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Ignazzi (Traipler.com): "Nel Video Marketing personalizzazione, human touch ed empatia gli asset per una strategia riconoscibile ed efficace"
Sempre più contenuti, tanti canali di distribuzione, la creatività che ogni giorno supera se
stessa, il tentativo di farsi notare a tutti i costi è diventato però un boomerang perché per
emergere visivamente o cavalcare un trend spesso i brand fanno scelte azzardate correndo il rischio di allontanarsi dalla propria immagine, sacrificando l’identità in nome della moda del momento.
Se c’è una cosa che questo ultimo anno ha insegnato a tutti è la necessità di difendere
saldamente la propria identità, di esserci nonostante tutto, di diventare certezza nella
quotidianità. In un momento in cui tutto ha cominciato a vacillare, anche i brand hanno
conquistato una nuova semantica emotiva.
Essere ‘riconoscibili’ oggi vuol dire saper restare al passo con i cambiamenti, guidarli o
anticiparli, creare contenuti in cui sia chiara la propria voce e la propria identità, e
promuoverli in modo strategico, senza mai dimenticare ‘il fattore umano’. Il panorama digitale in continua evoluzione è un ottimo alleato: cercare nuovi approcci, creare contenuti partendo dal brand e dai dati, costruire strategie omnichannel aiuta a massimizzare efficacia e risultati.
Ma perché usare il ‘fattore umano’ è così importante? “Perché le persone scelgono ogni giorno quello che altre persone hanno pensato e creato per loro. Se in quelle ‘cose’ si riuscirà a rintracciare lo ‘Human Touch’ ovvero l’intenzione, la competenza, la coerenza di chi le ha create e del brand stesso, allora il brand avrà conquistato il suo pubblico.” - ci racconta Gianluca Ignazzi (nella foto), Founder and Head of Communication di Traipler.com.
Il video marketing è indispensabile per lavorare su questa riconoscibilità dal tocco umano
perché la sua multisensorialità favorisce la costruzione di una relazione e quindi la gestione della reputazione.
Come si costruisce una strategia video che sia riconoscibile? Seguendo poche importanti
regole: personalizzazione, umanizzazione, empatia.
“Personalizzazione perché è quello che facciamo di continuo, adeguiamo tono, linguaggio e contenuto in base al nostro interlocutore, e al mezzo attraverso il quale comunichiamo, che sia live, che sia il telefono o una video chiamata. Questo è quello che i nostri interlocutori si aspettano, un messaggio personalizzato, adeguato, e questo è quello che il target si aspetta dai brand, una relazione (apparentemente) esclusiva, che abbia davvero l’intenzione di parlare a chi guarda"
"Umanizzazione perché è il valore essenziale, valore che negli ultimi mesi ha recuperato la sua importanza a discapito della comunicazione più pubblicitaria e finta. Immaginate quanto questo tipo di comunicazione e lo human touch, siano stati determinanti per creare valore nella comunicazione degli ultimi mesi, nel periodo storico di maggiore crisi degli ultimi 100 anni, quando tutti noi, quindi anche brand e target, abbiamo sentito l’esigenza di unirci in un sentire comune fatto di consapevolezza e coraggio” continua Ignazzi.
“Non ultima l’empatia, e sembrerà assurdo, ma all’empatia si arriva attraverso i dati e le
metriche. Solo studiando e analizzando dati e comportamenti si possono costruire messaggi altamente personalizzati, tanto che guardare un video diventa un viaggio in cui il brand abbraccia lo spettatore utente in un viaggio costruito solo per lui. Costruire video efficaci oggi implica un lavoro di analisi e approfondimento e verifica incredibile. I marketer sanno bene che la progettazione di una strategia video è un percorso intenso, fatto di analisi, dettagli, e la perfetta unione di tantissime competenze” conclude Ignazzi.

