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Sophie Kelly (Diageo): la migliore creatività non si fa in-house

Mentre media e social posso essere gestiti internamente dall'azienda, la Sr. Vice President North American Whiskeys Portfolio della multinazionale, sostiene l'importanza del lavoro delle agenzie per aver accesso a talenti diversi in grado di osservare il marchio da una prospettiva differente.

La creatività non dovrebbe essere realizzata in-house, perché la mente di un creativo per produrre grandi idee non può essere 'imbrigliata' nelle logiche di una grande azienda. Ne è convinta Sophie Kelly, Sr. Vice President North American Whiskeys Portfolio di Diageo, che ne ha parlato ieri a New York durante uno dei consueti 'Breakfast Briefing' di Campaign dedicato all'anno che
verrà.
“Non credo che le persone molto creative vogliano lavorare per una grande azienda”, ha detto Kelly. “Non penso che la creatività debba essere realizzata internamente, e sono criticata per questo, ma se la nozione di creatività è quella di plasmare il futuro e avere accesso a menti fantastiche che portano prospettive diverse, devi cercare queste risorse esternamente. E non sto
parlando di media in-house o di attività social, sto parlando di creatività e di accedere a un'industry così vasta e così varia che sperimenta continuamente. L'industria creativa è nata per sperimentare”.

Contemporaneamente, Kelly ha sottolineato l'importanza di integrare i partner creativi all'interno del processo aziendale. “Non stiamo esternalizzando la creatività, dobbiamo trovarci in mezzo alla creatività”, ha sottolineato. “Comunichiamo apertamente con le nostre agenzie su diversi team e portiamo l'esterno all'interno. Richiediamo alle nostre agenzie talenti creativi diversi”.