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AgCom: nel 2013 per il settore Comunicazione in Italia ricavi a - 9% (56,11 mld). Comparto media a -7%. L'editoria lascia sul campo 700 mln. Century Fox-Sky Italia si conferma il primo operatore
Nel settore ha pesato il calo della Pubblicità: la raccolta complessiva ha subito una flessione del 10,9%, passando da 8,3 miliardi a 7,4 miliardi. In calo periodici (-24,1%) e quotidiani (-13,2%), e, in misura minore, anche tv (-10,1%) e cinema (-7%). La radio segna -6,4% e per il primo anno il decremento riguarda anche internet con il -2,5%. Sky Italia è la prima tv in Italia in termini di ricavi a 2,6 mld nonostante il calo del 3,5%. Segue la Rai con 2,3 mld (-1,6%) che supera Mediaset che con 2,2 mld registra un calo dell'8% sul 2012. Adv online a -2,5%.E’ quanto dichiara l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che martedì ha presentato la sua Relazione annuale alla Camera.

E’ quanto dichiara l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) (nella foto il presidente Angelo Cardani), che martedì ha presentato la sua Relazione annuale alla Camera.
Le tlc, che rappresentano la fetta più grossa del mercato, registrano una flessione del 10,77% a 34,4 miliardi di euro: è in particolare la telefonia mobile (dove la forte discesa dei prezzi incide sui ricavi) a rallentare più di tutti, con un -14% a 17,26 miliardi, tornando ai livelli di quella fissa fissa (17,20 miliardi, -7,4%).
ll valore del comparto media (radio, tv, internet, quotidiani e periodici) si è attestato a 14,7 miliardi (-6,9%).
Nel settore ha pesato il calo della Pubblicità. La raccolta complessiva ha subito una flessione del 10,9%, passando da 8,3 miliardi a 7,4 miliardi. In calo periodici (-24,1%) e quotidiani (-13,2%), e, in misura minore, anche tv (-10,1%) e cinema (-7%). La radio segna -6,4% e per il primo anno il decremento riguarda anche internet con il -2,5%.
La tv resta il mezzo principale rispetto al mercato complessivo con il 43,7% di quota e ricavi pari a 3 miliardi 257 milioni, ma cresce il peso di internet, con una fetta del 19,7% (1 miliardo 465 milioni).
L’editoria, quotidiana e periodica, ha perso nel 2013 quasi 700 mln di ricavi. Il fatturato dei quotidiani è sceso del 7%, da 2,5 mld del 2012 a 2,3 mld del 2013; quello dei periodici è calato del 17,2%, da 2,8 mld a 2,3 mld. Per i quotidiani nel 2013 restano stabili i ricavi da vendita di copie (-0,48% a quota 1 miliardo 162 milioni), mentre pesa il calo della pubblicità che segna -13,17% (983 milioni). I ricavi da collaterali segnano -16,53% ( 107 milioni). Per i periodici i ricavi da vendita di copie sono scesi del 13% (1,6 miliardi a 1,4 miliardi), la pubblicità del 24,1% (da 1 miliardo a 766 milioni), i collaterali del 21,3% (da 167 a 131 milioni).
Per la tv i ricavi sono l'anno scorso sono scesi del 4,4%, passando dagli 8 miliardi e 387 milioni del 2012 a 8 miliardi e 21 milioni.
Mediaset ha visto la pubblicità scendere sa quota 1 miliardo 730 milioni da 1 miliardo e 966 milioni del 2012, mentre è cresciuta l'offerta a pagamento da 520 milioni a 550 milioni. La Rai ha visto invece crescere leggermente le risorse legate al canone da 1 miliardo 647 milioni a 1 miliardo 654 milioni e scendere quelle della pubblicità da 683 milioni a 632 milioni. Sky registra un calo delle entrate da pay (da 2 miliardi 435 milioni a 2 miliardi 395 milioni) e della pubblicità (da 265 milioni a 210 milioni). Seguono a grande distanza Cairo Communication, proprietario di La7, a quota 136 milioni, e Discovery a quota 125 milioni.
21 st Century Fox-Sky Italia si conferma il primo operatore con 2,6 miliardi (- 3,5% sul 2012); segue la Rai con 2,3 miliardi (-1,6%); passa in terza posizione Mediaset che con 2,2 miliardi cala dell’8,2% rispetto al 2012.
21st Century Fox/Sky Italia, Rai e Mediaset detengono ancora congiuntamente il 90% delle risorse televisive. Il gruppo di Murdoch è stabile con il 32%, la Rai accresce di quasi un punto percentuale la propria quota (al 28,9%) e si posiziona appena prima del gruppo Mediaset (al 28,4%). Quest’ultimo, “a causa della considerevole flessione degli introiti pubblicitari, non compensata dall’incremento delle entrate legate alle offerte a pagamento, subisce la perdita di ricavi più consistente (-8%), dopo aver fatto registrare già nel 2012 un decremento del 13% rispetto al 2011″.
In Italia, il settore della pubblicità online ha registrato nel 2013 un'inversione della tendenza positiva che lo aveva caratterizzato negli anni precedenti segnando per la prima volta un decremento pari al 2,5%. Fino al 2012, infatti, le risorse economiche del settore sono cresciute in modo costante, sebbene a tassi di crescita tendenti a diminuire nel temp (+44% nel 2010 e +7% nel 2012).
Guardando ai ricavi conseguiti dai singoli operatori, emerge sul mercato globale la posizione di leadership di Google, con una quota costante nel triennio osservato pari al 32%, corrispondente a 28,7 miliardi di euro nel 2013, denotando una struttura del settore piuttosto concentrata. Tutti gli altri operatori seguono con quote molto inferiori. In particolare, Facebook, il secondo operatore, realizza il 6% (oltre 5 miliardi di euro) dei ricavi complessivi. Seguono Yahoo! e Microsoft, entrambi con una incidenza sul totale prossima al 3% e IAC e AOL, con quote vicine all'1%. La restante parte delle risorse economiche riconducibili alla raccolta pubblicitaria online mondiale è suddivisa tra tantissimi operatori, con quote al di sotto dell'1%. (In allegato il documento integrale)
EC