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La liberazione di Shalit fa alzare i prezzi delle pubblicità

Secondo il quotidiano israeliano Ynetnews, l’evento felice avrebbe portato alla crescita dei prezzi delle pubblicità, in un momento sostanzialmente basso per il mercato del Paese. Mentre cresce il dilemma: sfruttare o no il ‘good mood’ dell’evento?
 
“Molti inserzionisti hanno scelto di fare pubblicità oggi perché è un giorno con buone vibrazioni e pensiero positivo. I consumatori sono ricettivi ai messaggi. E siamo contenti che oggi sia il nostro giorno di trasmissione”. Queste le parole che Ilan Tuvyahu, vicepresidente dell’emittente israeliana Reshet Tv, ha pronunciato ieri, giorno della liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano rimasto prigioniero di Hamas per 5 anni. Una dichiarazione interessante, questa, riportata dal quotidiano online Ynetnews, che dimostra come anche un fatto di cronaca come questo possa avere conseguenze sul mondo degli investimenti pubblicitari. I costi delle pubblicità in questi giorni sono eccezionalmente alti, proprio per l’intensissima sintonizzazione degli israeliani. In più, da non sottovalutare è che la liberazione del ragazzo capita in un momento di festività ebraiche, e dunque di vacanza. “Molte compagnie sono riuscite a creare delle nuove pubblicità, mentre altre hanno tirato fuori campagne già esistenti: tutto questo perché sanno che ci saranno molti spettatori a casa a seguire gli eventi”, continua Tuvyahu.
 
Dal canto suo l’industria della pubblicità e della comunicazione israeliana, di fronte agli effetti positivi che la vicenda Shalit poteva creare, si è trovata davanti a un dilemma: sfruttare il ‘good mood’ del momento storico, o rispettare invece questo giorno e tenere lo schermo ‘pulito’ da interessi commerciali? La diatriba è ancora aperta. C’è chi, come Guy Bar, chief creative officer alla Gitam BBDO, sostiene che si debba stare fuori dal ‘festival del ritorno’, e , soprattutto, fare molta attenzione. “Sarebbe disastroso se elementi commerciali decidessero di menzionare la vicenda, anche solo implicitamente - commenta -. Chiunque sia on air beneficerà dei sentimenti positivi degli spettatori. Ma un riferimento esplicito potrebbe invece creare una critica negativa nei confronti del brand”.
 
Un elemento va comunque considerato: nonostante il caso Shalid abbia effetti benefici sugli invetsimenti pubblicitari, deve fare i conti con un periodo basso in termini di domanda, essendo, come si diceva, periodo di vacanza. Sono quindi solo i piccoli investitori quelli che di solito pianificano in questo periodo; gli stessi che, però, con la sorpresa di Shalit, si sono ritrovati inaspettatamente dei prezzi molto alti.
“Di solito prezi sono bassi durante le vacanze e la domanda è scarsa - dichiara Alon Hochdorf, Ceo Zenith Media -. Se la liberazione di Shalit fosse stata pianificata, la domanda sraebbe stata più alta. Comunque, tutti camminano ‘sulle uova’, non volendo apparire per non fare pensare che stanno sfruttando l’evento”.
 
Ilaria Myr