Evento pubblico
Il Toti protagonista di una serata danzante
con gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Anna Maria Prina in co-produzione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.
Ieri sera , mercoledì 27 ottobre, si è svolto in anteprima per la stampa lo spettacolo Cinquecentosei che prende il nome dal numero del sottomarino “Enrico Toti”a cui è dedicato. Questa sera la replica per un pubblico aperto.
Si è trattato di dieci quadri con una parte coreografica, video-proiezioni computerizzate e musica originale di Giampaolo Testoni. La coreografia è stata studiata da Emanuela Tagliavia ed è stata eseguita da ben 27 allievi della scuola di Ballo dell'Accademia d'Arti e Mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala.
Il tutto si è sviluppato attraverso lo spazio attorno al sottomarino attraversandolo e usandolo come scenario teatrale.
Durante la danza, il video. Prendendo spunto da alcuni particolari coreografici, le immagini conducevano all’interno dell’abitacolo del sottomarino evidenziando un rapporto corpo-macchina conflittuale. Le figure di danza e le immagini video hanno voluto rappresntare astrazioni, instabilità e cromie nel tentativo di dare forma al pensiero dell’uomo, unica via di fuga, in condizioni di costrizione in uno spazio innaturale, claustrofobico nel fondo dell’abisso del mare.
Suoni elettronici e sinfonici, suoni di animali marini e di antichi strumenti di civiltà remote, voci recitanti, scandivano in una partitura complessa la danza e l’immagine.
Durante lo spettacolo il sottomarino è divenuto il simbolo di esplorazione virtuale, delle fantasie che il mare ispira da sempre nella letteratura, nell’arte e nella musica: la danza contemporanea ha ben espresso questa simbologia e ha portato, col suo tipico retaggio culturale del '900, lo spirito dei tempi in cui lo stesso sottomarino, come macchina e mezzo di guerra, ha avuto la sua storia.
Nel famoso libro di Verne “Ventimila leghe sotto i mari” per esempio, il sottomarino è descritto come un animale, un mostro, un fenomeno strabiliante, ma anche una cella, una prigione, un giaciglio duro per testimoniare un possibile doppio livello di lettura che questa macchina tecnologica può offrire: da una parte l’esplorazione fantastica, dall’altra il silenzio delle profondità, l’abisso del pensiero, la sofferenza che il limite fisico imposto al movimento genera nell’essere umano, il desiderio di scoprire le “cose” sotto la superficie apparente, di modificare il proprio ambiente spazio-temporale.
"Lo spettacolo - spiega a e20express Mauro Bonazzoli responsabile eventi del Museo - è stato pensato e voluto da Fiorenzo Galli, direttore del Museo, e Anna Maria Prina, direttrice della scuola di Ballo (entrambi sul palco nell'ultima foto in basso), che da anni ha con noi un solido rapporto di stima e di amicizia. L'idea di base era di fondere ambiti e suggestioni molto distanti tra loro: l'arte, la scienza e la tecnologia. Quindi abbiamo incomincato a febbraio per poi arrivare a giugno con il montaggio del video, e infine al termine di settembre con le prove generali della coreografia all'aperto".
"La vera difficoltà - continua Bonazzoli - è stata legata alle condizioni del tempo: avendo ideato uno spettacolo di danza 'en plain air' la variabile metereologica era fondamentale. Fortunatamente ieri sera, non solo il tempo ma anche la temperatura era mite e questa sera, per l'apertura al pubblico, probabilmente si replicherà la stessa condizione. E in ogni caso al di là delle performance serali, anche la preparazione all'aria aperta ha richiesto particolari cautele soprattutto in riferimento alla gestione delle luci e dei relativi fari".
Realizzato su un budget di circa di 20.000 euro, l'evento ha previsto una comunicazione fondamentalemente realizzata attraverso il sito web del Museo che quest'anno registra un successo di circa 3 milioni contatti.
Inoltre, la comunicazione è stata realizzata attraverso il mailing delle relazioni esterne, il mailing istituzionale, il mailing alla stampa e il mailing alle scuole e agli insegnanti.
Tra l'altro, il Museo si avvale anche di un ricco mailing dei visitatori che oramai costituisce un vero e proprio patrimonio a supporto di una comunicazione che non prevede l'acquisto di spazi pubblicitari sui media.
Un contributo importante è derivato dalla presenza di due sponsor: Tdk, già presente all'interno della rassegna "Conversazioni Musicali" di cui questa stessa iniziativa fa parte, e Blumarine di Anna Molinari che ha fornito gli abiti di scena.
Un doveroso ringraziamento è andato poi all’Associazione Amici della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala.