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Albanese, Taddeucci: 'Enel, un racconto da assaporare'
Una formula innovativa, un filmato di 3 minuti, accompagnato da una voce
calda e profonda, quella di Giancarlo Giannini, che racconta
tre favole per spiegare come 'L'energia va oltre ciò che
vediamo'. E' la nuova campagna istituzionale Enel, che
emerge dal coro elettrizzante degli attuali spot, frenetici e sfuggenti, con un
taglio cinematografico e una dimensione onirica che si distende
con tranquillità.
Advexpress ha intervistato Luca Albanese e Francesco Taddeucci (nella foto), i direttori creativi di Saatchi&Saatchi Roma che hanno ideato questa originale creatività che punta dritta verso il Festival della Pubblicità di Cannes.
Com'è nata l'idea di questa campagna poco 'pubblicitaria' e molto più simile nello stile a un corto cinematografico?
La prima campagna corporate di Enel andata in onda l'anno scorso ha avuto successo, ha vinto molti premi in Italia e all'estero ed è piaciuta molto alla gente. Quest'anno dovevamo inventarci qualcosa che fosse all'altezza e al contempo che fosse innovativa e di impatto.
Come vi è venuta in mente l'idea di questo spot?
Il brief chiedeva una campagna che spiegasse che portare energia in un Paese non significa solo diffondere luce e gas ma anche impegnarsi, come Enel, nel rispetto dell'ambiente e in attività culturali. Così abbiamo pensato: perchè non proviamo a fare una campagna fuori dalle righe, di forte impatto e spessore, dove sia una voce narrante la protagonista del racconto?
Così avete scelto Giancarlo Giannini...
Sì, lo abbiamo scelto per la sua voce profonda, carismatica, e attorno al suo caratteristico timbro vocale abbiamo costruito il testo, parola per parola, calibrandolo sulle sue tonalità specifiche. L'idea ha trovato espressione in una voce, ha preso forma in un testo e si è con cretizzata in tre spot dal taglio cinematografico.
Perchè vi siete ispirati al cinema nell'ideare il film?
Le storie raccontate nello spot sono diverse dai concept pubblicitari tradizionali che possono essere sintetizzati in 30". Quindi abbiamo pensato a un taglio cinematografico, che potesse assecondare il ritmo lento ed enfatico della voce narrante che scandisce immagini realistiche in un'atmosfera quasi onirica. L'effetto è di grande pathos, anche grazie alla regia di un professionista come Laurence Dunmore. In effetti, il film sa distinguersi molto bene nel flusso pubblicitario costellato da una serie elettrizzante di mini spot di 15" e 30" che si succedono freneticamente nel palinsesto televisivo. Il film Enel, invece, è da gustare con lentezza, assaporandone ogni componente, dal suono alle immagini, al racconto.
Il film punta dritto anche verso Cannes?
Lo abbiamo iscritto al Festival della Pubblicità in due versioni, una sottotitolata e una doppiata, ma sappiamo che lo spot avrà lo svantaggio di essere troppo 'italiano' e di possedere un valore soprattutto linguistico. Confidiamo che i giurati, come ha dichiarato David Droga, presidente della giuria Film e Press, rispettino le identità culturali dei singoli Paesi. Ci piacerebbe che lo spot andasse in shortlist, e che magari vincesse un bronzo...

