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Rai sbarca in Cina e si aggiudica il 66% della raccolta pubblicitaria

Secondo notizie di agenzia il consigliere di Cda Carlo Rognonia margine della conferenza stampa per l'inaugurazione dell'anno dell' 'Italia in Cina', ha definito l'accordo firmato oggi ricco di opportunità anche dal punto di vista della raccolta pubblicitaria. In particolare, sui nostri programmi trasmessi in Cina la pubblicità sarà gestita dagli italiani e gli introiti, sotto i 3,5 milioni di euro, andranno alla Rai per il 66% e per il 33% alla Cina. Sopra i 3,5 milioni, si dividerà al 50%.

La farfallina Rai sbarca in Cina portando musica, cultura e molto altro. Mentre nello stesso tempo un pezzo di Cina arriverà in Italia con un canale satellitare.

Come annunciato nei giorni scorsi, è stato siglato oggi a Pechino, in occasione della inaugurazione dell'anno dell'Italia in Cina, l'accordo tra Viale Mazzini e la tv pubblica cinese.

L'accordo in vigore dal primo marzo, prevede un rapporto di concessioni di programmi tra la tv pubblica italiana e la tv pubblica cinese CCTV9. 

Accordo interessante per i contenuti e per le grandi opportunità di reciproca conoscenza tra i due popoli, ha fatto notare il consigliere di Cda Carlo Rognoni a margine della conferenza stampa per l'inaugurazione dell'anno dell'Italia in Cina, ma ricco di opportunità anche dal punto di vista della raccolta pubblicitaria. In particolare, sui nostri programmi trasmessi in Cina la pubblicità sarà gestita dagli italiani e gli introiti, sotto i 3,5 milioni di euro, andranno alla Rai per il 66% e per il 33% alla Cina.

Situazione invertita per il CCTV9 in Italia (in questo caso il 66% ai cinesi, il 33% all'Italia) mentre sopra la cifra dei 3,5 milioni di euro si passerà al 50% a testa. "Se si pensa che in Cina 340 milioni di famiglie possiedono una tv e che l'ascolto medio è di 100-150 milioni - ha fatto notare Rognoni - è chiaro che per le aziende italiane che vogliono farsi conoscere questa è una occasione straordinaria, tanto più che le proiezioni indicano che in Cina, nei prossimi anni dovrebbe partire anche il consumo interno".

Quanto ai contenuti dei rispettivi programmi: le trasmissioni italiane, ha riferito Rognoni, porteranno il marchio della farfallina e saranno almeno per un terzo dedicate alla musica, in particolare all'opera, mentre per il resto dipenderà dalla domanda ma sempre con l'obiettivo di far conoscere l'Italia ai cinesi e aprire le porte del turismo. Il canale cinese in Italia, invece, in lingua inglese, sarà un po' la CNN della Cina, con molte news, informazioni sul paese, documentari.