Evento pubblico

Lush e Giacimenti Urbani insieme a Fa’ la cosa giusta: gli iconici shampoo solidi tra i protagonisti della mostra #MoNouso alla Piazza di Giacimenti Urbani dal 24 al 26 marzo

Il brand inglese di cosmetici freschi e fatti a mano invita a mettere le mani in pasta con un workshop per realizzare la leggendaria bomba da bagno, un prodotto 100% privo di packaging.

Lush, brand di cosmetici freschi e fatti a mano, parteciperà dal 24 al 26 marzo a Fa’ la cosa giusta, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, presso FieramilanoCity, con l’associazione Giacimenti Urbani, che lavora per la promozione della cultura della prevenzione degli sprechi e per la promozione di un’economia circolare.

Lush sarà tra i protagonisti a Piazza dei Giacimenti Urbani, al padiglione 4 area AC1 di Fa’ la cosa giusta: un luogo di riflessione e promozione di una cultura volta alla riduzione degli sprechi e al riuso, uno spazio che vedrà protagoniste tutte quelle azioni virtuose basate sul rispetto per l’ambiente, il territorio e le persone.

Qui troverà spazio la seconda edizione della mostra #moNouso: elogio dei circuiti riutilizzabili, la prima rassegna espositiva in Italia dedicata ai circuiti di riutilizzo, volti a ridurre l’usa e getta. La mostra è ideata da Giacimenti Urbani in collaborazione con Best UP. A profumare la mostra con i suoi inebrianti oli essenziali, l’iconico shampoo solido Lush, perfetto esempio di consumo critico e consapevole. Oggi sulla bocca (e sulla testa) di tutti, lo shampoo solido nasce nel 1987 dall’idea di Mo Constantine, co-fondatrice di Lush, e Stan Krysztal, chimico nel campo cosmetico: a loro si deve la creazione di una formulazione innovativa per una versione solida dello shampoo liquido. Immesso nel mercato dall’azienda Cosmetic To Go, antenata di Lush, divenne così popolare da far guadagnare all’azienda il suo primo brevetto per un prodotto totalmente privo di packaging. Un confetto rotondo, compatto e ricco di benefici. Gli shampoo solidi durano tra gli 80 e i 100 lavaggi, più di alcuni fidanzamenti! Dal 2005 al 2021 Lush ha venduto a livello globale 57.6 milioni di shampoo solido, l’equivalente di 4,275 tonnellate di plastica risparmiate, 167.5 milioni di flaconi in meno prodotti, pari al 5.3% del Great Pacific Garbage Patch.

In mostra anche un esempio di packaging che si spinge oltre al concetto di sostenibilità e apre la strada alla rigenerazione, una vera eccellenza nelle alternative al packaging: il Cork Pot, progettato per contenere proprio gli shampoo solidi. Il sughero che Lush utilizza per realizzare i propri cork pot proviene dal Portogallo e il brand inglese ha scelto questo materiale per produrre un contenitore riutilizzabile, 100% naturale, ideale per preservare il prodotto al suo interno nel pieno rispetto dell’ambiente. Il sughero dei cork pot viene raccolto con un procedimento rigenerativo che supporta le comunità locali e rappresenta un’importante fonte di occupazione. Dopo un periodo di crescita di trent’anni, il sughero viene infatti raccolto a mano ogni nove anni, in un processo che ne favorisce il rinnovamento. Questo porta shampoo ha ottenuto la certificazione dal Carbon Trust in qualità di packaging carbon neutral. La certificazione attesta che 35g di cork pot sottraggono all’atmosfera all’incirca 1.2 kg di Co2.

Piazza Giacimenti Urbani ospiterà anche un ricco calendario di eventi e workshop all’interno del programma culturale di Fa’ la cosa giusta. Per celebrare il futuro nudo della cosmesi e la rivoluzione di prodotti totalmente packaging-free, Lush inviterà i visitatori a partecipare venerdì 24 marzo dalle 16.30 alle 18.30 al workshop gratuito “Metti le mani in pasta!”, un momento di divertimento e scambio di idee per guardare insieme al futuro. Durante il workshop sarà possibile realizzare la propria bomba e spumante da bagno, due dei prodotti da bagno che hanno fatto la storia del brand. Un’occasione per trasformarsi in mastri impastatori Lush, coloro che ogni giorno realizzano prodotti freschi rigorosamente a mano, a sottolineare la crucialità della produzione artigianale.