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Bea Italia Festival 2022. Eventi, cultura e turismo: la triade perfetta per il rilancio dell’economia italiana in un futuro ancora incerto

Gli anni della pandemia e il conflitto in Ucraina non hanno fatto altro che contribuire all’innalzamento di muri tra popoli e culture. Ma la event industry e il turismo possono contribuire in maniera determinante al rilancio del Paese. Nel futuro si presentano opportunità interessanti – per esempio, EXPO 2030 - per le quali è più che mai necessario fare sistema tra gli attori più qualificati per coglierle al meglio.
Presso PratiBus District, a Roma, da ieri è cominciata la seconda edizione della Live Communication Week. Prima parte della kermesse, organizzata da ADC Group in collaborazione con Ninetynine, il Bea Italia Festival, l’Oscar degli Eventi, arrivato alla sua 19a edizione, che decreterà i migliori progetti di live communication della scena italiana. 
 
La giornata di oggi è stata interamente dedicata alla formazione con un ricco programma di talk, tavole rotonde e presentazioni, che hanno fornito spunti, idee, stimoli sulle tematiche più attuali inerenti al panorama della comunicazione eventi dal vivo. La seconda della giornata, moderata da Salvatore Sagone, Presidente di ADC Group, ha fatto il punto sulla triade eventi, cultura e turismo, con una domanda di fondo: come questa può rilanciare l’economia italiana in un futuro ancora incerto?
 
Sì, perché la pandemia da Covid e il recente conflitto in Ucraina non hanno fatto altro che contribuire all’innalzamento di muri tra popoli e culture. Ma la event industry e il turismo possono provare ad abbatterli in maniera fattiva e determinante, anche e soprattutto per il rilancio dell’immagine e dell’economia del Paese. Nel futuro infatti si presentano opportunità interessanti – per esempio, EXPO 2030, alla quale è stata presentata la candidatura di Roma come città host - per le quali è più che mai necessario fare sistema tra gli attori più qualificati per coglierle al meglio.
 
Nel 2015 l’Italia ha visto e toccato con mano quanto sia stato importante aver ospitato Expo, non solo per la città, ma il territorio nazionale tutto – introduce Salvatore SagoneMilano ha cambiato volto, molte aree sono state riqualificate e rilanciate, nuove infrastrutture sono state create… Expo 2030 può essere davvero un’occasione d’oro per Roma e l’Italia, anche e soprattutto da un punto di vista del turismo”.
 
Tema sul quale Sagone ha interpellato Roberta Garibaldi, Vice-Presidente della Commissione Turismo OCSE, per analizzare lo “stato di salute” del sistema Italia come meta prediletta dai turisti nazionali e internazionali. 
 
Il settore turismo finalmente sta tornando a crescere in tutto il mondo, anche se è ancora molto in sofferenza – spiega Garibaldi Ricordiamo, per esempio, che il Giappone si è ‘riaperto’ ai turisti solo un mese fa, mentre la Cina ha ancora restrizioni, che auspichiamo possano essere rimosse tra qualche mese. L’Italia sta tornando competitiva: secondo alcune recenti ricerche, il nostro Paese è la seconda meta prescelta, dopo la Spagna e prima della Francia. È cambiato anche e soprattutto il modo di intendere l’Italia come meta: fermo restando che durante il periodo Covid, il turismo proveniva prevalentemente dal territorio nazionale, per ovvie ragioni, oggi invece si nota che vi è proprio la voglia di stare in Italia per il piacere di viverla, di scoprirla, di visitarla, non solo da parte dei turisti italiani, ma anche di quelli internazionali. Non solo, uno dei motivi per cui le persone si spostano è quello del benessere psico-fisico: ecco, in questo siamo ricchi di mete e proposte a tema, ma sappiamo ancora valorizzarle poco. Per esempio, la dieta mediterranea: negli Stati Uniti esistono cattedre all’università dedicate a questo patrimonio Unesco, come mai qui in Italia riusciamo a sfruttarla ancora poco?".
 
