Mercato
AGCOM: la raccolta pubblicitaria delle piattaforme digitali verso i 3 miliardi di euro. Cardani: "Rischio di posizioni dominanti. Serve un'analisi del mercato"
Angelo Cardani (nella foto), nella sua ultima Relazione alle Camere come presidente dell'AgCom, oggi, 11 luglio ha sottolineato il fatto che le piattaforme digitali aumentano "i loro ricavi a doppia cifra da molti anni avviandosi a valicare, in termini di valore, i 3 miliardi di euro".
"C'è il rischio - ha affermato Cardani - "che si determinino posizioni dominanti sul mercato pubblicitario, anche riguardo alle modalità di raccolta, alle asimmetrie con gli altri protagonisti del mercato, ai possibili nuovi usi dei dati di audience e diffusione, nonché all'utilizzo dei big data da parte di questi soggetti". Sulla pubblicità online per il presidente sono "maturati i presupposti per l'avvio di una analisi del mercato".
Il settore delle comunicazioni valeva 61 miliardi nel 2012, 56 l’anno successivo e 52 nel 2014 e nel 2015. Lenta e modesta inversione di rotta inizia solo nel 2016, con il 2017 che ha visto il valore economico del complesso dei mercati regolati da Agcom toccare i 54 miliardi di euro.
"Osservati dal punto di vista delle dinamiche dei mercati regolati, gli ultimi sette anni sono stati assai difficili, di vero e proprio declino per alcuni settori, di sostanziale stagnazione per molti altri, e con solo un paio di indicatori macroeconomici in controtendenza" ha commentato Cardani.
Veniamo ai singoli settori.
Riguardo alla banda larga, Cardani ha sottolineato come l'Italia non sia più fanalino di coda in Europa nella banda larga veloce di nuova generazione. Nel nostro Paese ormai raggiunge il 90% delle famiglie e supera la media dell'Unione, pari all'83%. L'Italia, invece, è in ritardo nella penetrazione dei nuovi servizi a banda larga veloce, con una percentuale del 15% della popolazione rispetto al 35% dell'Ue. "A fronte di ciò - ha dichiarato il presidente - il nuovo ciclo regolatorio si è concentrato sulla diffusione dei nuovi servizi e la valorizzazione degli investimenti. I risultati degli ingenti investimenti pubblici e privati verso l'effettiva disponibilità delle reti si potranno apprezzare appieno solo a partire dal prossimo anno".
Nel settore media il trend fortemente negativo dei ricavi pubblicitari ha trascinato in rosso i conti sia della tv in chiaro (-13%), dove resta prevalente, nel contesto competitivo globale multipiattaforma, l’offerta in tecnologia digitale terrestre, sia della tv a pagamento (-2%).
"Il valore economico del settore delle comunicazioni valeva 61 miliardi nel 2012, 56 l'anno successivo e 52 nel 2014 e nel 2015. Una lenta e modesta inversione di rotta inizia solo nel 2016.
Il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale con un calo generalizzato di valore economico (-40%), investimenti, occupazione, ricavi.
Il settore postale ha visto un “inarrestabile calo” dei volumi di corrispondenza (-29% tra il 2013 e il 2018) e un aumento dei volumi di pacchi per effetto della crescita dell’eCommerce (+56% nello stesso periodo).
"L'altro indicatore economico in crescita, ancorchè ancora attestato su valori assoluti non di prima grandezza, riguarda il mercato della raccolta della pubblicità online, le cui risorse sono passate dai 1.407 milioni circa del 2011 agli oltre 2.700 milioni del 2018 (+93%)", ha dichiarato.
In Sala della Regina a Montecitorio la Relazione annuale dell'Agcom, Cardani, al termine del suo mandato, ha tracciato un bilancio dell'attività svolta negli ultimi sette anni sottolineando che dall'intervento dell'Autorità per le comunicazioni è giunta: "Una crescente spinta alla trasparenza tariffaria; maggiori garanzie contrattuali per il consumatore, dalla completezza delle informazioni alle modifiche unilaterali dei contratti, dall'esercizio del diritto di recesso, alla disciplina delle modalità di dismissione o trasferimento dell'utenza; il contrasto alle pratiche di attivazione inconsapevoli di servizi premium, confluita in un codice di autoregolamentazione appena varato".
Cardani infine ha evidenziato che "è essenziale il ruolo del legislatore per salvaguardare il bene pubblico 'informazione' e promuovere la cultura. L'occasione degli stati generali dell'editoria dovrebbe essere colta per muoversi in questa direzione". "Nel sistema dell'informazione online, e soprattutto nei social network, emergono fenomeni di polarizzazione nella formazione dell'opinione pubblica e di disinformazione che possono configurarsi come vere e proprie strategie" ha concluso.