Foreign Office
Group M: advertising in recessione anche per il 2010
La convinzione di Sir Martin Sorrell, chairman del Gruppo WPP, in merito al ritorno di un segno positivo nell'andamento degli investimenti pubblicitari per la fine di quest'anno e soprattutto per il 2010, non trova riscontro nell'ultimo 'Global Forecast' diffuso in questi giorni da Group M , che di WPP è il punto di riferimento nell'ambito del media planning e buying.
Basandosi su un database di investimenti proprietario, le previsioni di
Adam Smith, direttore di Group M Futures (nella foto a fianco), non
lasciano infatti spazio all'ottimismo. Anzi, lo stesso Smith ammette di
aver peccato eccessivamente in direzione opposta nelle sue stime di fine 2008.
Secondo lo studio appena rilasciato,
infatti, mentre a dicembre si parlava di un andamento pressoché piatto (-0,2%),
la spesa pubblicitaria mondiale scenderà nel 2009 di 4,4 punti percentuali.
Depurato dell'inflazione dei prezzi al consumo, il -4,4% equivale però a un -7% in termini reali, dopo una caduta (sempre in termini reali) dell'1,6% nel 2008 rispetto all'anno precedente. L'unica area che alla fine di quest'anno manterrà un tasso di crescita positivo sarà l'America Latina (+8,2% nominale, +1,7% reale), mentre cade la convinzione secondo cui Asia (-6,8%) e paesi europei emergenti (-18,1%) avrebbero mostrato una maggior resistenza alla crisi globale.
Sorprendentemente, infatti, il rallentamento coinvolgerà anche la Cina, che rispetto al +13% stimato lo scorso dicembre, potrebbe chiudere il 2009 a un ben più modesto +3,2%. Stati Uniti ed Europa Occidentale perderanno rispettivamente il 6% e l'8,5% (sempre in termini reali), così come la regione del Medio Oriente e Africa, anch'essa a -8%.
Quel che è peggio, secondo Smith, è che ad oggi non è affatto possibile prevedere la tanto auspicata ripresa per il 2010, quando al contrario è probabile che la spesa pubblicitaria subirà un'ulteriore contrazione stimabile attualmente del -6,8%: "Quella del biennio 2008-2009 si sta dimostrando una recessione dell'advertising più seria per scala e durata in relazione all'andamento dell'economia globale rispetto a quella del 2001, quando in seguito allo scoppio della bolla speculativa delle 'dot com' il calo reale fu soltanto del 5,1%".
(In allegato, il pdf con le stime complete)