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E se la fusione Omg-Publicis non si realizzasse?

Come riporta la stampa internazionale, gli analisti non escludono la possibiltà che la fusione tra Omnicom Group e Publicis Groupe, per i giochi di potere e i problemi di cui abbiamo già detto (leggi news) alla fine non avvenga. In ogni caso dovrebbe trattarsi di una scelta condivisa, altrimenti il rinunciatario dovrebbe pagare un termination fee pari a 500 milioni di dollari.
Come abbiamo già pubblicato (leggi news), molti giochi di potere, oltre a problemi fiscali legali, stanno seriamente minacciando la buona riuscita della fusione tra Omnicom Media Group e Publicis Groupe, con buona pace di WPP, che non perde occasione per far sentire la propria voce in merito e per mostrare i muscoli (leggi news).

Come si legge su stampa internazionale, anche gli analisti cominciano a essere scettici. "C'è una reale possibilità che la fusione, per fattori esterni o scelte del management, alla fine non si faccia", ha affermato il mese scorso Brian Wieser, analista di Pivotal Research Group.

Secondo Rich Tullo, analista di Albert Fried, colloca tra il 40% e il 66% la probabilità di riuscita dell'operazione. 

Tuttavia è da escludersi che la decisione di ritirarsi possa essere presa unilateralmente. In tal caso, infatti, il Gruppo rinunciatario dovrebbe versare un termination fee di 500 milioni di dollari, come da accordi presi la scorsa estate tra le due parti. Questo scongiura anche l'eventualità che la fusione avvenga tra uno dei due player attualmente coinvolti e un altro attore, ad esempio WPP.

Quindi, come riporta la stampa internazionale, se la fusione non si farà, sarà per volere comune, soprattutto perché, in tal caso, verrebbe meno la necessità di pagare il termination fee. Mentre i giochi sono ancora aperti, il prezzo delle azioni di WPP sale di circa il 10% contro il 3% di Omnicom e Publicis. Un segnale di come il tempo non giochi a favore dell'operazione che rischia di essere considerata sempre più negativamente.

SP