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Vanity Fair Germania si arrende: in edicola l'ultimo numero

Jonathan Newhouse, chief executive officer di Condé Nast, ha annunciato che quello pubblicato oggi, 19 febbraio, è l'ultimo numero della breve storia dell'edizione tedesca di Vanity Fair, a causa di una crisi finanziaria la cui ampiezza era “imprevedibile fino a solo poche settimane fa”.

Jonathan Newhouse, chief executive officer di Condé Nast, ha annunciato che quello pubblicato oggi, 19 febbraio, è l'ultimo numero della breve storia dell'edizione tedesca di Vanity Fair, a causa di una crisi finanziaria la cui ampiezza era "imprevedibile fino a solo poche settimane fa".

Nonostante il più grande investimento mai realizzato dalla casa editrice al di fuori degli Stati Uniti, pari a circa 50 milioni di euro al momento del lancio, all'inizio del 2007, il settimanale non aveva in realtà mantenuto le aspettative, scendendo rapidamente dalle 500.000 copie di tiratura degli inizi a sotto le 200.000.

"Chiudere una rivista eccellente, e in particolare nel caso dell'edizione tedesca di Vanity Fair - ha dichiarato Newhouse – è sempre uno schock. Solo undici settimane fa avevo dichiarato pubblicamente che Condé Nast avrebbe continuato a pubblicare la testata nonostante le difficoltà".

Newhouse spiega quindi le ragioni del cambio di rotta: "L'economia globale è sprofondata in una crisi di dimensioni storiche. Gli editori e i proprietari di media, come la casa madre statunitense di Condé Nast Germany, si torvano oggi ad affrontare sfide serissime, difficoltà che non potevano essere previste solo poco tempo fa. In una situazione economica normale avremmo potuto proseguire, ma con il clima attuale questo non è possibile".

E ha concluso: "Abbiamo fatto tutto il possibile, investendo su collaboratori di talento, contenuti e pubblicità, impegnando tempo, risorse ed energie. Ma non è bastato".