sarà un bene per competitività del sistema e professionalità delle persone. Dobbiamo crederci e cavalcare questo futuro per plasmarlo e non subirlo.”