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De Micheli-Oddo: alle cdp servono nuovi modelli di business
Ad e Presidente di Casta Diva Group, dispiaciuti per la decisione presa dallo stimato collega Luca Ciarla, non hanno dubbi in merito al fatto che il mark-up delle Cdp sia solo uno dei parametri da considerare per il successo di una struttura e, almeno relativamente alla loro esperienza, nemmeno il principale. Rivoluzione tecnologica e rete hanno stravolto le logiche della comunicazione richiedendo agli operatori del settore flessibilità e spirito di adattamento. Approccio globale e nuovi modelli di business il binomio vincente per continuare a prosperare anche in questo difficile momento, almeno per Casta Diva.
In merito al dibattito apertosi con la decisione di Luca Ciarla di non riaprire, dopo la pausa natalizia, la casa di produzione da lui fondata New Partners (leggi news), Andrea de Micheli e Luca Oddo, ripettivamente Ad e Presidente Casta Diva Group, interpellati da ADVexpress esprimono il loro più sentito rammarico nell'avere appreso la decisione dello stimato collega augurandosi che possa tornare sui suoi passi.
Per la coppia di soci il mark-up delle case di produzione non è che uno dei parametri di riferimento da considerare per il successo di una struttura e nemmeno il principale. "Stiamo vivendo una rivoluzione copernicana radicale nell'ambito della comunicazione" sostengono De Micheli e Oddo. "La rivoluzione tecnologica e la rete hanno attivato un processo di democratizzazione di idee e creatività che rimescola le carte delle competenze nella nostra industry, costringendoci a lavorare in un'ottica globale e 'liquida' in cui il vecchio modello di business basato sulle specializzazioni non ha più ragione d'essere. I clienti continueranno, come è sempre stato, a volere il migliore servizio al minore prezzo e noi dobbiamo essere in grado di sfruttare tutto ciò che ci permette di abbassare i costi senza compromettere la qualità. Casta Diva, a 6 anni dal debutto sul mercato italiano come piccola casa di produzione, può vantare oggi una dimensione internazionale con sedi in 6 città (a breve 8) di 3 continenti e una diversificazione dell'offerta con corti, spot, virali e video per la rete (grazie alla recente partecipazione in Bin Jip), eventi (Egg Eventi), che ci permette di continuare a prosperare anche in momenti difficili dal punto di vista economico come l'attuale. Basti pensare che il nostro giro d'affari è passato dai 3,8 milioni di euro di sei anni fa agli attuali 18 milioni. Grazie al proliferare dei canali di comunicazione, soprattutto in rete, le produzioni audiovisive stanno crescendo in maniera esponenziale. Non sono dunque poche le produzioni richieste, anche se di valore decisamente inferiore agli spot tradizionali. Bisogna dunque dotarsi di un modello di business con una struttura dei costi differente dal passato, perchè differente deve essere l'attuale approccio al mercato."
Maria Ferrucci
Per la coppia di soci il mark-up delle case di produzione non è che uno dei parametri di riferimento da considerare per il successo di una struttura e nemmeno il principale. "Stiamo vivendo una rivoluzione copernicana radicale nell'ambito della comunicazione" sostengono De Micheli e Oddo. "La rivoluzione tecnologica e la rete hanno attivato un processo di democratizzazione di idee e creatività che rimescola le carte delle competenze nella nostra industry, costringendoci a lavorare in un'ottica globale e 'liquida' in cui il vecchio modello di business basato sulle specializzazioni non ha più ragione d'essere. I clienti continueranno, come è sempre stato, a volere il migliore servizio al minore prezzo e noi dobbiamo essere in grado di sfruttare tutto ciò che ci permette di abbassare i costi senza compromettere la qualità. Casta Diva, a 6 anni dal debutto sul mercato italiano come piccola casa di produzione, può vantare oggi una dimensione internazionale con sedi in 6 città (a breve 8) di 3 continenti e una diversificazione dell'offerta con corti, spot, virali e video per la rete (grazie alla recente partecipazione in Bin Jip), eventi (Egg Eventi), che ci permette di continuare a prosperare anche in momenti difficili dal punto di vista economico come l'attuale. Basti pensare che il nostro giro d'affari è passato dai 3,8 milioni di euro di sei anni fa agli attuali 18 milioni. Grazie al proliferare dei canali di comunicazione, soprattutto in rete, le produzioni audiovisive stanno crescendo in maniera esponenziale. Non sono dunque poche le produzioni richieste, anche se di valore decisamente inferiore agli spot tradizionali. Bisogna dunque dotarsi di un modello di business con una struttura dei costi differente dal passato, perchè differente deve essere l'attuale approccio al mercato."
Maria Ferrucci