Mercato

Legambiente annuncia al Motorshow la 'pagella' ecologica

Le auto di domani dovranno essere meno inquinanti ma soprattutto dovranno essere meno. Sono due delle soluzioni per una mobilità sostenibile che hanno trovato d'accordo tutti i relatori del forum 'L'auto di domani bella e pulita', organizzato da AssoComunicazione al Motor Show: Andrea Baracco, direttore comunicazione e immagine di Renault Italia, Piero Carcerano, presidente della Carcerano srl, Andrea Poggio, vice-direttore nazionale di Legambiente e Massimo Vanzulli, amministratore delegato della Sems, invitati a parlare di responsabilità d'impresa, strategie di marketing e vincoli normativi portando le proprie esperienze.

Stimolati dalle domande di Fiorenzo Tagliabue, presidente di Sec-Relazioni Pubbliche e Istituzionali, tutti gli invitati hanno sostenuto che non esiste 'la soluzione', ma serve la somma di alcune soluzioni: premere l'acceleratore della ricerca e dello sviluppo di carburanti e motori meno inquinanti, diffondere il car sharing ('l'auto condivisa'), far pagare l'ingresso ai centri urbani, razionalizzare il parco-auto delle grandi aziende, partendo dalle pubbliche (come fa Sems), e introducendovi veicoli elettrici e favorendo nelle stesse il trasporto collettivo.

Poggio ha annunciato che Legambiente nei prossimi mesi presenterà anche in Italia la 'pagella' delle auto meno inquinanti, una lista con nomi e cognomi (marca e modello) e 'voti', come già usano da qualche tempo i movimenti ambientalisti europei. La Renault, che il mese scorso in Francia ha ricevuto il premio 'Gestione ambientale per lo sviluppo duraturo' del Ministero dell'ecologia e dello sviluppo, in patria da due anni organizza un trasporto collettivo per i propri dipendenti, che si recano al lavoro in 3-4 per auto, con una formula che ora riguarda il 10% del personale.

A Milano, dov'è nato il car sharing italiano, le maggiori richieste di questa formula sono di sera e nel fine-settimana: perché allora, è stato chiesto, il parco auto di un'azienda, che resta inutilizzato proprio in quelle fasce orarie, non viene messo a disposizione della comunità locale? Ne guadagnerebbero tutti. "Sul fronte inquinamento poi, le tecnologie ci sarebbero già – ha affermato Carcerano – ma non sono usate in modo sistematico, anche se le nostre città sono meno soffocanti oggi che negli anni Settanta e Ottanta, quando c'era meno traffico ma più inquinante". Però, ha ricordato Baracco, occorre pensare in termini 'ecologici' per l'intero 'ciclo di vita' del veicolo, dall'ideazione alla dismissione, quando è avviato al riciclaggio.

Lo sviluppo della mobilità sostenibile, ha ribadito Vanzulli, non può prescindere da una proposta di sviluppo del territorio che si 'muova' in varie direzioni: per esempio, oltre a diffondere veicoli a impatto ambientale basso o nullo (elettrici o bimodali), proporre forme innovative di 'acquisizione' dei mezzi, quali il noleggio a lungo termine, e sviluppare progetti come il recente 'TecnoBim', con Politecnico di Milano e Regione Lombardia, da cui è uscito il prototipo della Grande Punto bimodale (elettrico/benzina), che nelle speranze della Sems dovrebbe diventare un kit, da poter aggiungere all'auto come si fa con gli impianti per gpl e metano.