Scenari

Società Benefit 2024: il 32,5% delle finalità di beneficio comune è incentrato sull’impatto verso comunità locale e territorio. Il 51,9% delle finalità si focalizza su impegni nell’area sociale

NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio Brindisi-Taranto, Assobenefit hanno realizzato una Ricerca Nazionale analizzando 3.619 società benefit italiane e identificato le 18.618 finalità specifiche di beneficio comune, in media 5,8 per azienda.

Anche grazie all’utilizzo di strumenti di IA applicati all’analisi testuale, per la prima volta  è stato possibile analizzare in modo sistemico gli statuti di tutte le Società Benefit italiane  (3.619 a fine 2023), identificando le 18.618 finalità specifiche di beneficio comune, in  media 5,8 per azienda. Tali finalità sono state categorizzate secondo uno standard  internazionale, evidenziando così gli impegni concreti e pubblici che queste aziende  assumono nei confronti delle persone, delle comunità e dell’ambiente.  

Le Società Benefit italiane dimostrano così un impegno per generare un impatto positivo  sui propri stakeholder, caratterizzato da senso di appartenenza al territorio,  consapevolezza organizzativa e orientamento all’equità. Più in particolare, dalla classificazione delle finalità emerge che: 

il 32,5% (6.045 finalità) ha come argomento il Capitale Sociale, a evidenziare il  forte legame con la comunità locale e il territorio in cui le aziende sono inserite.  Un approccio che, riprendendo il motto olivettiano, si può tradurre con il principio  che «L’impresa è Comunità». 

● il 24,4% (4.542 finalità) riguarda l’innovazione del Modello di Business, con  impegni relativi al ridisegno dei processi interni e lungo la catena di fornitura,  delle logiche di progettazione di prodotti e servizi in ottica di sostenibilità;  

il 17,6% (3.271 finalità) afferisce alle politiche di gestione del Capitale Umano,  che incide sull’equità, sull’organizzazione del lavoro, sul benessere e la  valorizzazione delle persone, sui processi di formazione e sviluppo e sui modelli  di welfare aziendale; 

il 13,4% (2.494 finalità) rientra nell’area Leadership e Governance e riguarda le  pratiche di gestione aziendale (del rischio, la sicurezza, i conflitti di interesse) e  la diffusione del modello benefit; 

● e infine con il 12,2% (2.266 finalità) gli impegni per l’Ambiente. Percentuale dovuta al fatto che il 30,5% delle Società Benefit italiane appartiene al settore dei  servizi, in cui gli impatti ambientali sono prevalentemente indiretti e quindi meno  controllabili; inoltre nello standard adottato il lavoro di ottimizzazione dell’impatto  anche ambientale dei processi e prodotti ricade nell’area Modello di Business. 

Questa la fotografia che emerge dalla parte 2 della Ricerca Nazionale sulle Società  Benefit 2024 – realizzata da: NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo,  InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di  Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit

Entrando nei dettagli, le categorie delle finalità specifiche di beneficio comune rivelano  una forte attenzione alle relazioni con la comunità (28,2%), seguite dal coinvolgimento,  dalla diversità e dall’inclusione delle persone (14,7%) e dalla diffusione del modello  benefit (10,4%). Completano le prime cinque posizioni la resilienza del modello di business (8,2%) e la progettazione del prodotto e la gestione del suo ciclo di vita (8,2%)

A conferma dell’attaccamento alla comunità e al territorio, raggruppando le finalità  secondo l'approccio ESG (Environmental, Social, Governance), si evidenzia una particolare attenzione alle attività che producono un impatto sociale positivo (9.671  finalità, 51,9%), seguite da quelle legate all’ambiente (4.832 finalità, 25,6%) e infine alla  governance (4.115 finalità, 22,1%). Come prevedibile, la propensione a prendere  impegni verso l'ambiente aumenta nelle aziende dei settori più hard, come la  trasformazione delle materie prime, prodotti, infrastrutture e trasporti, in cui gli impatti  ambientali sono diretta conseguenza delle scelte ambientali, mentre è minore nelle  imprese di servizi. 

La mappatura delle finalità di beneficio comune è stata realizzata utilizzando lo standard  internazionale Sustainability Accounting Standards Board (SASB), riconosciuto a  livello mondiale per la classificazione di questioni ambientali, sociali e di governance più  rilevanti relativamente ai rischi finanziari associati in 77 diversi settori. Per ogni settore,  lo standard SASB permette di analizzare anche la materialità, ovvero quanto un certo  tema influenza le performance di sostenibilità dell’azienda in uno specifico settore.

Tra le Società Benefit, circa 8 su 10 (il 78,0%) hanno indicato almeno una finalità  specifica di beneficio comune materiale, dimostrando consapevolezza su quali siano  i fattori critici globali per aumentare l’impatto nel proprio settore. Il dato aumenta al  crescere della dimensione aziendale: 75,5% per le micro aziende rispetto all’87,7% per  le grandi, più strutturate. A queste finalità materiali (in media 2 per ogni azienda), le  Società Benefit ne aggiungono altre che meglio interpretano la propria specifica  vocazione e che ritengono rilevanti per il particolare contesto economico, sociale e  ambientale in cui operano. 

Per la prima volta l’incrocio tra i dati sulle  Società Benefit contenuti nel Registro delle Imprese e forniti dalla Camera di Commercio  di Brindisi - Taranto con il supporto di InfoCamere, ha permesso un’analisi sistematica  di tutte le Società Benefit su scala nazionale. Inoltre l’approccio di “intelligenza umana  aumentata”, ha integrato strumenti di intelligenza artificiale per la prima fase di  assegnazione delle finalità affiancati dalla verifica manuale effettuata da un team di  esperti del settore. 

Società Benefit è uno status giuridico adottato da imprese che, oltre allo scopo di dividere  gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo  responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, ambiente e stakeholder,  impegnandosi a valutare in maniera trasparente il proprio impatto. 

I principi costitutivi delle Società Benefit sono definiti nella legge 28 dicembre 2015, n.  208. Nel 2016 l’Italia è diventata il primo Paese, dopo gli Stati Uniti, a introdurre nella  propria legislazione la possibilità per le aziende di adottare la qualifica di Società Benefit.  Secondo la norma, le Società Benefit presentano alcune sostanziali novità: 

● Una o più finalità di beneficio comune indicate nell’oggetto sociale. La  realizzazione di un beneficio comune viene pertanto a configurarsi come un  obbligo giuridico di natura statutaria. 

● L’obbligo, nella gestione, di bilanciare l’interesse dei soci con il perseguimento  delle finalità di beneficio comune e gli interessi degli stakeholder. 

● L’obbligo di comunicare in maniera trasparente il perseguimento del beneficio  comune con una relazione annuale che contempli anche la misurazione  dell’impatto generato – secondo standard di valutazione esterni – su  governance, lavoratori, stakeholder del territorio e ambiente. 

● La necessità di individuare un soggetto all’interno della società responsabile per  il perseguimento del Beneficio comune.