Foreign Office
La liberazione di Shalit fa alzare i prezzi delle pubblicità
Secondo il quotidiano israeliano Ynetnews, l’evento felice avrebbe portato alla crescita dei prezzi delle pubblicità, in un momento sostanzialmente basso per il mercato del Paese. Mentre cresce il dilemma: sfruttare o no il ‘good mood’ dell’evento?
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Dal canto suo l’industria della pubblicità e della comunicazione israeliana, di fronte agli effetti positivi che la vicenda Shalit poteva creare, si è trovata davanti a un dilemma: sfruttare il ‘good mood’ del momento storico, o rispettare invece questo giorno e tenere lo schermo ‘pulito’ da interessi commerciali? La diatriba è ancora aperta. C’è chi, come Guy Bar, chief creative officer alla Gitam BBDO, sostiene che si debba stare fuori dal ‘festival del ritorno’, e , soprattutto, fare molta attenzione. “Sarebbe disastroso se elementi commerciali decidessero di menzionare la vicenda, anche solo implicitamente - commenta -. Chiunque sia on air beneficerà dei sentimenti positivi degli spettatori. Ma un riferimento esplicito potrebbe invece creare una critica negativa nei confronti del brand”.
Un elemento va comunque considerato: nonostante il caso Shalid abbia effetti benefici sugli invetsimenti pubblicitari, deve fare i conti con un periodo basso in termini di domanda, essendo, come si diceva, periodo di vacanza. Sono quindi solo i piccoli investitori quelli che di solito pianificano in questo periodo; gli stessi che, però, con la sorpresa di Shalit, si sono ritrovati inaspettatamente dei prezzi molto alti.
“Di solito prezi sono bassi durante le vacanze e la domanda è scarsa - dichiara Alon Hochdorf, Ceo Zenith Media -. Se la liberazione di Shalit fosse stata pianificata, la domanda sraebbe stata più alta. Comunque, tutti camminano ‘sulle uova’, non volendo apparire per non fare pensare che stanno sfruttando l’evento”.
Ilaria Myr