Evento b2b

Le emozioni motore degli eventi. Gabriele Vacis e Giuseppe Cederna al Bea Festival

Due grandi protagonisti del teatro e del cinema italiano si confrontano sul tema delle emozioni e dell’empatia, trasversali a ogni mezzo di comunicazione. Perché anche negli eventi deve esserci memorabilità, un’esperienza che resta e che lo spettatore porterà con sé.
“Si alzi in piedi chi, quest’anno, ha partecipato almeno a un evento che gli ha regalato un’emozione”.

Solo la metà della platea si alza. E’ iniziato così, con una provocazione di Alfredo Accatino, direttore creativo Filmmaster Events, qui nelle vesti di moderatore, l’incontro che ha visto protagonisti il regista Gabriele Vacis e l’attore e scrittore Giuseppe Cederna, in una condivisione di storie ed esperienze sul significato delle emozioni, il motore degli eventi memorabili. 

Una breve carrellata sui relatori: Gabriele Vacis oltre a essere regista, è drammaturgo, autore televisivo e cinematografico, nonché professore universitario. Punto fermo del teatro e della cultura italiana, ha curato la regia di innumerevoli spettacoli di prosa e lirici, fra cui 'Adriatico', 'Il racconto del Vajont', 'Olivetti', 'Novecento'. 
Dal 2012 è direttore artistico dei teatri di Reggio Emilia. 
E’ approdato anche al mondo degli eventi aziendali: ha curato, tra gli altri, il coordinamento del celebre lancio della nuova Fiat 500 di Torino con Accatino. 

Giuseppe Cederna è attore, scrittore coinvolgente e sincero e alpinista. Protagonista del film premio Oscar 'Mediterraneo', affianca all’attività cinematografica e letteraria quella teatrale con letture pubbliche ‘In cammino’ e attività di reading sempre imprevedibili per contesti e situazioni.

Lo spunto iniziale nasce da un intervento video del fisico Giacomo Rizzolatti sulla scoperta dei neuroni specchio. Il cuore del discorso ruota attorno alla dimostrazione scientifica delle modalità che mettono in moto le emozioni. Attraverso il meccanismo dell’empatia, entriamo in contatto con gli altri e ne proviamo dolori, sofferenze, gioie, sensazioni, perché siamo una comunità fortemente connessa.

Vacis e Cederna raccontano, attraverso le loro storie personali, come si attivano le emozioni e l’empatia davanti a una platea.
“Credo che alla base dell’emozione vi siano due motori: ascolto e visione. Ovvero, vedere quello che si guarda e sentire quello che si ascolta. Vi parlerò di un episodio legato a dei ragazzi - spiega Vacis -. Anni fa con Marco Paolini abbiamo messo in scena il Vajont. Tra le tappe in programma, c’era anche Longarone, uno dei Comuni più colpiti dalla tragedia. Mi disturbava l’idea di andare a raccontare alle vittime e ai sopravvissuti la loro storia. Invece scoprii che è straordinario come si possa creare una forte empatia tra storia rappresentata e persone. Noi non siamo i padroni della nostra storia, talvolta se qualcuno non ce la racconta, è come se essa non esistesse. In quel momento noi restituivamo a quella gente la ‘memoria’ della loro storia
Poi, ci trovammo anni dopo a rappresentare il Vajont ai ragazzi discendenti di quelle vittime e quei sopravvissuti. Non conoscevano praticamente nulla della storia, abbiamo carpito le loro emozioni attraverso una telecamera. Le reazioni erano il rimbalzo di ciò che Paolini stava comunicando loro, si era creata una perfetta empatia. I protagonisti del Vajont erano diventati i ragazzi, non più Paolini che recitava”.

Anche Giuseppe Cederna racconta di un episodio di miracolosa empatia accaduto durante un suo spettacolo davanti a una platea di 500 ragazzi. “Dovevo mettere in scena un pezzo sulla Prima Guerra Mondiale, ma la domanda che mi ronzava in testa quel giorno era “Cosa deve succedere nelle nostre vite perché questo qualcosa ci tocchi così profondamente da rimanere dentro di noi e far parte del nostro indimenticabile bagaglio vita? Perché certe cose rimangono?”. Stavo facendo uno spettacolo sulla guerra mondiale, una cosa tragica, orrenda, che avrebbe fatto piangere per due ore me e anche chi mi guardava. Perché?". 

"Davanti a quei ragazzi, inizio a raccontare di me. Di quando a 39 anni non mi chiamava più nessuno, la mia ragazza bellissima mi aveva lasciato, il mio agente mi aveva lasciato, mi sentivo una nullità. Moriva mio padre ed ero disperato perché un mio amico regista invece di assegnare uno spettacolo a me l’aveva dato a Claudio Bisio. Insomma, racconto un po’ la mia vita e, vedendo che è passata più di un’ora, decido di andarmene, ma non prima di aver letto una poesia che si chiama ‘La cortesia dei non vedenti’. E, mentre mi accingo a lasciare il palco, sento un tonfo. Un ragazzo cieco, di spalle, sale sul palco per abbracciarmi, allunga la mano. Si è fatto tutta la platea da solo. Ecco, l’empatia si crea anche scompigliano le carte… Ed ecco la risposta alla mia domanda, la risposta al ‘cosa succede’ quando qualcosa ti resta dentro. Credo che tutto ciò possa essere applicato anche al mondo degli eventi: qualcosa deve rimanere”.

Serena Roberti

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Il Bea - Festival Italiano degli Eventi e della Live Communication è un evento ADC Group

Organizzatore: Filmmaster Events

Main partner: Clonwerk, Milano Music Consulting, New Light, STS Communication, Teatro Franco Parenti

Partner: Direzione Ostinata, Excogitare, Digivents di GoAPP, Pixartprinting, Telemeeting, Drink & Taste, La Taverna Gourmet di Davide Iannaco, NIKI Events, Joy Project, F.D. Rent, HRS, MP Management