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Maurice Levy: la crisi? Preoccupante ma anche eccitante

Commentando i positivi risultati per il 2008 della holding Publicis Groupe, annunciati ieri, il chairman e chief executive officer Maurice Levy (nella foto) ha dichiarato alla stampa internazionale che trova la crisi un momento 'eccitante': nonostante il clima di ansia diffusa, infatti, l'andamento dei mercati sembra confermare la bontà delle scelte strategiche di Publicis.

L'acquisizione di Digitas, la creazione di Vivaki, la conquista di posizioni sempre più importanti nei mercati emergenti, il rinnovamento dell'offerta da parte delle principali agenzie del gruppo: sono questi gli elementi che secondo Maurice Levy (nella foto), ceo della holding, hanno permesso a Publicis Groupe di chiudere più che positivamente il 2008 e di guardare con relativa tranquillità al 2009 nonostante la crisi in atto.

Commentando con la stampa internazionale i risultati del 2008, annunciati ieri, Levy ha dichiarato di considerare il momento attuale 'eccitante', proprio perché nonostante il clima di ansia diffusa, l'andamento dei mercati sembra confermare la bontà delle scelte strategiche di Publicis.

"Certo non siamo immuni alla crisi – ha dichiarato Levy –, e la crisi potrà influire anche sul nostro andamento. Ma le decisioni strategiche che abbiamo preso si sono rivelate positive. È andata bene Leo Burnett, e Saatchi & Saatchi ha registrato un anno record... Abbiamo creato Vivaki, che ci dà un posizionamento unico sul mercato... La nostra presenza nei mercati emergenti è solida e tutto questo ci dà la forza di contrastare, se non completamente almeno in parte, l'impatto della recessione".

Le aziende apprezzano l'offerta di Publicis, ha proseguito il ceo, perché "hanno capito che abbiamo correttamente anticipato i cambiamenti del mercato e dei consumatori, e riconoscono nella nostra offerta una soluzione e una risposta alle loro esigenze".

Levy non ha escluso il ricorso ad eventuali licenziamenti: "È una situazione complicata, in cui vanno pesati gli aspetti razionali e quelli emozionali. CI stiamo pensando agenzia per agenzia, e potrebbero esserci casi in cui ciò sarà necessario. Ma al tempo stesso ci sono situazioni in cui dovremo assumere nuove persone. Preferisco cercare di gestire la situazione nei termini di un turnover piuttosto che di licenziamenti di massa... Preferisco trovare altre strade per tagliare i costi – per esempio riducendo il ricorso ai freelance - ma mantenere le persone che lavorano con noi tranquille e motivate".