 
Come fare per incrementare allora questa competitività, ferme restando le grandi risorse da un punto di vista storico, culturale, paesaggistico… di cui l’Italia è ricca?
 
Il futuro starà nel cercare di  avere un approccio sempre più mirato data driven – prosegue GaribaldiPartiamo dai dati per rendere il nostro Paese più accessibile e attrattivo nel momento, ma soprattutto cerchiamo di collaborare come sistema Italia: le istituzioni, le associazioni di categoria… tutti dobbiamo avere interesse nel far sì che le cose funzionino, affinché il turista sia facilitato nella sua experience, quindi felice di soggiornare e di ritornare da noi”.
 
Avere un quadro di insieme sul turismo è molto importante anche per chi organizza eventi. E uno degli eventi più importanti a cui l’Italia punta per il rilancio del Sistema Paese è proprio Expo 2030, cui Roma Capitale si è candidata come città host.
 
L’Italia è incomparabile nel mondo come meta turistica, eppure mi ha colpito come siamo secondi rispetto alla Spagna – ha esordito Giampiero Massolo, Presidente del Comitato Organizzatore per la candidatura di Roma Expo 2030 – Questo, dal mio punto di vista, è dato dall’organizzazione:
spesso abbiamo a disposizione molte risorse, materiali e non, ma non riusciamo a farle collaborare, oliando tutti gli ingranaggi. In vista di Expo 2030, è necessario invece che questo funzioni: da troppo tempo Roma – e l’Italia – mancano di un grandissimo evento, come possono essere state le Olimpiadi o i Mondiali di calcio. Questi eventi di portata internazionale fanno bene all’Italia, perché creano quella tensione, quella pressione, quel clima di effervescenza che potenzialmente possono apportare migliorie a tutto il tessuto sociale".
 
"Il tema scelto da Roma per Expo 2030 poi è quanto mai calzante, anche in linea con alcuni tra i più importanti obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, ovvero “Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”: Expo non deve essere un’occasione per la Capitale di autoincensarsi, ma di mettere in atto sin da ora delle partnership di lunga durata, che vadano davvero a rilanciare la città come vetrina per altri eventi e a riqualificare il tessuto urbano, fatto di storia e bellezza. L’Italia – e Roma, con essa - ha la grande occasione di sanare quella dicotomia che il Paese fa sempre vissuto nei confronti della sua Capitale, diventando un ponte di dialogo anche con l’Europa”.
 
Che impatto potrebbe avere questo grande evento dal punto di vista economico?
 
Ovviamente sono state fatte delle accurate previsioni e bilanci di costi – ricavi, soprattutto quando vi sono in atto dei grandi investimenti di denaro – commenta MassoloNoi abbiamo adottato un approccio un po’ controcorrente: con l’architetto Carlo Ratti, consulente creativo per Expo 2030 a Roma, siamo partiti da ciò che Expo lascerà a Roma, ovvero il progetto di riqualificazione dell’area di Tor Vergata, alle porte della città. Non vogliamo assolutamente che la città si riempia di cattedrali nel deserto, infrastrutture che poi risulterebbero inutilizzate, ma l’intento è quello di crearle con già un progetto di destinazione d’uso nel tempo”.
 
E dal punto di vista turistico, che ritorno potrebbe avere la città di Roma da Expo 2030?
 
Per riprendere il concetto di approccio data driven, introdotto e auspicato dalla professoressa Garibaldi – dichiara Massolo - Riteniamo e stimiamo che il valore dell’attività turistica in quell’ambito possa essere intorno a 1 miliardo e mezzo di euro, con la creazione di 200 mila posti di lavoro”.
 
Posti di lavoro che riguarderanno anche il settore degli eventi: “Proprio perché puntiamo a creare una community e una rete di partnership long-lasting, l’intento è quello di stringere delle alleanze anche e soprattutto con coloro che operano nel settore degli eventi, partner ineludibili della grande macchina che sarà Expo 2030, all’insegna di una progettualità che vada a coprire le maggiori richieste da parte dei visitatori, durante Expo, ma anche dopo, una volta finito l’evento”, conclude Massolo.
 
Francesca Favotto