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The Innovation Group: nel 2021 il mercato digitale crescerà del 4,2% e quello delle tecnologie innovative del 6,8%

Gli analisti evidenziano come nel 2020 le nuove tecnologie digitali siano diventate anticicliche e i relativi investimenti stabili, nonostante la decisa flessione del PIL. Cresce la sensibilità verso la sostenibilità delle aziende (+47%), soprattutto PMI: si prevede un aumento del budget aziendale in questa direzione.

Sono stati presentati oggi i risultati della Digital Business Transformation Survey di The Innovation Group, società italiana di servizi di consulenza e di ricerca di mercato indipendente, specializzata nello studio delle evoluzioni del mercato delle tecnologie ICT e digitali, relativi all’andamento del mercato IT, digitale e delle tecnologie innovative in Italia che evidenzia un andamento del mercato digitale per il 2020 pari al meno 0,1% con una proiezione per il 2021 di crescita del 4,2%.

All’interno del macro-comparto, il mercato dell’IT “tradizionale” perde il 2,8% nel 2020 e arretrerà dello 0,5% nel 2021, mentre il mercato delle nuove tecnologie digitali (Cloud, Collaboration, AI, Machine Learning, 5G, IoT, Blockchain…) è cresciuto del 2,5% nel 2020 e crescerà ancora del 6,8% quest’anno.

Le stime quantitative vengono confermate dalla Survey realizzata nei primi mesi del 2021 da The Innovation Group su un campione di executive appartenenti a oltre 180 imprese italiane di tutte le dimensioni.

Tra i principali trend che emergono e caratterizzano la fase di positiva transizione del mercato digitale nel nostro Paese si evidenzia che:

L’emergenza sanitaria fattore determinante per l’accelerazione della digital transformation

Il 49% delle imprese intervistate ha confermato che l’emergenza ha portato a un’accelerazione della trasformazione digitale del loro business. 

Questa accelerazione si conferma come tendenza strutturale all’incremento degli investimenti in nuove tecnologie digitali anche per il 2021: il 43% degli intervistati prevede infatti un incremento del budget ICT per l’anno corrente rispetto al 2020, mentre il 28% prevede un budget pressoché stabile.

Le priorità segnalate dalle aziende hanno infatti a che fare con la disruption causata dalla pandemia, che ha richiesto una migliore efficienza operativa e riduzione dei costi, e allo stesso tempo maggiore agilità e flessibilità dei modelli di business: priorità che hanno potuto essere soddisfatte nelle nuove condizioni solo grazie all’incremento degli investimenti in nuove tecnologie digitali.

Più investimenti in sostenibilità, le PMI guidano la nuova esigenza di cambiamento.

Il 47 % delle aziende, in particolare le PMI operanti nell’ambito di Industria e Servizi, prevede un aumento del budget aziendale dedicato ad attività e progetti sostenibili, sia per la maggiore consapevolezza del management della necessità di promuovere investimenti virtuosi, sia per la coscienza della potenziale profittabilità di tali investimenti, sia infine per la prevista disponibilità di risorse e incentivi previsti dal Recovery Fund a partire dalla seconda metà dell’anno

Crescono gli investimenti in Collaboration, Cloud, Sicurezza e Workflow Management.

Le dinamiche degli investimenti in ICT segnalano alcuni trend di crescita significativa e costante tra l’anno scorso e quello corrente nelle aree della Collaboration, del Cloud, della Sicurezza e del Software per Workflow Management; si continuerà ad investire anche in desktop, notebook e smartphone, ma a ritmi ridotti rispetto all’anno scorso, in cui si è verificata una grande domanda alimentata dall’esigenza di fornire tempestivamente strumenti di lavoro a domicilio per lo smart working

Per quanto riguarda il Cloud, allo stato attuale si preferiscono soluzioni ibride e multi-cloud (tendenza che si accentuerà tra 3 anni). Tra 3 anni si prevede, inoltre, la virtuale scomparsa delle soluzioni on-premise.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel 2021 (e tra 5 anni). Ad oggi, il 75% delle aziende intervistate dichiara una presenza molto marginale dell’IA nelle proprie strategie di innovazione digitale, confinata ad applicazioni di Customer Service a minore contenuto tecnologico (Chatbot, Call Center). Un fenomeno che però si modificherà radicalmente tra 5 anni, quando tutto il campione ha dichiarato di prevedere di utilizzare tali soluzioni, la maggior parte (75%) in maniera considerevole.

Negli ultimi anni, il tema del change management si è dimostrato sempre di più chiave di successo dei percorsi di trasformazione: un’azienda su due (più del 40% dell’anno scorso) lo indica oggi come il principale aspetto critico, da tenere in considerazione se si vuole cambiare. La pandemia ha sicuramente favorito una migliore accettazione delle novità da parte delle persone, ma rimane il fatto che non basta introdurre una nuova tecnologia, bisogna accompagnarla con una revisione dei processi - un cambiamento di mindset - un ripensamento delle attività se si vuole veramente favorire il cambio di passo.

“L’andamento del mercato digitale nel 2020 segna una profonda discontinuità con i trend registrati negli ultimi 20 anni. In precedenza, infatti, il mercato ICT aveva registrato un andamento sostanzialmente ciclico, ovvero l’indice tendeva a sovra-performare il tasso di crescita del PIL negli anni in cui questo aumentava e a sotto-performarlo quando questo era in flessione”, dichiara Roberto Masiero, Presidente di The Innovation Group. “La crisi pandemica ha introdotto invece un brusco cambiamento: mentre molti altri settori hanno sofferto drammaticamente, portando il PIL a una flessione vicina al 9%, il mercato hi-tech ha reagito in modo inverso, con forti incrementi nei settori delle nuove tecnologie digitali (mobile, cloud, collaboration) legate allo smart working, che hanno compensato la flessione strutturale delle tecnologie tradizionali. Ci attendiamo quindi che, anche sotto l’effetto delle nuove risorse addizionali iniettate dal Recovery Fund, il mercato digitale continuerà a crescere a ritmi sostenuti per i prossimi tre anni”.