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Space Available in Cannes/3. L’ADV industry festeggia allegramente. Gli unici assenti pare siamo noi italiani
I segnali che la crisi sia definitivamente passata ci sono tutti. Son tornate le corporate boat dove tutti ti invitano a bere qualcosa, dai centri media alle società di consulenza. Sono tornate le penthouse con piscina e vista mozzafiato sulla città, con la scusa di raccontarti la filosofia del gruppo e le nuove acquisizioni. Sono tornate le lezioni di yoga offerte al mattino dai grandi network sulla spiaggia, piuttosto che gli allenamenti con i membri dei team di Coppa America, sponsorizzati dai grandi player dell’IT globale.
Insomma, i segnali di opulenza che lancia il Festival della Creatività sono da far la gioia di Draghi e della La Gard. Son tornati i soldi, in forma di fatturati ed utili, e si riversano sulla Croisette, trasformati in party con musica a palla. Magari siamo solo noi italiani, sparuto drappello tricolore, ad avere le faccine contrite. Gli altri, europei, asiatici, americani del nord o del sud, vogliono solo festeggiare: la paura è passata. Almeno fino alla prossima bolla. E non fermano lo sfrenato divertimento i super controlli di sicurezza che ti fanno impiegare il triplo del tempo rispetto all’anno scorso. O la circolazione deviata, ed il traffico insopportabile, per evitare tentazioni jihadiste di camion o minibus usati come armi di distruzione di massa.
Ultimo dettaglio, il ritorno della pecunia in forma di divertimento collettivo si è manifestata ieri sera con la “Disfida dei Galà”. Mentre al Carlton si teneva il tradizionale Opening Party a cura dell’organizzazione, con qualche migliaio di partecipanti, al Palm Beach sulla punta della Croisette, storica e un po’ dimenticata location festivaliera, si teneva un contro Galà d’eccezione. Con i soldi della holding Verizone, storico operatore telefonico statunitense, si festeggiava la fusione di Aol, Yahoo, Huffington Post, Tumblr e una decina di altri storici marchi dell’online USA, di cui vi ha già parlato Tommaso Ridolfi su questo giornale (leggi news).
Per un gigante di queste dimensioni, niente di meno che un concerto privato di Steve Nicks, in contemporanea con l’altro Gala: un migliaio di ospiti a ballare ascoltando la pop singer americana (e subito dopo la giovanissima DJ Kaiper che trovate nella foto), quasi quattrocento altri prenotati e confermati a rumoreggiare in coda fuori, nella miglior tradizione delle premiere del festival del cinema. Ulteriore aggravante, un’arroganza esagerata nel non considerare il ritorno negativo della cosa in termini di immagine della nuova compagnia, che ironicamente è stata chiamata Oath, giuramento in inglese. C’è da giurarci: quei quattrocento clienti lasciati fuori senza spiegazione non pianificheranno un dollaro su quelle piattaforme, quest’anno.
Per fortuna, o forse solo per talento, noi eravamo tra gli happy few che hanno goduto del concerto. Per fortuna, o solo per talento, eravamo tra i pochi che sono riusciti a finire la serata rientrando al Carlton, nonostante i cartelli dell’organizzazione che dichiaravano “No Riadmission” per i pirati che avrebbero abbandonato la cena a favore della voce di Steve.
Ma al di là delle noterelle da cronaca rosa, quello che arriverà forte e chiaro è il ritorno della stagione delle feste in concorrenza che avevano fatto la fortuna del Festival in anni più “grassi”. Una volta erano i produttori cinematografici ad organizzare “sfide all’ultimo party”, oggi sono i colossi digitali, che dall’alto dei loro fatturati possono scritturare grandi firme della musica e dell’intrattenimento. Oggi, per esempio, HBO organizza una festa con Naomi Campbell e la superstar del rap, Future, e Oracle riunisce i top client in cima alla collina in una villa da sogno.
Quello che resta è che la comunicazione, grazie alla spinta del web e delle nuove tecnologie, è ormai ritornata a macinare utili, e a spararli in PR scintillanti. La nostra depressione, come mercato e come industry, probabilmente è dovuta proprio al nostro ritardo digitale. Ci siamo, lavoriamo, ma siamo ancora un po’ troppo tv centrici. Forse è per questo che non partecipiamo ancora alla grande festa globale. Vediamo se il 2018 sarà l’anno buono.
Pasquale Diaferia (twitter @pipiccola)