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L'impresa di Francesco Taddeucci
Cannes-Di Pasquale Diaferia. Esco adesso dalla conferenza stampa della giuria radio , e visto che nessuno ha rispettato la richiesta di discrezione che imponeva di tenere i risultati criptati, mi permetto di festeggiare Francesco Taddeucci .
Ted per gli amici ha stabilito un record come giurato a Cannes. Ha lavorato in una giuria in cui erano iscritti 17 lavori e ne ha portati 5 in short list. Basterebbe questo a metterlo nella storia. Ma Ted ieri è riuscito nel miracolo di portare 2 comunicati al bronzo (vedi notizia correlata). In altre categorie non è mai successo, neanche negli anni migliori. Eppure Ted candido candido ci ha appena detto di essere dispiaciuto: "Se tutti i comunicati fossero passati nella sottogiuria in cui ho lavorato nei primi 2 giorni, forse altri lavori italiani sarebbero finiti in short".
Bello per chi è qui. Ma immagino altrettanta felicità per chi è a casa e fa parte di quella generazione che ha cominciato a scrivere e ad inventare nelle radio private, che in Italia sono rimaste per anni l'unico spazio di sperimentazione e di creatività non clientelare. Se avevi idee ed eri bravo, lavoravi. Se no, a casa. Chissa che da questo insperato successo non possa nascere qualcosa. Come ha detto Guillamne van der Stighelen , il belga presidente della giuria, « non serve essere inglesi o americani per vincere a Cannes. Basta avere idee. Non serve tradurre in inglese un comunicato, se la versione originale non è originale ».
Taddeucci ci ha detto che "la politica di questo presidente è stata proprio di ascoltare i radio nella loro lingua, con a fianco la traduzione scritta in inglese. Se un comunicato era di valore, si capiva senza dubbi". Peccato non avere iscritto il vincitore del Grand Prix ADCI di quest'anno, quell'Arquati di Lele Panzeri che nell'opinione di tutti avrebbe potuto conquistare questa giuria, davvero internazionale e poco filo anglofona (5 ori tra Spagna e Argentina, una montagna tra argenti e bronzi per Brasile e altri paesi latini).
Ma accontentiamoci di quello che ci ha portato questa giornata. Speriamo che nasca una sorta di scuola italiana alla radio. Che i creativi visti i risultati ci si dedichino con passione. E visto che è stato un mito, ricandidiamo Taddeucci per l'anno prossimo. Stessa giuria, ovviamente.

