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Fabrizio Piscopo presenta la sua autobiografia e svela “i segreti di una carriera e di una vita ricca, bella e interessante: ascolto, semplificazione e umiltà”

Dopo oltre 40 anni di carriera ai vertici della principali concessionarie pubblicitarie italiane, nel volume “Bella la vita” Piscopo ripercorre, soprattutto a favore dei più giovani, la sua storia professionale e i segreti del suo successo.

Lasciare una traccia: questa la ragione fondamentale che ha portato Fabrizio Piscopo a scrivere la sua autobiografia – “Bella la vita - Il documentario di un manager della pubblicità: una storia nella storia” –, appena uscita per Rubbettino Editore (pp 216, €16,00) e presentata ieri sera a Milano alla libreria Mondadori di Piazza Duomo.

Dopo più di 40 anni di carriera ai vertici dei più grandi gruppi editoriali e televisivi italiani – da Mondadori a Manzoni, da Rusconi a Class Editore, fino a Sky, Rai Pubblicità, 24 Ore System e Discovery, ma con l’unico rammarico di non aver mai lavorato per Mediaset –, Piscopo ha inteso raccontare soprattutto ai giovani, che rappresentano il futuro, i tre segreti
fondamentali che ha appreso nel corso della sua carriera.

Il primo è l’importanza dell’ascolto: “Ho passato la mia vita ad ascoltare attentamente le persone – ha spiegato, sottolineando come l’ascolto sia cruciale – per capire cosa vogliono veramente le persone, dai dipendenti ai clienti. Ascoltare con attenzione, ha aggiunto, è un modo per imparare al pari di leggere, guardare o viaggiare.

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 Il secondo segreto è rendere le cose semplici e comprensibili, tanto più in un mondo complesso come quello della pubblicità dove occorre interpretare e semplificare concetti intricati per trasformarli in messaggi chiari e applicabili al mercato. “Riuscire a trasferire le cose più complicate in termini estremamente semplici – ha detto –è cruciale per una comunicazione efficace”.

Il terzo segreto è l’umiltà. Piscopo ha raccontato come abbia sempre viaggiato per decine di migliaia di chilometri ogni anno per incontrare clienti e capire come aiutarli a crescere: “Perché questo è l'aspetto sociale della pubblicità – ha affermato –: se noi pubblicitari riusciremo a fare andare bene le aziende vendendogli dei grandi prodotti pubblicitari avremo raggiunto lo scopo più alto della nostra attività”. Umiltà, quindi, non solo come qualità personale ma atteggiamento che porta a un impegno costante verso gli altri.

Il volume è arricchito da numerosi aneddoti molto divertenti, come l’incontro improvviso con Rupert Murdoch in un capannone senza aria condizionata, quando si dovette vestire con giacca e scarpe prese a prestito, ma anche da riflessioni più profonde su quanto l’esperienza lavorativa gli abbia permesso di conoscere il tessuto industriale italiano e tanti imprenditori coraggiosi: “Un’esperienza che ha reso la mia vita ricca, bella e interessante. Ho conoscuto davvero centinaia di coraggiosissimi imprenditori che rischiavano i loro capitali, non i capitali degli altri come facevamo noi manager. E questa è la differenza
sostanziale”.
Una campagna social e una campagna outdoor promuoveranno il libro per tutto il mese di luglio.

 

Tommaso Ridolfi