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Festival Of Media/1.Rodés Vila (Havas): Questa non è una crisi…

Si è aperto stamattina a Valencia il 3° Festival del Media. A inaugurare i lavori è stato l’intervento di Fernando Rodés Vila, ceo di Havas, che ha legato lo stop del credito e dei consumi alla vera e propria tempesta che stiamo attraversando. Ma nonostante il quadro a tinte fosche, un angolo di cielo è tornato azzurro.

(Valencia. Dal nostro inviato, Tommaso Ridolfi). "Questa non è una recessione ma qualcosa di molto più profondo": Fernando Rodés Vila (nella foto), ceo di Havas, ha aperto così il terzo Festival del Media – cominciato questa mattina a Valencia, dopo le prime due edizioni svoltesi al Lido di Venezia – mettendo immediatamente in chiaro la situazione in cui si trovano l'economia, i consumi, i media e la comunicazione.
"Lo stop è stato drastico, e dovuto in particolare a due elementi frenanti: si è fermata la circolazione della moneta (che in termini di velocità è come se fosse passata da 200 km/h a 3 km/h in un anno; e i consumi privati che, in alcuni paesi, non sono scesi ma crollati anche del 30 o 40%. Per uscire dalla tempesta e riprendere velocità occorreranno almeno 2 o 3 anni".

Secondo Rodés Vila le radici della crisi sono nei modelli antiquati che ancora si usano: "Prendiamo l'esempio dell'auto: i modelli che costruiamo e che guidiamo oggi sono figli di quelli degli Anni '30, ideati per la massima velocità, quando la domanda di mobilità è oggi radicalmente diversa".
Al tempo stesso, per continuare a crescere "Stiamo dilapidando come mai prima d'ora le risorse del pianeta – ha proseguito –, e oggi crescere significa distruggere valore, anziché generarlo. Da questo punto di vista, perciò, la riduzione dei consumi può essere addirittura un fatto positivo".

Citando i risultati di una ricerca realizzata dal centro media in 11 paesi, il ceo di Havas ha messo al centro il tema della sostenibilità, in questa fase di contrazione delle economie: "Non è più un tema accademico. I consumatori sanno perfettamente che cosa vuol dire sostenibilità, e premieranno o puniranno le aziende e le marche che adegueranno o meno i propri processi a questo concetto".

Quali le conseguenze per l'industria della comunicazione?
"Le conseguenze riguardano i modelli di business e i processi di tutti gli anelli della catena: produttori, distributori e comunicatori... È chiaro che il bombardamento di messaggi sul 'brand, brand, brand' ormai è un paradigma vecchio. In questo contesto dovremo passare dal ragionare per segmenti al pensiero per network, dalla rigidità alla fluidità, dagli imperativi al dialogo".

Rodés Vila ha citato il caso di Mercadona, il retailer dal più rapido tasso di crescita in Europa, che ha già aperto 2.000 punti vendita in Europa e sta per arrivare anche in Italia, che per raggiungere questo successo non ha speso un solo euro sui media, ma ha invitato a ogni apertura 300 persone che abitano nelle vicinanze mostrando loro i negozi, l'assortimento, ecc... Contando poi sul passaparola.
"Ecco perché nella comunicazione il contesto e la semplicità saranno sempre più importanti. Per noi questo significherà non più trovare la 'big idea', ma molte idee, misurando non più gli investimenti ma i ritorni. E soprattutto mettendo insieme tecnologia, rigore, capacità di analisi e intuizione".