Foreign Office
Dubai Lynx Awards: ritirato il premio all'agenzia dell'anno
L'annuncio di una lavastoviglie
Samsung, il modello WF338AAB, disponibile solo negli Stati
Uniti. Ancora per Samsung, una campagna stampa che mostra Gesù Cristo mentre
fotografa un gruppo di suore. E infine la campagna per il colluttorio
Higeen i cui tre soggetti si intitolano Mucca, Pecora e Maiale.
Esattamente: Gesù Cristo e la carne di maiale.
In Medio Oriente.
Abbastanza per insospettire anche i giudici meno attenti: ma al Dubai Lynx Awards dello scorso marzo nessuno sembra averci fatto caso. Higeen ha vinto un oro, Samsung addirittura tre argenti (fra stampa e affissioni). E l'agenzia che ha iscritto i lavori, la FP7 di Doha (parte del Gruppo Interpublic e affiliata a McCann Erickson Worldwide), è stata nominata agenzia dell'anno.
Dopo numerose proteste – in prima fila quella del sito bloganubis.com - e un'indagine più approfondita da parte degli organizzatori del festival, tutti i premi sono stati ritirati. Sì, perché oltre ai tre casi già citati anche molte altre campagne iscritte da FP7 sono risultate copiate o addirittura false (come mostra nei dettagli proprio il blog in questione).
"Fin da prima della serata di premiazione – ha dichiarato Philip Thomas, ceo dei Dubai Lynx (promosso dalla stessa organizzazione che cura il Festival di Cannes, Eurobest e altri premi regionali) – avevamo deciso di ritirare alcuni lavori. Le indagini successive ci hanno portato a scoprire altre campagne non in regola con i requisiti del premio, che prevodono che le campagne siano state approvate dai clienti". In totale, i lavori ritirati comprendono 1 oro, 4 argenti, 1 bronzo e 18 shortlist.
Fa ulteriormente riflettere il fatto che dopo le prime accuse rivoltegli, FP7 abbia effettivamente pubblicato, la settimana scorsa, l'annuncio Samsung raffigurante Cristo sul quotidiano libanese Al Mostakbal. La mossa ha fatto infuriare i lettori cristiani, portato l'azienda a smentire ufficialmente di aver mai commissionato la campagna, e costretto l'agenzia a chiedere pubblicamente scusa ai libanesi.