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Il Sole 24 Ore presenta la prima edizione italiana di “A stasera e fai il bravo” di Salo Muller. A supporto una campagna di Havas

Una firma d’eccezione per un libro-testimonianza che arriva in Italia con la sua prima edizione dopo il successo ottenuto in Olanda. In contemporanea all'uscita in edicola il 16 gennaio, sarà on air una campagna stampa sul quotidiano, spot radio su Radio 24, banner sul sito ilsole24ore.com e siti terzi.

Per la Giornata della Memoria Il Sole 24 Ore propone una firma d’eccezione per un libro-testimonianza che arriva in Italia con la sua prima edizione dopo il successo ottenuto in Olanda. Si tratta del libro di Salo Muller, “A stasera e fai il bravo”, in edicola con Il Sole 24 Ore a partire da sabato 16 gennaio e in libreria dal 21 gennaio.

La campagna pubblicitaria è stata realizzata da Havas e distribuita sui mezzi del Gruppo 24 ORE, in particolare è prevista una campagna stampa sul quotidiano, spot radio su Radio 24, banner sul sito ilsole24ore.com e siti terzi. Salo Muller - fisioterapista, giornalista e scrittore olandese - racconta la sua storia e come si salvò dai rastrellamenti nazisti che l’avrebbero dovuto portare ad Auschwitz.

Salo Muller come Primo Levi, come Liliana Segre, Sami Modiano o Nedo Fiano. Ma Salo anche come colui che sta lottando affinché le società ferroviarie d’Eu­ropa, responsabili di aver trasportato gli ebrei a morire verso i campi, indennizzino gli eredi di quei sei milioni di innocenti che pesano sulla coscienza della storia.

“… è giunto il momento di condividere questa storia, la storia della mia vita, – scrive Muller nella prefazione - servirà a qualcosa? Mi sentirò più sollevato? Sono domande che sorgono spontanee. Non so rispondere, ma devo condividerla una volta per tutte”.

Il volume, che viene tradotto ora per la prima volta in italiano, è stato pubblicato nel 2005 dopo tre anni di scrittura: da anni Salo andava raccon­tando nelle scuole e in incontri pubblici la sua infanzia sfregiata.

Come spiega lo stesso autore nella prefazione, il libro non è organizzato in ordine cronologico. Nel corso del racconto hanno trovato posto tutti i ricordi, non tanto disposti per data, quanto rievocati laddove servissero alla narrazione. Ed è così che Salo Muller ricorda, a più di settant’anni da quello sterminio.

Il titolo “A stasera e fai il bravo” deriva da un episodio rimasto scolpito nella mente dell’autore in maniera indelebile. Amsterdam, un sabato mattina del novembre 1942. Mamma Lena dà un bacio in fronte a Salo che sta entrando a scuola e gli dice: «A stasera e fai il bravo». A sei anni quelle parole sono i titoli di coda della vita serena di Salo Muller, che in questo libro racconta il suo inferno, dai contorni non ancora definiti a quell’età, e forse per questo ancora più doloroso. Mamma Lena e papà Louis sono vittime di uno dei tanti rastrellamenti voluti dalle SS in Olanda: finiscono deportati ad Auschwitz e Salo resta orfano. La resistenza olandese lo nasconde, lo aiuta a trovare alloggi di fortuna e famiglie che si fanno carico di lui. Alla fine della guerra lo attende una nuova partenza in un mondo libero: lo accolgono gli zii e dopo problemi di salute e di adattamento, trova la sua strada diventando fisioterapista dell’Ajax di Johan Cruijff, negli anni d’oro dal 1960 al 1972. Ma la pienezza della sua vita diventa la testimonianza: “Com’è possibile che sia accaduto? È una domanda che mi assilla ancora oggi. … Ora però è giunto il momento di condividere questa storia, la storia della mia vita. Servirà a qualcosa? Non so rispondere, ma devo condividerla una volta per tutte”.