Foreign Office

In vendita la concessionaria della tv pubblica francese

Già dallo scorso anno, le reti pubbliche francesi non trasmettono più pubblicità fra le 20.00 e le 6.00: da qui la decisione di privatizzare la concessionaria FTP, per la quale è in atto una trattativa esclusiva con un consorzio formato da Financiére Lov e Publicis. Numerose le polemiche sul potenziale conflitto di interessi che nascerebbe da un simile accordo.
Lo scorso 3 febbraio, il consiglio d'amministrazione di France Televisions ha incaricato il presidente e direttore generale delle reti pubbliche d'Oltralpe, Patrick de Carolis, di trattare in esclusiva la cessione della sua concessionaria FTP con un consorzio costituito da Financiére Lov (che fa capo al produttore televisivo Stephane Courbit) e dalla holding Publicis (nella foto a destra, Maurice Levy, chairman della holding).

L'idea della privatizzazione della concessionaria nasce dalla decisione presa dal governo francese lo scorso anno di cancellare la pubblicità televisiva dalle reti pubbliche: in una prima fase (quella attuale) fra le 20.00 e le 6.00 del mattino, fino ad eventualmente abolirla definitivamente alla fine del 2011, in coincidenza con il completamento della transizione al sistema di trasmissione digitale terrestre.

Dopo un lungo e frastagliato percorso, finito più volte nell'occhio del ciclone per questioni di opportunità non solo economica ma anche politica, la Tv di stato ha deciso di privilegiare l'offerta Lov/Publicis (all'interno del quale Courbit detiene il 60% e Levy il 40%) rispetto alle altre ricevute (da parte di Lagardère Active Publicité, NextRadioTV, e Internet Hi-Media), aprendo una trattativa esclusiva sulla base di accordi precisi: un'offerta di 16 milioni di euro e un aumento di capitale da altri 4 milioni di euro per garantire i livelli di occupazione e un piano di business che punterebbe decisamente allo sviluppo delle attività digitali.
In cambio il consorzio si assicura il 70 % del capitale della concessionaria pubblica, riservando però al management e ai dipendenti di France Television Publicité la possibilità di acquistare il 15% delle quote. Tutto ciò fino al 2014, quando anche il rimanente 30% conservato da France Televisions potrebbe essere collocato sul mercato.

Va precisato che la privatizzazione è in realtà ancora tutta da definire proprio in funzione di quanto accadrà a fine 2011: se il governo dovesse decidere di non abolire del tutto la pubblicità dalle reti pubbliche, sostengono gli osservatori e lo stesso de Carolis, cedere la concessionaria ai privati non avrebbe alcun senso. Anche perché comunque FTP è operativa sia sul fronte Tv (con France 2, France 3, France 4 e France 5, ma anche canali tematici via cavo e satellitari come Euronews, Mezzo, Planète e TV5 Monde) sia su quello di internet e del mobile.

In ogni caso, le voci che più si oppongono alla decisione di France Televisions sono quelle che ricordano il conflitto di interesse che nascerebbe sia sul fronte della vendita e acquisto di spazi (Publicis e le sue agenzie e centri media) sia su quello di dei contenuti (dove Courbit è in effetti fornitore di programmi per le stesse reti pubbliche). Secondo de Carolis, l'esigenza di una trattativa esclusiva con il consorzio dovrebbe servire proprio a valutare e risolvere tali potenziali conflitti.

Rispondendo al quotidiano Le Figaro, però, Levy e Courbit hanno provato a ridimensionare il problema.
“In realtà non vedo alcun conflitto di interessi - ha dichiarato Courbit (nella foto a destra) -, o la nostra offerta non sarebbe stata neppure presa in considerazione. Inoltre, il 90% dell'attuale business della concessionaria è destinato a scomparire, perché nel nostro piano industriale la vendita di pubblicità classica conterà sempre meno fra le sue attività”.

Ricordando che il concetto stesso di concessionaria nacque negli anni '30 per mantenere ben distinti i contenuti editoriali e redazionali dei programmi da quelli strettamente pubblicitari, Levy ha poi precisato: “La storia parla per noi: non abbiamo mai superato la linea di confine fra le due cose. Anche quando in passato, insieme ad Havas, siamo stati presenti nel capitale della concessionaria di France 3 Régions”.
Gli attori dominanti del mercato francese - ha aggiunto poi Levy - sono Carat e MPG (Havas) che detengono ciascuno circa il 25% di quote di mercato: “Il nostro gruppo, attraverso VivaKi, è in terza posizione con una quota fra il 13% e il 14%. E ribadisco che alla fine dell'operazione prevista, Publicis non possiederà in ogni caso una qiuota del capitale di FTP superiore al 22%”.

Un'ipotesi di fanta-economia: che cosa accadrebbe in Italia se, per esempio, la Rai abolisse la pubblicità e un consorzio fra Magnolia e Armando Testa comprasse il 70% di Sipra?