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Tbwa/Italia: +9% nel 2005, obiettivo 2006 +6,5%

Dal 2002 - anno in cui Fanfani e Russo  (rispettivamente ceo e cco) sono entrati nella filiale italiana del Network pubblicitario del gruppo Omnicom -, il fatturato è cresciuto del 52,8%. Bene il 1° semestre dell'anno, con l'acquisizione di Eni, Fs e Ipo (quotazione in Borsa di Piaggio). L'agenzia è in gara per Berloni.

Si conferma il trend positivo per Tbwa/Italia , la filiale italiana del Network del Gruppo Omnicom che com'è ormai tradizione da cinque anni, ha incontrato la stampa per tracciare un bilancio dell'anno trascorso e per fare il punto su quello in corso. Un appuntamento di cui il ceo Marco Fanfani e il Cco Fabrizio Russo (da sinistra, nella foto) sono molto orgogliosi: "E' una modalità che ha creato una nuova tendenza nel settore dell'advertising – hanno dichiarato -, dopo di noi, sono molte le agenzie che hanno seguito il nostro esempio contribuendo alla trasparenza del mercato".

Nonostante non sia stato dichiarato il dato ufficiale, (l'ultimo disponibile, risalente al 2001, è di circa 13 mln di euro), per il noto veto imposto dalla Sec a livello internazionale, il fatturato dell'agenzia nel 2005 è cresciuto del 9%, superando ampiamente gli obiettivi dichiarati (+5%). Un dato ancor più significativo se si considera che la crescita del mercato si è attestata al +2,5%. "E' un traguardo di cui andiamo fieri – hanno commentato i due manager – perchè ottenuto nonostante l'anno scorso sia uscito dal nostro portfolio un cliente come Corriere della Sera. Un esito migliore del previsto, che ha beneficiato anche di una serie di buone notizie giunte tra ottobre e marzo di quest'anno". Il margine operativo lordo invece è compreso tra il 15% e il 20%, in linea con quanto richiesto dalle grosse holding internazionali.

Dal 2002 - anno in cui Fanfani e Russo sono entrati nella filiale italiana - ad oggi, il fatturato di Tbwa/Italia è cresciuto del 52,8% senza nessuna acquisizione, a parità di perimetro. Una parabola che, di anno in anno, ha visto l'agenzia oltrepassare gli obiettivi dichiarati, mettendo a segno, rispettivamente, +13% nel 2002, +14% nel 2003, +12% nel 2004 e, appunto, +9% nel 2005. "Ci sembra significativo far notare – hanno precisato ceo e cco - che la percentuale di fatturato derivante dai clienti acquisiti localmente, per la prima volta nel 2005, ha superato il 50%, raggiungendo un equilibrio ideale tra clienti di network e acquisizioni locali".

Moderatamente ambiziosi gli obiettivi per il 2006, anno che l'agenzia prevede di chiudere a quota +6,5%, "nonostante l'uscita di Corriere della Sera, che ha rappresentato l'8% circa del fatturato 2005" hanno spiegato Russo e Fanfani. Bene anche l'andamento del primo semestre dell'anno, che ha beneficiato di new business come Eni, Ferrovie dello Stato e l'Ipo (quotazione in Borsa di Piaggio), e che induce a un cauto ottimismo. A questi nomi, si aggiungono i clienti già in portfolio, tra i quali spiccano Nissan Italia, Poste Italiane, Bolton Alimentari, Beiersdorf Italia, Henkel, Masterfoods Italia, Sony Italia, Wind, Adidas, Scooter Piaggio, Vespa e Veicoli Trasporto Leggero per il Gruppo Piaggio, Seat 1240. In arrivo, se l'agenzia si aggiudicherà la gara indetta in questi giorni, anche il marchio Berloni.

Altra nota di orgoglio per l'agenzia sono le risorse umane. "Abbiamo incrementato il nostro investimento in formazione – ha detto Fanfani– visto che in cinque anni siamo passati da 60 a più 100 collaboratori diretti e nel nostro business le persone sono il capitale principale. L'intenzione, quest'anno, è di continuare il monitoring delle migliori scuole di pubblicità, perchè crediamo fortemente nella formazione dei creativi. Per questo abbiamo pensato a 'Young Blood', un progetto internazionale di formazione". "Educare internamente nuovi talenti a una mentalità aperta, pronta ad accettare la sfida di un mercato pubblicitario dinamico e vivace – ha precisato Russo – si è dimostrata una carta vincente. In un reparto creativo che ha un'età media inferiore ai 30 anni, il 33% è formato da ex stagisti poi assunti. In un periodo in cui assistiamo all'esplosione di nuove forme di comunicazione e ad una rapida crescita dei mezzi non classici, riteniamo molto più efficace insegnare ai giovani esordienti a elaborare un'idea creativa capace di volare sui tutti i media, rispetto a ridirezionare creativi provenienti da agenzie di pubblicità classica. Questa scelta trova un riflesso in un trend riguardante il Gruppo Omnicom, in cui i tassi di crescita maggiori non riguardano solo l'advertising, ma soprattutto gli altri settori del below e i new media come web, eventi, punti vendita, direct marketing, in cui si concentrano sempre di più anche gli investimenti".

Una riflessione, questa, che non può non tenere in grande considerazione la necessità, richiesta da più parti, che le agenzie si riapproprino del loro ruolo di consulenti a 360° per le aziende, facendo percepire al mercato il proprio spessore qualitativo e la propria credibilità. A riguardo, Marco Fanfani fa notare che "Tbwa si propone ai propri clienti come un regista di comunicazione globale. Per questo abbiamo completato la 'Connection Building', l'operazione iniziata con la concentrazione nelle sedi romana e milanese di tutte le competenze e di Tequila e Tequila Digital, e promuoviamo una sinergia sempre più forte tra account e creativi".

"Certamente – precisa Fanfani – l'affermazione e la valorizzazione della nostra capacità consulenziale rappresenta un passo importante nel migliorare la gestione del sistema gare. Le agenzie, in primis, devono saper dire no alle gare più oscene evitando scivoloni sulle remunerazioni. Su questo fronte molto sta facendo AssoComunicazione, quindi non posso che essere ottimista".

Infine, volgendo lo sguardo al Festival di Cannes, Russo ha tracciato un breve bilancio: "Quest'anno non abbiamo brillato, sia come agenzia che come Paese. Di fatto, erano pochi i lavori iscritti, ancora meno quelli meritevoli di un premio. E per vincere alla lotteria, servono 500 biglietti, non 10. Andrà meglio l'anno prossimo. Quel che posso affermare, anche a fronte della mia esperienza di giurato, è l'assoluta inesistenza, al Festival, di qualsiasi ipotetico 'complotto' contro l'Italia. Nel nostro Paese abbiamo ottimi creativi, ma una logica sbagliata, perchè in pubblicità si tende a prestare più attenzione al 'come' raccontare qualcosa, e meno al contenuto del messaggio. Dobbiamo pensare strategicamente. Poi i premi arriveranno".