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WPP Group: nel 2016 utili netti a +20,6% a quota 1,502 miliardi e ricavi a +17,6%, ma per il 2017 la stima è del +2%

La quota maggiore delle revenue del gruppo guidato da Martin Sorrell provengono dalla gestione degli investimenti in advertising e media che sono cresciute del 17,9% (, a quota 6,55 miliardi di sterline. A fronte di un 2016 molto positivo, la multinazionale fa previsioni più caute per il 2017 in seguito al'incertezza economica e politica che caratterizza l'Europa.

2016 brillante per WPP, che, secondo i dati pubblicati dalla multinazionale, per tutto l'anno scorso il gruppo ha totalizzato un utile netto di 1,502 miliardi di sterline, in crescita del 20,6%, ricavi complessivi che ammontano a 14,389 miliardi (+17,6%), anche beneficiando di  cambi particolarmente favorevoli sui mercati esteri, soprattutto in Usa e Ue.

Il billing del Gruppo ha raggiunto i 55,2 miliardi di sterline in crescita del 5,5% a valuta costante. Crescita organica del 3%.

Le vendite nette sono aumentate del 3,1%, in linea con le aspettative. L'utile ante imposte è di 1,9 miliardi di sterline (+7,2% a valuta costante). Il new business netto ammonta a 4,4 miliardi di sterline.

A impattare positivamente sui risultati, si legge in una nota, anche la vittoria di nuovi incarichi legati nelle aree di business dell'adv, del digital , del media, quella farmaceutica e dello shopper marketing, che hanno portato benefici al business soprattutto nella seconda metà del 2016, nonostante la perdita di due importanti incarichi nel media.

I ricavi netti del Gruppo sono cresciuti in tutte le regioni, trainati soprattutto dalle performance raggiunte in Europa occidentale, Asia Pacifico, America Latina, Africa e Medio Oriente ed Europa centrale e orientale.
In UK le revenue hanno segnato +5%, nel 2016,  con un seconda parte dell'anno meno brillante in seguito alle incertezze legate alla Brexit si legge in una nota. In Nord America le revenue sono aumentate del 3,9% spinte soprattutto dai business nelle aree  brand identity e direct, digital e interactive.

In Asia-Pacific, Latin America, Africa e Middle East, Europa Centrale e dell'Est le revenue a base costante sono aumentate dell'11,8%, e le regioni rappresentano  il 29,9% delle revenue complessive di WPP, a fronte del 29% nel 2015.

In Asia WPP ha registrato una crescita a doppia cifra in Cambogia, India, Malaysia, Pakistan,  Philippine e Vietnam.

Riguardo alle aree di business, quelle che hanno performato meglio nel 2016 sono state branding, identity, healthcare, specialist communications (compresi direct, digital e interactive). Quest'ultimo settore ha segnato +11,8% . 

La quota maggiore delle revenue di WPP provengono tuttavia dalla gestione degli investimenti in advertising e media che hanno totalizzato una crescita del 17,9% (7,7% a cambi costanti), a quota 6,55 miliardi di sterline. 

Il business nella gestione degli investimenti riguardanti i dati ha mostrato una crescita più moderata, pari al +9,7%, mentre sono cresciute del 16,4% le divisini PR e Public Affairs. 

Tra i network del Gruppo WPP,  riporta la stampa estera, Grey ha performato particolarmente bene, soprattutto negli Usa. Inoltre, nel 2016, per il media, GroupM ha generato un billing legato al new business pari a 2.405 miliardi di sterline.

Se per il 2016 i risultati sono molto positivi, il Gruppo è però più cauto nelle previsioni per il 2017, e dopo un gennaio con ricavi netti a +1,5% e  fatturato +1,2%, per quest'anno ipotizza un incremento del 2% dei ricavi e delle vendite nette, a pari perimetro.

“Le quattro principali economie occidentali continentali europee, Germania, Francia, Italia e Spagna, ma anche Paesi Bassi e Grecia, stanno facendo i conti con  un’incertezza politica, anche se Germania e Spagna si stanno rafforzando economicamente”, riporta la nota del Gruppo. 

Le previsioni tengono conto anche di un rallentamento del new business nell'ultima parte del 2016 per il Gruppo, e in generale di uno scenario più incerto, si legge nella nota,  legato, soprattutto in UK, all'esito del Referendum sulla Brexit.  Riguardo ai mercati, osserva la nota, mentre i BRIC e i Next 11 mostrano tassi di crescita maggiori, negli ultimi anni Brasile, Russia e Cina hanno rallentato.

 

EC