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EuBea Festival. La voce delle aziende: “Abbiamo bisogno di concretezza, non solo di belle idee”

SIVIGLIA - La parola alle aziende nell'ultima tavola rotonda del 6 novembre. Amanda Young (GE Healthcare), Nadine Vienne (Nissan Europe) e Rolf Schumann (Skoda Auto) hanno messo in luce le principali criticità del rapporto cliente/agenzia, dando anche qualche suggerimento ai professionisti del settore.
SIVIGLIA - Spesso chi lavora nelle agenzie di eventi è così concentrato a proporre ai propri clienti qualcosa di originale che dimentica di prestare attenzione agli aspetti più concreti. 

O almeno questo è quanto è emerso dalla tavola rotonda che ha chiuso la giornata dell'EuBea Festival dedicata ai contenuti, dove si sono confrontati Amanda Young, Americas Event Leader di GE Healthcare, Nadine Vienne, Corporate Events Section Manager di Nissan Europe, e Rolf Schumann, head of global marketing communication di Skoda Auto.

La parola ai clienti dunque, che hanno messo in luce le principali criticità del rapporto cliente/agenzia, dando anche qualche suggerimento ai professionisti del settore.

“Spesso, soprattutto in fase di pitch, le agenzie mi presentano delle belle idee, senza rendersi conto che a me interessano in particolare i numeri, ovvero i risultati che potrò ottenere con l'evento che mi viene proposto”, ha esordito Young.

D'accordo anche Vienne, che ha affermato: “Il concept è importante, ma in quanto azienda ho bisogno di conoscere nel dettaglio che cosa verrà fatto, non solo la loro idea”.

Schumann ha invece sottolineato il fatto che logistica e project management siano degli aspetti da non sottovalutare, poiché fondamentali come la parte creativa, tanto che le agenzie stanno cominciando a formare dei project manager in grado di gestire questi aspetti.

Un altro problema che le aziende lamentano è la poca comprensione da parte delle agenzie di eventi della struttura organizzativa dei clienti. “Se i nostri partner non hanno una conoscenza specifica dei ruoli aziendali e delle responsabilità risulta difficile coordinarsi e si rischia di perdere molto tempo”, ha dichiarato Schumann.

“Le agenzie solitamente hanno una struttura più 'fluida' rispetto alle aziende, non si rendono conto che i loro clienti hanno un organigramma ben preciso da rispettare e così nascono misunderstanding che potrebbero essere facilmente risolti se ci fosse una maggiore comprensione del nostro modo di lavorare”, ha concordato Young.

Rispetto alla capacità degli operatori dell'event industry di capire gli obiettivi di business da raggiungere, i panelisti si sono dimostrati d'accordo nel ritenere che gli obiettivi di business sono quasi sempre chiari ai loro partner, anche se accade che non sia facile trasmettere loro il concetto che l'evento a cui stanno lavorando deve essere parte coerente della brand e communication strategy.

E poi c'è la questione della flessibilità, una qualità che talvolta, a detta delle aziende, manca alle agenzie, troppo focalizzate sugli aspetti più spettacolari dell'evento. “Facciamo un esempio: e i miei ospiti raggiungono la location dopo un viaggio in pullman di dieci ore, prima di stupirli con effetti speciali vorrei che potessero rinfrescarsi con delle salviettine e bere qualcosa. Dunque, d'accordo i cotillon, ma perché non risolviamo subito gli aspetti più semplici e fondamentali?”, ha chiesto Schumann.

Tuttavia, difficoltà a parte, è chiaro che le aziende necessitano del supporto delle agenzie per la realizzazione di eventi efficaci. “Abbiamo bisogno di loro e della loro professionalità - ha detto Vienne - . Dobbiamo lavorare insieme, come un vero e proprio team, perché tutto funzioni al meglio”.

Serena Piazzi