Advertising
Il dibattito di Cannes: Media tradizionali vs nuovi Media
Cannes. Dalla nostra inviata Alessandra Roveda. Nell'attesa che i 'nuovi media' vengano declassati a 'media tradizionali' a favore di media ancora più nuovi, il dibattito 'Media tradizionali vs nuovi Media' assume un carattere sempreverde. Su questa discussione tra presente e futuro, vecchio e nuovo, si è incentrato il dibattito tenutosi oggi alla sala Debussy, a cui sono intervenute personalità quali Maurice Levy – chairman & ceo, Publicis Groupe SA; Tom Freston – President & ceo, Viacom; Jean Francois Decaux – chairman & ceo, JCDecaux and Yusuf Mehdi, senior vice president, chief Advertising Strategist, MSN.
Tutti d'accordo sul focalizzare l'importanza
non sul media ma sul consumatore, priorità che il cambio
dei tempi non ha mutato. Mutazione che, sostiene subito Levy (a sinistra nella
foto), non pone assolutamente alcun mezzo contro l'altro ma, anzi, li affianca
l'uno all'altro, moltiplicando le vie di comunicazione. "La tecnologia non deve
separare, ma deve trovare il giusto dialogo anche con i mezzi tradizionali". La
combinazione di vecchi e nuovi media diventa così fonte di sempre nuovi modi di
comunicare. "Bisogna considerare" - continua Levy - "che non stiamo parlando
solo di cambio di media, ma anche di un'evoluzione che coinvolge globalmente la
società e il modo di vivere. E' necessario quindi creare un contatto con le
persone, avere con loro un dialogo diretto, in modo da capire COME
veicolano le loro scelte. E solo allora agire e reagire."
Vivere in mezzo alla gente. Necessità che anche Decaux sottolinea (a sinistra nella foto), portando
d'esempio le affissioni outdoor, che solo conoscendo le abitudini delle persone
possono essere collocate nei posti giusti al momento giusto: bus, treni,
aereoporti, strade. Quale afflusso? Che tipo di gente? Sempre Decaux porta un
altro esempio di interazione e legame costruttivo tra azione della pubblictà e
reazione del consumatore: a Lione, proprio grazie a proventi pubblicitari, la
popolazione ha la possibilità di utilizzare e muoversi per la città con
biciclette messe a disposizione gratis appositamente per favorire il vivere in
comune ed il condividere i beni e le bellezze della città stessa. Conoscendo il
consumatore, le sue abitudini e il suo stile di vita, si viene a conoscenza
anche delle sensazioni con cui si vivono e si recepiscono i vari media: è chiaro
come, ad esempio, la religiosità e il silenzio con cui si vive una sala
cinematografica, sparisce completamente di fronte all'immediatezza e
all'interattività della tv.
"Interattività ancora più incisiva con un mezzo come Internet" - continua Medhi -"con cui il consumatore ha proprio la sensazione di entrare in contatto diretto con il prodotto, decidendo cosa, come e perché sceglierlo. Internet è un potente mezzo per analizzare la reazione del consumatore".
Il festival di Cannes è importante per queste ricerche perché c'è la possibilità di giudicare le campagne con altre campagne provenienti da tutto il mondo, conoscendo così non solo i livelli di creatività raggiunti, ma anche l'evoluzione delle abitudini della gente. "I cambiamenti sono automatici, è ovvio, non si decidono a tavolino" dice Levy "Ciò che è importante è cercare di prevedere questa mobilità, essere avanti. Un pubblicitario deve saper essere anche un consulente, un giornalista, un editore". Ovviamente questa mobilità determina anche un cambiamento negli investimenti, molti dei quali vertono ora sulla ricerca. E' vero che l'avanzare della tecnologia diminuisce la privacy, ma l'eccitante idea della quantità di mondi possibili con cui si può venire a contatto, è comunque una fantastica opportunità.

