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Nike lancia la campagna olimpica “Winning Isn’t for Everyone”, quando vincere non è per tutti
Nella sua finale U.S. Open 2018 contro Naomi Osaka, Serena Williams ha scambiato parole decise con l'arbitro e ha distrutto la racchetta da tennis a causa della frustrazione per il colpo sbagliato. L'ossessione di Kobe Bryant per la vittoria e il disgusto per la sconfitta lo hanno reso famoso, influenzando i suoi rapporti con i compagni di squadra.
Questi momenti potrebbero essere visti come atti eccessivi e non sportivi. Ma potrebbero anche essere considerati un esempio della spinta necessaria per divenire un atleta di altissimo livello.
Le reazioni determinate degli sportivi, che rasentano quasi la rabbia, rappresentano il punto di partenza del concept sviluppato da Nike per la campagna legata alle prossime Olimpiadi “Winning Isn’t for Everyone”, claim che sottolinea il fatto che essere i più grandi significa sconfiggere la concorrenza, che richiede una grande spinta emotiva per vincere, e non sempre lascia spazio alle sottigliezze. Per la progettualità il brand ha collaborato nuovamente con Wieden + Kennedy Portland.
La campagna vede presenti diversi campioni che saranno presenti a Parigi, tra cui LeBron James, Giannis Antetokounmpo, Sha'Carri Richardson, Jakob Ingebrigtsen e A'ja Wilson. Ognuno è guidato dal bisogno di vincere a tutti i costi, che è ciò che li ha portati ad entrare nell'elite dell'atletica.
Nel film gli spettatori vedono gli atleti eccellere nel loro sport con la determinazione sui loro volti. La voce che accompagna la narrazione visiva è di Willem Dafoe, il quale domanda al pubblico di dare un giudizio di sui caratteri espressi: questi atleti sono cattivi?

Il testo ricorda molte espressioni rilasciate dagli sportivi: "Non ho empatia. Non ho rispetto. Non sono mai soddisfatto. Sono ossessionato dalla vittoria".
Queste affermazioni potrebbero rappresentare qualità che renderebbero una "persona cattiva," ma sono necessarie per gli atleti al fine di eccellere.
Il monologo dell'attore cresce aggiungendo pazzia e frenesia al racconto visivo che scorre, in una iperbole quasi irrazionale e provocatoria: "Sono delirante. Sono maniacale. Pensi che io sia una cattiva persona? Dimmi, dimmelo, dimmelo, dimmelo, dimmelo?". Il tono del film, intensificandosi, vuole rafforzare la sensazione di intensa dedizione allo sport.
Le intuizioni sulla quale si è basata la campagna sono state fornite dagli stessi atleti e dalle conversazioni che hanno avuto con il marchio nel corso degli anni di partnership, ha fatto sapere Nike: “Questa comunicazione è destinata a rappresentare i pensieri interiori degli atleti quando sono in competizione sui loro campi da gioco e celebrare ciò che serve per essere un vincitore." – ha spiegato Nicole Graham, chief marketing officer di Nike – "È una storia su ciò che serve per essere i migliori. Ricorda al mondo che non c'è niente di male nel voler vincere."
Oltre al film la progettualità si compone di una importante componente di OOH in esecuzione negli Stati Uniti, a Los Angeles, New York, Miami, Chicago, Atlanta, Phoenix e Portland. A livello globale in altri mercati tra cui Perù, Argentina, Messico, Filippine, Singapore, Thailandia, India, Australia, Giappone, Corea, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Germania, Turchia e Sudafrica. La creatività OOH include immagini degli atleti con i loro volti accanto a citazioni pungenti
La campagna sarà completata da video dedicati e immagini presenti sui social grazie alle partnership con molti degli atleti protagonisti. Inoltre a Parigi sarà presente la mostra “Art of Victory” che racconta la storia del design di Air Max 1, evento che Nike ha realizzato in collaborato con il Centre Pompidou.


