Foreign Office
P&G: tagliare i costi mantenendo la share of voice
Le vendite di
Procter & Gamble non
hanno raggiunto, per la prima volta da anni, l'obiettivo fissato per questo
trimestre e la politica di tagli dei costi della multinazionale si farà più
aggressiva, in particolare sul fronte della comunicazione.
E' quanto ha dichiarato oggi il Chairman e CEO A.G. Lafley (nella foto): "Tutti stanno operando dei tagli – ha spiegato -. Il nostro obiettivo è ridurre le spese mantenendo la stessa share of voice'. Per il CEO il fatto che le aziende riducano i budget darà a P&G l'opportunità di comprare più spazi pubblicitari a un prezzo inferiore.
Secondo TNS Media Intelligence, P&G è tra coloro che hanno diminuito drasticamente gli investimenti in advertising negli ultimi due trimestri, ma sul lungo termine, e probabilmente già nel corso di quest'anno fiscale, prevede di incrementare il budget di pari passo con la crescita delle vendite. Crescita che per il Chief Financial Officer Jon Moeller in questo trimestre sarà intorno al 3%, mentre il l'obiettivo prefissato prevedeva un aumento tra il 4 e il 6%.
Secondo l'azienda il calo delle vendite è dovuto per due terzi al riduzione degli ordini da parte del canale retail e per il restante terzo al fatto che i consumatori riducono le scorte casalinghe di prodotti a lunga scadenza. Resta il fatto che una crescita del 3% significa un forte rallentamento delle vendite per P&G, che per più di un anno ha mantenuto un tasso del 5%.
L'azienda tuttavia ritiene di poter raggiungere l'obiettivo di crescita prefissato, compreso tra il 4 e il 6%, entro il 30 giugno 2009, giorno di chiusura dell'anno fiscale, e prevede un aumento dei guadagni almeno del 10%. Per Lafley infatti, anche in questo contesto di crisi, l'azienda è robusta, anche se non infrangibile.
Il CEO ha sottolineato che solo il 26% e il 20% dei consumatori intendono risparmiare sull'acquisto di prodotti rispettivamente per la cura e il benessere del corpo e per la pulizia della casa. Una percentuale inferiore a quella registrata da tutte le altre categorie, a eccezione dei generi alimentari di prima necessità (15%).
I consumatori, secondo Moeller, scelgono sempre più spesso marche private o brand low cost, come dimostra anche la crescita del 14% e del 12% delle vendite dei marchi a basso costo della P&G, Luvs e Gain.
Lafley ha infine smentito le voci che ritengono probabile un suo ritiro prima di quello obbligato del 2012.