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WPP Forum. Costaguta: Spingere sull'export per uscire dalla crisi

Accelerare l'internazionalizzazione è una delle soluzioni che le aziende italiane devono adottare per riuscire a ripartire. Questo il cuore dell'intervento di Marco Costaguta, presidente LTP, al WPP Forum, che ha anche sottolineato: "Il sistema Paese deve sostenere le imprese in questa operazione, è necessario aggregarsi e puntare su pochi Paesi selezionati".
A guardare la situazione italiana degli ultimi anni c'è poco da stare allegri: negli ultimi 4/5 anni il PIL si è mantenuto stabile, pari a 1500 miliardi di euro e lo stesso vale per i consumi (a quota 1200-1300 miliardi di euro), che hanno però subito un forte calo negli ultimi 24 mesi, sono cresciuti la disoccupazione, il debito pubblico e il carico fiscale, con conseguente diminuzione degli investimenti e del risparmio.

Tuttavia, c'è una chiave che consentirebbe all'Italia di ripartire: l'export. Secondo Marco Costaguta (nella foto), intervenuto questa mattina, 8 novembre, al secondo Forum organizzato a Milano da WPP, per accelerare la ripresa bisogna proprio accelerare sull'internazionalizzazione. "L'export in Italia è cresciuto del 6% in quattro anni, ma potremmo fare molto di più - ha affermato Costaguta -. Purtroppo però ci sono alcuni fattori che rendono difficile per il nostro Paese esportare i loro prodotti: innanzitutto nel corso degli anni abbiamo accumulato un gap importante di produttività e di costi dei fattori produttivi, inoltre il tessuto produttivo italiano è costituito per lo più da piccole e media imprese che hanno una minore capacità di investire in nuovi mercati e abbiamo perso alcuni importanti distretti del centro sud".

"Non solo - ha continuato il manager - . Spesso chi fa export disperde i propri sforzi in vari Paesi, mentre sarebbe più proficuo concentarsi solo su alcuni e pare che non siano ancora state fatte delle scelte nette per sostenere i settori più importanti, in cui l'Italia ha un vantaggio riconosciuto a livello internazionale. Quali? Ad esempio la moda, il food, il design, il chimico e farmaceutico. A tutto questo si aggiungono i limiti culturali, che rendono le imprese italiane più restie ad affacciarsi ai mercati esteri".

Certo, le aziende italiane per sviluppare la propria presenza globale avrebbero bisogno di essere sostenute, in primis dal sistema Paese."Occorre supportare lo sforzo del settore, senza uno sforzo coordinato e un impegno anche sul fronte della comunicazione si rischiano di perdere delle chance importanti per far emergere le nostre eccellenze oltre confine e far ripartire l'economia", ha chiosato Costaguta.

Serena Piazzi