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La crisi non preoccupa Martin Sorrell. Il dopo, piuttosto...

Un 2009 a doppia velocità, con un secondo semestre che potrebbe vedere un rapido recupero e una ripresa sufficiente a chiudere l'anno con i conti in pareggio. È quanto prevede Martin Sorrell (nella foto), ceo del Gruppo WPP , che si dice però preoccupato per lo scenario del dopo-crisi.

Nonostante preveda una ripresa fin dalla seconda metà di quest'anno, Sir Martin Sorrell, ceo della holding WPP (nella foto a fianco), dichiara tutta la sua preoccupazione per lo scenario che l'industria dei media e della comunicazione si troveranno di fronte al termine di questa fase congiunturale negativa. In un'intervista rilasciata nei giorni scorsi al Corriere della Sera, Sorrell ha infatti pronosticato "Un radicale cambiamento rispetto agli attuali equilibri. Sempre meno giornali, sempre più internet e broadcaster televisivi 'tradizionali' che cederanno via via terreno nei confronti di nuovi modelli d' intrattenimento e informazione audiovisiva".

"Per l' industria della comunicazione - ha dichiarato Sorrell – il 2008 è finito molto meglio di quanto si temesse. Grazie anche a eventi come le Olimpiadi di Pechino, gli europei di calcio e le elezioni americane. La prima metà del 2009 sarà difficile, soprattutto per media tradizionali come giornali, radio, tv, e soprattutto su mercati come gli Usa e l'Europa occidentale. Ma nella seconda parte dell' anno prevedo una ripresa sufficiente a riportarci in pari. Per intenderci, Wpp calcola un bilancio 2009 piatto, sugli stessi livelli del 2008".

La chiave per uscire dalla crisi e conquistare posizioni sul mercato globale, prosegue Sorrell, è determinata da tre fattori: "I mercati emergenti, dalla Cina all'India al Brasile fino al Vietnam; i nuovi media, basati su internet; e i 'consumer insight', vale a dire sistemi di ricerca che consentono di tracciare esattamente il profilo e i gusti dei singoli consumatori".

Sorrell osserva inoltre come il calo complessivo del 2009 potrebbe attestarsi fra il 5% e il 10% - "non sarà quindi una vera apocalisse" -, ma è proprio l'anno successivo, il 2010, a preoccupare maggiormente il ceo di WPP, perché i 9.000 miliardi di dollari immessi nel sistema economico rischieranno di tradursi in sensibili aumenti di deficit e di debito, con conseguenze in termini di nuove tensioni inflazionistiche, strette sui tassi, riduzioni di spese per poter far rientrare i conti.

Tornando ai media, infine, Sir Martin si dice convinto di un cedimento strutturale della televisione e della stampa, che vedranno ridurre la propria quota di mercato dal 30-35% attuale al 20-25%, livello che entro un paio d'anni sarà invece raggiunto da internet, finalmente "alla pari" con i media classici. Ciò grazie anche a un progressivo spostamento di stampa e Tv proprio verso l'online, come dimostra il caso della BBC, che spinta dalla forza delle reti Sky di Rupert Murdoch si è trasformata in unpo dei più forti brand online in assoluto. Forse, però, almeno in Italia, "La televisione riuscirà a mantenere, in termini di introiti, quote di mercato superiori rispetto alla media degli altri paesi. Ma – conclude Sorrell – la tendenza è la stessa».