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Riparte l'iter della pdl Lusetti e del ddl Butti
Dopo un lungo periodo di silenzio, riprendono il loro iter la proposta di
legge di Renzo Lusetti, attuale deputato della Margherita e
vice capogruppo dell'Ulivo, e il disegno di legge di Alessio
Butti, senatore di An e segretario della Commissione Lavori Pubblici e
Comunicazioni, che furono presentati per la prima volta rispettivamente nel 2002
e nel 2003, e che mirano entrambi a una regolamentazione dell'attività dei
centri media, sulla scia della francese 'Loi Sapin'.
La pdl di Lusetti punta a combattere il presunto strapotere dei centri media, in particolare abolendo i diritti di negoziazione, ovvero la commissione riconosciuta dalla concessionaria al centro media in funzione dei risultati commerciali raggiunti. La legge si propone così, nelle intenzioni dei promotori, di ristabilire un rapporto diretto fra inserzionista ed editore o concessionaria.
Il ddl Butti appare lievemente più favorevole ai centri media. Il decreto sottolinea infatti l'impossibilità di rifarsi alla legge francese Loi Sapin, che mirava soprattutto a colpire il fenomeno del brokeraggio (l'acquisto in proprio degli spazi pubblicitari da parte dei centri media per poi rivenderli alle aziende a un prezzo maggiorato), fenomeno insesistente in Italia; ammette poi una regolamentazione tramite contratto dei premi di fine anno e di "ogni altro rapporto esistente fra centro media e concessionaria", e prevede l'obbligo per le concessionarie di un listino di vendita pubblico e trasparente.
Con la nuova legislatura, come detto, le due proposte hanno ripreso il loro corso. In particolare, la proposta di Lusetti è stata ripresentata lo scorso 28 aprile, e il 13 giugno è stata riassegnata alla X Commissione. Il ddl Butti è stato riassegnato il 7 giugno alla X Commissione Permanente. È prevedibile che il mercato seguirà di nuovo con il fiato sospeso l'iter delle due proposte che, se approvate, singolarmente o riunificate in un documento unico (già nel 2003 la Camera approvò l'abbinamento fra le proposte di legge, in considerazione del fatto che i due testi trattavano analoga materia) potrebbero portare una autentica rivoluzione nel mercato pubblicitario.

