Foreign Office
Profondo rosso per le holding nel 1° trimestre
La recessione ha colpito i big della comunicazione mondiale che ieri hanno annunciato contemporaneamente i risultati finanziari del primo trimestre 2009: tutti negativi.
Il dato peggiore è quello segnato da Omnicom Group, le cui revenue sono scese del 14% a livello mondiale. Fra le diverse aree, l'advertising (che vale il 44% del business della holding), perde il 12,8%, il Crm il 13%, le relazioni pubbliche segnano un -17,4% e le altre specializzazioni il -20,1%. La conseguenza è una riduzione dei profitti del 21,2% (dai 208 milioni di dollari del primo trimestre 2008 ai 164 milioni di questo primo quarter dell'anno).
-5,6% il calo di fatturato registrato da Interpublic (IPG), con una perdita operativa di 81,9 milioni di dollari, 41,6 dei quali dovuti al costo dei licenziamenti di 2.800 addetti, circa il 6% del totale. La ristrutturazione della forza lavoro ha comunque contribuito a migliorare il margine operativo di IPG, salito dal 3,9% al 6,2% anno su anno.
Michael Roth, presidente e ceo di Interpublic (foto a sinistra), ha ribadito
come tale risultato sia "frutto dell'impatto della recessione globale sulla
domanda di servizi di marketing", ma che il gruppo continua a essere focalizzato
sulla gestione conservativa del proprio business e sul fornire valore aggiunto
ai suoi clienti. "La nostra offerta – ha aggiunto – continua essere forte e
competitiva attraverso tutti i canali e tutti i touchpoint con il consumatore, e
questo ci permetterà di capitalizzare al meglio ogni opportunità che deriverà
dalla ripresa delle economie".
Per WPP, il
risultato a perimetro costante è un -5,8%, dovuto anche in questo caso "alla
riduzione della spesa da parte dei clienti come reazione alla crisi economica e
finanziaria globale".
La holding guidata da
Sir Martin Sorrell (foto a destra)
registra un margine operativo inferiore a
quello del 2008, ma in ogni caso superiore alle aspettative: anche per WPP ciò
deriva da un taglio dei costi al personale, ridotto di 3.505 unità (il 3,1%). Il
gruppo mette inoltre in cantiere la possibilità di ulteriori tagli, affermando
che "sul breve periodo continueremo a concentrarci sul mantenere l'equilibrio
fra la probabile caduta delle revenue, e i costi e il numero degli addetti".
L'area più colpita è stata quella degli Stati Uniti. Male anche Spagna, Italia e
Danimarca, mentre l'America Latina, la Cina, l'India, l'Africa e l'Europa
dell'Est continuano a mostrare segni di tenuta. Fra i settori, advertising e
consulenza media hanno risentito meno della crisi, mentre brand identity,
healthcare, direct, internet e interactive ne sono state più influenzate.
Positivo e in crescita sul 2008 anche il risultato del new business, a quota 960
milioni di sterline (circa 1 miliardo di euro).
WPP continua a essere
fiduciosa per un 'relativo' miglioramento nel secondo semestre dell'anno, cui
dovrebbe seguire una 'sorta di ripresa' nel 2010.