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Sensemakers sul caso "Sangiuliano-Boccia": un fenomeno televisivo che però non decolla sui social
Analizzato da un punto di vista dei media, il caso "Sangiuliano-Boccia" si rivela un fenomeno dal punto di vista televisivo, ma che non è esploso sui social, notando che i principali contenuti provengono dai profili dei siti di news e informazione più istituzionali.
E' quanto emerge dallo studio di Sansemakers. Mentre l’ascolto dei programmi che hanno trattato il caso ha raggiunto: sul TG1 (Rai 1) 3.576.939 utenti, l’intervista (Rai1) 3.211.032 , 4 di sera (Rete 4) 736.949 e In Onda (La7) 1.444.957, un raffronto con il buzz generato dalla strage di Paderno rende molto chiaro numericamente una certa indifferenza per il caso "Sangiuliano-Boccia". Monitorando tutti i post con le keywords: «Sangiuliano», «Maria Rosaria Boccia», «Paderno Dugnano” nel periodo di analisi va dal 1 al 4 settembre 2024, le prime due rivelano una diversa attenzione dei navigatori tra i due argomenti.
"Per chi analizza le interazioni tra la comunicazione televisiva e quella social il caso Sangiuliano-Boccia - commenta Fabrizio Angelini (foto), Ceo Sensemakers - è il più interessante degli ultimi anni. I dati confermano che la televisione lineare su temi di attualità e politica raggiunge ancora un’audience molto estesa anche se fortemente caratterizzata dal punto di vista socio-demografico. Sui social network i valori di interazioni e visualizzazioni su questo caso sono invece molto limitati e vengono generati soprattutto dalla community legata al mondo dell’informazione istituzionale, come testimoniano le fonti più attive nella produzione dei contenuti e il peso della piattaforma X".

