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Alessandro Costella lascia la Direzione di Assorel dopo un mandato lungo 15 anni. "Il solo rammarico è aver vissuto una scissione e l’uscita di alcune importanti sigle multinazionali, e non, del settore Pr"

Nel corso della sua Direzione oltre trenta agenzie hanno aderito all'associazione, che ha raggiunto il massimo numero di Associati dalla sua costituzione - risalente al 1982 - e sono state sviluppate numerose iniziative di successo come il rilancio del ‘Premio Assorel’ e l’introduzione del ‘Premio alla Carriera’.

Dopo oltre quindici anni alla guida della Direzione di Assorel, Alessandro Costella ha deciso di uscire dall’Associazione.

Nel corso del suo mandato oltre trenta agenzie hanno aderito ad Assorel, di cui è presidente Filomena Rosato (foto a sinistra), che ha raggiunto il massimo numero di Associati dalla sua costituzione - risalente al 1982 – e sono state sviluppate numerose iniziative di successo.

Filomena Rosato, pres Assorel

 Tra le principali, il rilancio del ‘Premio Assorel’, che si è affermato come il più importante riconoscimento italiano per il comparto delle Relazioni Pubbliche,
l’introduzione del ‘Premio alla Carriera’ assegnato a personalità di rilievo della politica, economia e comunicazione, il lancio di ‘Assorel Academy’ piano di formazione professionale per le PR e il contributo alla crescita delle attività globali di ICCO - International Communications Consultancy Organization - di cui Assorel è Socio fondatore.

Assorel è stata inoltre accreditata presso Istituzioni, mondo accademico e invitata a partecipare alle Giurie dei più importanti Premi italiani e internazionali della Comunicazione.

“Esco da Assorel per scelta di vita personale e ringrazio l’Associazione per avermi confermato per più di quindici anni consecutivi nell’incarico di Direttore Generale” – ha dichiarato Costella. “Lascio con il solo rammarico di aver vissuto una scissione e l’uscita di alcune importanti sigle multinazionali - e non - del settore PR, un’anomalia tutta italiana che non ha riscontro in alcuno degli altri 54 Paesi aderenti a ICCO, scelte che danneggiano lo sviluppo di un comparto con consistenti margini di crescita che necessiterebbero di un’Associazione compatta e rappresentativa che lavori per far risaltare la specificità della professione”.